Tre anni di De Zerbi – L’evoluzione di Andrea Consigli

Con l’addio di Roberto De Zerbi, il Sassuolo Calcio chiude un ciclo fatto di grandi soddisfazioni. Uno degli aspetti che meritano un maggiore encomio per l’allenatore bresciano (con tutto il suo staff, mai dimenticarlo!) riguarda la capacità dimostrata di migliorare il roster a disposizione come forse mai nessuno aveva fatto prima nel cuore del distretto ceramico. I casi sono diversi: dall’esplosione di Boga dello scorso anno, alla rinascita e fioritura di Locatelli, possibile perno della Nazionale italiana, arrivando a Berardi, diventato leader tecnico e carismatico dei Neroverdi. Questi sicuramente sono i nomi più eclatanti, ma tutta la squadra in un modo o nell’altro ha beneficiato del lavoro fatto dal DeZe.
Uno su tutti, di cui si è parlato poco, è Andrea Consigli.
A quasi 31 anni il portiere ex – Atalanta si è dovuto rimettere in gioco e reinventarsi in quel ruolo che oggi viene definito “sweeper-keeper”, tradotto “portiere-libero”. Infatti, mentre tutta la squadra lavorava sull’assimilare i vari concetti del gioco di posizione, a lui veniva chiesto di migliorare con il pallone tra i piedi, di prendere maggiore confidenza con il giocare vicino, costruire invece che rilanciare e basta, di spostarsi dalla linea di porta, avanzando se necessario o smarcandosi lateralmente per offrire linee di passaggio.

Per un portiere anagraficamente non più giovanissimo, il lavoro richiesto da De Zerbi e dai suoi preparatori, prima Francesco Farioli (oggi allenatore in Turchia del Fatih Karagumruk) poi Giorgio Bianchi, è stato complesso, ma ha portato a dei miglioramenti evidentissimi.
Con l’aiuto delle statistiche proviamo ad andare a vedere il grande cambiamento e il ruolo di maggiore centralità nella costruzione del Sassuolo.

In questa prima immagine vediamo la comparazione tra i passaggi corti, medi e lunghi negli ultimi 4 anni. Già dalla prima stagione del DeZe (2018/19) si può notare il cambio di rotta rispetto ai suoi predecessori (Bucchi-Iachini): quasi quadruplicati i passaggi corti, aumentati i medi e ridotti i lanci lunghi a testimoniare la metodica ricerca di costruzione dal portiere. Interessante il trend dell’ultima stagione con i medi e i lunghi in aumento, probabilmente dovuti alla ricerca della profondità: se gli avversari ti vengono a pressare alto, la ricerca della giocata lunga su Boga-Berardi ti può permettere di far ricevere questi giocatori, potenzialmente letali, in parità numerica nella metà campo avversaria.
In particolare, si possono notare i progressi su due aspetti:
1 – Cambio di mentalità: mettersi al centro della manovra, farsi vedere, ricevere palla, familiarizzare con l’avere il pallone tra i piedi.
2- Migliorare tecnicamente (migliore precisione e capacità di scelta del passaggio giusto) per supportare i cambiamenti tattici della squadra.

Di maggiore importanza è l’ultimo grafico. Qui possiamo vedere i tocchi su palla attiva (quindi esclusi rinvii dal fondo, calci da fermo ecc) e i palloni toccati fuori dall’area di rigore, proprio come se fosse un libero che si posiziona tra i 2 centrali di difesa. Ma il dato più impressionante è la distanza progressiva (in direzione della porta avversaria) percorsa con il pallone tra i piedi: raddoppiata rispetto al 2017/18 a mostrare l’estrema confidenza del portiere neroverde con il pallone tra i piedi.

I numeri di Consigli dimostrano la sua bravura anche nei confronti dei migliori d’Italia e d’Europa: nella stagione appena terminata, è il portiere che ha completato più passaggi corti a partita (8,7 vs 6,8 di Ospina). Nella distanza progressiva percorsa palla al piede è 2° dopo Pepe Reina e 3° nei 5 principali campionati europei. Per darvi un’ulteriore idea del dato: diversi giocatori di movimento avanzano meno con il pallone tra i piedi: Glik, Manolas, Joao Pedro alcuni esempi.
Consigli non è solo uno dei portieri più maturi della Serie A, ma ad oggi anche uno dei più completi. Servirebbe un altro articolo per elogiare la sua bravura tra i pali (1° per numero di salvataggi, 4° per PSxG+/- https://fbref.com/en/comps/11/keepersadv/Serie-A-Stats) e la sua freddezza nei momenti decisivi (3° ALL TIME per rigore parati in Serie A dopo Pagliuca e Handanovic). Per tutti questi motivi, noi Occasionali, ma forse non siamo gli unici, pensiamo che il portierone Neroverde avrebbe meritato di far parte della spedizione azzurra che questa estate si giocherà gli Europei.
Qui sotto altri esempi.