Questo Sassuolo deve cambiare

Una squadra in flessione di performance (ne parlavamo qui) ha incontrato un big del campionato, una squadra che lo scorso anno ha sfiorato lo scudetto e che se vuole può vincere ad Anfield.

Ma questo non giustifica la pochezza che il Sassuolo sta mostrando nelle ultime uscite.

Meglio perdere una volta per 5 gol che 5 volte per un gol, ed è certo che non è una partita ad avere il diritto di dover determinare i cambiamenti, ma l’impressione è che il 5-1 subito dall’Atalanta sia la lama del coltello che gira nella piaga. Le cattive sensazioni hanno preso una forma netta e non più trascurabile.

Così come abbiamo lodato il gioco neroverde, ora è il momento del “J’Accuse“, cercando di essere comunque costruttivi nella critica ad una squadra che ha grandi potenzialità. Dividiamo il manifesto per punti.

Gli errori in difesa

Troppi, troppi ed ingiustificati. Un colpevole principale, che è Vlad Chiriches, centrale che sembra soffrire mentalmente le gare, importantissimo per il suo ruolo offensivo (già due gol segnati e un assist), ma ormai non più difendibile per alcune uscite. Errori di marcatura, errori di impostazione, disattenzioni che spesso hanno portato a tracolli difensivi.

Uno dei primi “casi”, la marcatura su Galabinov nell’unico gol dello Spezia

Anche Ferrari e Consigli hanno commesso qualche fallo, ma raramente hanno sbagliato una gara, anzi si sono spesso dimostrati rocce solide. La difesa del Sassuolo di oggi è la migliore dell’era De Zerbi.

Romagna ancora non pervenuto causa infortunio, Ahyan comprato ma al momento spesso tenuto ai box o schierato terzino. Inspiegabile anche l’assenza di Marlon, che ha statistiche offensive pari a zero, ma si è dimostrato un marcatore migliore.

Ma visto che abbiamo accennato ai terzini…

Il valzer dei terzini

Il Sassuolo ha 4 dei terzini migliori del campionato, ciascuno con caratteristiche molto utili e un percorso di crescita positivo, eppure non si è ancora capito chi sia il titolare.

Rogerio allarga bene il gioco, Kyriakopoulos entra e tira meglio di tutti, Muldur riesce a coprire tutta la fascia, Toljan è il più esplosivo. Ayhan, che è stato il 5° impiegato, si è dimostrato logicamente più solido e utile nel creare un’impostazione decentrata.

Prendendo a confronto la fascia destra, non c’è un dato che Toljan o Muldur abbiano migliorato rispetto al 19/20

Ma ancora niente traccia di titolari, forse frutto del mantra “nessuno ha il posto assicurato”. L’impressione è che vengano alternati in base alla forma in un ciclo in cui quando uno sbaglia viene sostituito finchè il suo sostituto non sbaglia e gli cede nuovamente il posto.

Queste porte girevoli hanno a volte consentito di cogliere bonus inattesi, ma al momento sembra gettino confusione in un ruolo chiave con la difesa a 4, contrariamente alla tendenza italica dei tre centrali.

Il vuoto a centrocampo

Locatelli è veramente un fenomeno, un giocatore centrale per il progetto e per il gioco, ma intorno a lui quando è il momento di difendere è il vuoto pneumatico.

Anche qui pesa la mancanza della scelta di uomini, il satellite intorno alla stella numero 73 è cambiato spesso e volentieri. Obiang era titolare fino ad inizio campionato, poi è stata concessa un’opportunità a Bourabia e infine l’arrivo di Maxime Lopez ha portato il francese stabilmente in campo.

Possiamo ora affermare che nessuno di questi tre giocatori è stato in grado di occupare stabilmente il centro del campo, alternando ottime prove a partite di continua rincorsa. Anche qui sembrerebbe ripetersi la giostra dei terzini, ma il problema potrebbe essere un altro.

De Zerbi ha detto di aver arretrato un uomo da centrocampo e scelto il “doppio mediano” per consentire copertura ai 4 uomini davanti. Questa copertura c’è stata finchè la palla ha girato bene, ma una volta interrotte le combinazioni, la valanga di avversari si è riversata sul centrocampo.

Il gol di Leao è stata un’evidente manifestazione della cattiva impostazione difensiva a Sassuolo schierato. La coppia di mediani è spesso aggirata e non collassa mai negli half-spaces che cercano i trequartisti avversari. Inoltre la loro partecipazione all’attacco è nulla.

Tiri da fuori, punizioni, ma oltre a questo lo schermo dei mediani non ha mai consentito inserimenti. Ad oggi di 26 gol neroverdi solo 4 sono arrivati dai mediani e già l’anno scorso (la nascita del 4-2-3-1) sono stati solo 3 su 69. Tutto il peso realizzativo è sugli attaccanti.

A questo punto ci si aspetta un filtro difensivo che non sempre funziona. Vale la pena dare un’occhio a questo assetto se i contro sono maggiori dei pro.

Problemi di rosa

Per il mercato estivo avevamo evidenziato come servisse un centrale e un mediano, e le operazioni della dirigenza sono state perfette. Questa prima parte di campionato ha evidenziato una lacuna in attacco.

L’assenza di Ciccio è pesata, Raspadori forse è stato sovraccaricato di responsabilità a 20 anni e certo il contemporaneo stop di Defrel non ha aiutato. Forse una punta d’esperienza sarebbe stata utile, ma è sulle fasce che vediamo la mancanza di turnover.

Berardi sta giocando divinamente, ma sta spendendo molte energie. Boga sembra purtroppo non essere ancora tornato quello prima del coronavirus, una prova non da poco, da non prendere sottogamba per un giocatore fisico che non si è allenato per 30 giorni.

Al loro posto non si sa chi mettere. Haraslin sembra in crescita, ma ha trovato sfortuna con un rosso e un gol bellissimo annullato. E poi è solo uno.

Ricci non sembra essere mai stato preso in considerazione, Schiappacasse non ci consente ancora di esprimerci, e quando è stato allargato un trequartista il risultato non è stato buono.

La rosa non sembra sostenere una flessione delle ali.

La fluidità della manovra

La velocità di manovra del Sassuolo sta costantemente diminuendo e la fluidità dei giocatori rasenta sempre più lo zero. Da un lato c’è un calo atletico, perchè gli scambi che vediamo in campo sembrano lontani parenti dei triangoli che volavano nel post-lockdown.

Gli avversari riescono ad intercettare sempre di più le linee di passaggio quindi o gli errori stanno aumentando o la prevedibilità è sempre maggiore. O entrambe le cose.

Certo è che le squadre ci affrontano sempre meglio, ma noi le affrontiamo sempre peggio. Le tre linee di formazione sono sempre più statiche, non si vedono più terzini sovrapporre in campo aperto o centrale pericolosi in area. Come detto i mediani restano rigorosamente fuori dall’area di rigore e le ali non riempiono mai l’area lasciando spesso la punta da sola.

Nell’esempio in slide, contro il Milan Muldur riceve largo, e tutti si muovono in maniera prevedibile. Al momento del tiro “libero” di Bourabia sono tutti schierati a 2-3-1 e solo Caputo in area da solo

Questa rigidità sicuramente aiuta la copertura in caso di ripartenza, ma ostacola il controllo dell’intensità del gioco. Una volta che gli avversari hanno presidiato le zone, possono attendere le nostre mosse e poi controattaccare, senza essere impensieriti da scambi o inserimenti.

E’ proprio quando il Sassuolo cambia la trama e ad esempio inserisce Traorè dietro le linee, che sorprende e colpisce come contro Samp e Fiorentina. Altrimenti bisogna aspettare il calcio piazzato o Chiriches che si alza.

Questi sono stati praticamente tutti gli ultimi gol fatti, dal Benevento all’Atalanta. Mancano le rete costruite con le fitte trame, gli scambi al rasoio e le giocate brillanti che avevano dato fiducia a questo Sassuolo.

Il Sassuolo è statico, statico attacca, statico imposta (aspettando che un avversario attacchi il nostro portiere sul 5-1) e statico difende facendosi sorprendere ogni volta che una punta avversaria si allarga.

Conclusione

Tutti i giocatori non stanno brillando per efficiacia, spesso la scelta presa dal singolo è quella sbagliata e la palla persa. Tuttavia molti di questi errori sembrano ormai “sistemici“, sedimentati nel gioco e nell’approccio, che è peggiorato.

Serve quindi un cambio drastico, di passo ma forse anche ontologico per dare una scossa all’ambiente, per non sprecare i 26 punti raccolti finora, il posto in classifica alto e da Europa, e la crescita di molti giocatori.

Per composizione della rosa e sistemazione in campo, forse al momento per il Sassuolo sarebbe congeniale un passaggio definitivo al 3-4-2-1 che già accenna in fase di impostazione.

Il terzo difensore sarebbe il perno di impostazione, Ayhan sembrerebbe averne le qualità, così come Marlon o lo stesso Chiriches. Tre dietro aiuterebbero a dividersi le marcature e sosterrebbero le scelte difensive, consentendo anche a turno una salita a centrocampo del playmaker.

Al momento la salita di Consigli genera già una difesa a tre, ma non di fatto, e costringe Locatelli ad abbassarsi per ricevere. In caso di uscita del portiere, il centrale potrebbe alzarsi come perno al centro e consentire a Locatelli di restare a creare gioco più avanti.

Sulle fasce, tutti e quattro i terzini sembrano adatti a fare gli esterni, liberi da compiti difensivi e di poter sgroppare su tutta la fascia senza dover “sbattere” contro l’ala.

A centrocampo inoltre si formerebbe un quadrato fra i due mediani e i due trequartisti che porterebbe quantità al centro e favorire l’inserimento degli esterni. Uomini come Djuricic, Traorè e Defrel potrebbero essere perfetti se messi a sostegno fra loro e della punta (ovviamente Caputo), negli spazi stretti in cui la loro qualità può spostare l’equilibrio.

Chiaramente questo prevederebbe il sacrificio delle ali. Tuttavia un Boga in questo stato di forma forse può riposare in panchina, visto che l’impressione è che il Sassuolo oggi usi gli esterni alti solo per lui.

Berardi potrebbe o beneficiare dell’accentramento come già fatto quando con Boateng era a ridosso di Babacar, oppure prendersi il totale possesso della fascia. Il suo gioco si è arretrato molto, lo abbiamo visto capace di recuperare palla in difesa e dopo poco stoppare sontuoso a lato dell’area.

Lo spostamento ad esterno è stato il motivo del suo mancato passaggio in una squadra con la difesa a tre, ma ora il ragazzo è dieci volte più maturo.

Ovviamente tutto questo è un’idea, quasi fantaclacistica, e rappresenta un rischio non da poco nel toccare una macchina che fino a poco fa funzionava alla perfezione, ma del resto è seriamente a rischio anche il piazzamento nei primi 7 posti. De Zerbi ha ovviamente anche l’opzione di non cambiare nulla “affinchè tutto cambi“, sa che esiste e che sarebbe più coerente con il percorso, ma al momento possiamo avere garanzie che funzioni?

Di fronte alle scelte il mister ha sempre puntato sulla coerenza al gioco. Vedremo se sarà disposto a rischiare tutto, o preferirà conservare. Finora, bisogna dire, ci ha sempre beccato e dalle difficoltà ne è uscito più forte come tutto il Sassuolo.