Qualcosa di nuovo

Bologna Sassuolo è stata una partita sensazionale, continuamente scombinata da creazioni, costruzioni, errori, cambi e occasioni. Ma è stato qualcosa di forse mai visto negli ultimi anni nel Sassuolo.

I felsinei si sono dimostrati i primi in questo campionato a mettere a serio repentaglio la supremazia tattica dei neroverdi, dimostrandosi capaci e preparati nell’ostacolare la costruzione di De Zerbi.

Per la prima volta in questa stagione il Sassuolo ha avuto un indice PPDA superiore al suo avversario. In pratica in fase di creazione nella metà campo difensiva, il Bologna ci ha concesso solo 6,29 passaggi in media, mentre noi ne abbiamo permessi 7,6.

Il modo in cui Svanberg, Schouten e Dominguez hanno braccato Locatelli e Barrow e Orsolini hanno spinto sui nostri terzini ha chiuso tutte le chiavi di volta che solitamente usiamo per uscire palla al piede e fra gli applausi. Da questo pressing organizzato egregiamente sono nati il secondo e il terzo gol, due reti capaci di stendere chiunque.

E qui è partita la rivoluzione della gara, che ha un minuto ben preciso: il minuto ’63.

Con ancora mezzora da giocare, De Zerbi ha operato 3 cambi, una cosa che se ci pensiamo era impraticabile fino all’anno scorso, non si poteva sconvolgere così tanto il piano gara. Ma il nostro mister si è giocato tutto.

Fuori Muldur e Traoré, autori non di una fantastica gara, e Bourabia ancora scelto titolare per affiancare Locatelli, ma spesso incapace di superare le linee compatte rossoblu. Ma a loro si sono sostituite tre sorprese, forse appositamente studiate per rompere i piani di Mihajlovic.

Anzichè Obiang, al posto del marocchino è entrato il nuovo acquisto Maxime Lopez con solo qualche allenamento nelle gambe dopo la quarantena da arrivo dall’estero. Per Muldur è salito il conterraneo Ayhan, adattato a terzino per l’occasione. Infine Traoré è stato sostituito da Raspadori, all’esordio stagionale.

Se prendiamo queste tre sostituzioni attentamente possiamo notare la volontà dell’effetto sorpresa, e come non sia stato determinante inserire quei tre giocatori, ma semplicemente tre nuovi giocatori. Il Bologna non ha più tenuto le misure e ha perso continuamente Raspadori fra le linee e un centrale difensivo che a turno saliva a centrocampo in un simil 3-4-2-1.

Se vediamo il grafico dinamico degli expected Goals, notiamo che fino al gol di Orsolini il Bologna ha prodotto più azioni e cumulato più tiri insidiosi, non a caso andando in vantaggio per 3-1. Dopo i cambi, il Sassuolo ha segnato praticamente nel giro di un minuto e ha cominciato a sassare la porta di Skorupski con efficacia. Tutto si è capovolto.

Lopez è stato capace di giocare con una rapidità di esecuzione che ha evidentemente rapito De Zerbi, Berardi è salito in cattedra spadroneggiando su un Hickey ormai domo e la squadra è stata pervasa da una convinzione mai vista.

La serenità con cui la difesa ha recuperato il pallone dalla rete dopo un errore grossolano è stata a dir poco zen. La fiducia con cui nessuno ha infierito implicitamente sul mediano e la cattiveria agonistica che ha infervorato Ferrari e Consigli ha creato il miracolo (bonus: l’esultanza dopo aver fermato il calcio di punizione di Sansone).

In tredici minuti tre gol (di cui un auto) hanno ribaltato quella che sembrava l’ennesima partita in cui un Sassuolo spavaldo veniva fregato da un cinico avversario. Ma allo stesso modo non possiamo nemmeno catalogare la partita alla vittoria meritata di cui impone il gioco.

Non una partita da dominatori, ma comunque una partita in cui l’autostima non ha mai fatto pendere la bilancia dalla parte degli avversari. Una partita in cui la squadra ha giocato non senza sbavature, ma senza paure difensive, sapendo che ad ogni errore l’attacco poteva rimediare con un gol. Una partita inimmaginabile nel calcio di 10 anni fa.

Questo Sassuolo è nuovo, rischia e ora raccoglie i frutti, crea, conclude, tira più di ogni altra squadra e dopo 3 partite da 4 gol è il secondo attacco ed è al secondo posto.

Le grandi sfide sono in agguato, ma questo Sassuolo non finisce mai di stupire.