Parliamo del mercato del Sassuolo

Quando succedono cose strane, impreviste e che ci sconvolgono, la cosa più immediata che facciamo oggi è cercarla su Internet, informarci e tramite i media tranquillizzarci o andare completamente nel panico. E’ il modo con cui combattiamo la paura di ciò che non capiamo. E se noi siamo i “media” allora forse è nostro compito provare a spiegare come diavolo sta girando il mercato del Sassuolo.

Non più di 3 anni fa il Sassuolo era famoso per il suo progetto made in Italy. Tutti i giornali, non sapendo minimamente cos’altro dire su una città di 40mila abitanti, sottolineavano la conquista dell’Europa League con un Undici formato da soli 3 “non-italiani”.

Questo era prima però di sconvolgere tutto, prima di passare da comprare Sansone, Zaza, Pellegrini a Muldur,Kyriakopoulos e Haraslin. C’entra la storia calcistica di questi anni? C’entrano i progressi alle infrastrutture? C’entra che abbiamo comprato Marcello Trotta per comprare “italiano”?

Forse niente di questo, o forse tutto. Partiamo osservando l’ultimo mercato, tralasciando la questione Noor Arabat che per i più curiosi approfondiamo qui.

La sessione invernale si è svolta sostanzialmente tutta il 31 gennaio. I quattro trasferimenti principali (escludiamo il prestito di Mazzitelli) effettuati dalla dirigenza del Sassuolo sono arrivati tutti allo scadere, probabilmente per un motivo solo: la cessione di Duncan.

Il ghanese era sul piede di partenza e pedina sacrificabile designata di un centrocampo intasato, ma il vero colpo è stata la cifra. Probabilmente si è fatta resistenza alle offerte fino all’ultimo per far salire il prezzo, e alla fine la Fiorentina sarà obbligata a pagare 15 milioni per riscattarlo a giugno, più altri 2 in caso di bonus.

Non pochi, considerando l’acquisto 5 anni fa a meno della metà (6 milioni) e il fatto che abbia liberato uno slot stipendio. Tuttavia il Sassuolo non ha reinvestito la cifra: improvvisamente, come se avesse tutto pronto nelle ultime ore, ha concluso per tre pedine low cost.

Guardando la rosa si capiva che servivano un centrale (dati gli infortuni) e due attaccanti per far rifiatare la BBC, Berardi-Boga-Caputo. E proprio quelli sono arrivati, con una precisione chirurgica.

Giangiacomo Magnani lo conosciamo. E’ stato richiamato alla base dopo un prestito poco fortunato al Brescia in cui ha fatto solo una presenza. Il ‘95 reggiano è un profilo noto a De Zerbi e ha tutta l’aria di andare a tappare un buco senza rischio, per il turnover.

Lukas Haraslin, slovacco classe ‘96, invece è un nome abbastanza ignoto. In pochi forse si ricorderanno di lui nelle giovanili del Parma. Purtroppo la sua annata con i crociati fu la sfortunata stagione del fallimento, quindi conclusa quella Haraslin si trovò svincolato e si accasò in Polonia. 

A Danzica è stato impiegato sia da esterno offensivo destro che sinistro, dimostrando una duttilità non da poco conto date le ristrettezze neroverdi. Dopo aver trovato qualche difficoltà, la scorsa stagione è stata la migliore della sua carriera in cui ha trovato la titolarità (33 partite in campionato) e la costanza, con 4 gol segnati e 8 assist. In generale è sempre stato più propenso all’ultimo passaggio, che all’ultimo tiro. Inutile però dire che non lo conosciamo a dovere.

Chi conosciamo addirittura meno è Emiliano Gomez, uruguaiano classe 2001 nel giro della sub-20 della nazionale. Di lui non si hanno ancora prove tangibili nel calcio dei grandi, ma solo una storia di trasferimento abbastanza strana. A gennaio infatti era già passato ai Boston Rivers, club di Montevideo e non americano, ma dopo 20 giorni il Sassuolo lo ha prelevato.

Mentre Haraslin ha un riscatto legato alla salvezza (quasi certa a questo punto), Gomez ha un diritto libero ed è stato aggregato alla primavera. Probabile quindi che solo il primo possa entrare in pianta stabile nelle rotazioni.

La cosa che stupisce di questi acquisti è che non sembrano mai guidati dai procuratori (nessun nuovo arrivo condivide il procuratore con giocatori presenti o passati di qui) e che sono centellinati per ruolo e quantità. L’enfasi dello stesso Carnevali è alta definendo Haraslin come un “obiettivo primario” del mercato di Gennaio.

Sembrerebbe che il Sassuolo stia cambiando il suo modo di fare mercato, ma se allarghiamo il campo possiamo vedere meglio.

Tutto iniziò l’anno scorso con l’acquisto estivo di Bourabia dalla Turchia, un profilo molto strano per la linea del Sassuolo. Ovviamente colpisce lui ma dobbiamo iniziare a mettere in conto anche giocatori come Boga, Marlon e Demiral (a Gennaio), di cui oggettivamente non si sapeva nulla al loro arrivo.

Questi profili sono stati acquistati a costi bassi o tramite riscatti rivelatisi poi tutti abbordabili. Bisogna prendere questo elenco e realizzare che poche volte il Sassuolo ha toppato, dal momento che Boga è stato riscattato per 3 milioni, Demiral per 9 poi rivenduto al doppio, Bourabia a 2 milioni e Marlon a 6, forse attualmente il più caro.

Il punto però è che il Sassuolo non li ha mai presi come acquisti principali, ma piuttosto come rinforzo ai nomi importanti. I nomi grossi su cui infatti si puntava erano Boateng e i due pupilli del Deze Djuricic e Brignola. Senza contare che si erano spesi 7 milioni per Di Francesco e Babacar, poi rivelatisi fuori dal progetto. Paradossalmente si è fatto flop più su questi nomi!

Dopo aver passato vari anni a dover scommettere su rilanci di carriera (Cannavaro, Acerbi, Consigli) o giovani in rampa (Vrasliko, Duncan, Pellegrini e tutto il club italiano), è chiaro che il Sassuolo stia cambiando strategia potendo contare su un appeal maggiore ed essendosi imposto come uno stabile sbocco sulla Serie A per giocatori esteri. 

A questo aggiungiamo anche il fatto che lo scouting per i giocatori esteri costa, e spesso i piccoli club non se lo possono permettere e devono ricadere sulle giovani scommesse.

Il Sassuolo quindi ora fa questo mercato probabilmente perchè può permettersi di farlo; si sta spostando già più verso un’idea di business simile ad Udinese o ancor più Atalanta: un gruppo saldo di certezze e un margine di scommesse da valorizzare anche economicamente.

Questo strano mercato di gennaio, quindi, va letto anche in luce di un mercato estivo veramente esoso. Anzi, il più costoso finora. Erano stati versati 10 milioni per il riscatto di Locatelli (giocatore più costoso della storia), 8 per Obiang, 7 e mezzo per Caputo e 9 per la conferma di Demiral. Non tutte le squadre di metà classifica possono permettersi un esborso complessivo di quasi 60 milioni contando tutti i movimenti.

(*) trattative ufficializzate nel 2018/2019

E’ evidente che l’investimento sia stato fatto in estate e su giocatori molto più iconici come Caputo, allargando poi la rosa anche qui all’ultimo giorno di mercato pensando a Romagna e Kyriakopoulos. Due arrivi del 31 agosto, anch’essi rivelatisi fondamentali.

In conclusione, al momento non possiamo certo lamentarci del mercato del Sassuolo. I nomi non sono eclatanti, ma perseguono un principio di sosteniblità economica sempre più importnate ora che non c’è più il Dottore. Non dimentichiamo che questa è stata la prima sessione senza di lui. 

I soldi che arriveranno da Duncan (15 milioni quasi tutti di plusvalenza) saranno messi per il riscatto di Traorè, mentre per poter riscattare Toljan e Kyriakopoulos si attingerà ai 12 milioni di Lirola. Un mercato non eccezionale, ma del tutto bilanciato, un Sassuolo che spende ma con coerenza e nell’attesa di risultati dal campo che potranno avere un impatto sicuramente maggiore delle manovre economiche. 

Inoltre grazie ai soldi che arriveranno dall’Inter per Stefano Sensi (circa 20 milioni), il Sassuolo potrebbe riuscire a impostare un mercato anche senza una cessione big, con Boga primo indiziato.

Si veda ancora l’esempio dell’Atalanta, oggi passata da concorrente a riferimento. 

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