Le migliori coppie di CONGIUNTI

Ci siamo! Il 4 maggio ha d’ora in poi un sapore diverso per tutti noi. Se per qualcuno poteva essere un giorno dedicato a Star Wars o per altri la vigilia del poema manzoniano, da quest’anno il 4 maggio è il giorno dei congiunti.
Da oggi possiamo tornare a trovare, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza eh, tutti i congiunti dai familiari fino a (parenonsiamosicurienonciprendiamoresponsabilitàneldubbiocontrollateilsitohttp://www.governo.it/it/faq-fasedue) gli amici. Ma solo quelli veri eh, non quelli che non si vedono nel momento della difficoltà o che ti rubano la bici!
Sembrerebbe prossima anche la ripresa degli allenamenti per i giocatori neroverdi, fra d.p.c.m. e ordinanze regionali. E allora ci siamo chiesti quali fossero le coppie di fatto più consolidate in questi anni di Sassuolo.
Se i famosi “congiunti” sono anche gli affetti stabili extra familiari, allora ecco qualche coppia cui invidiamo l’affinità, e che sicuramente approfitterà della fase 2 per ritrovarsi anche in nome dei bei tempi andati.
- BERARDI e DI FRANCESCO

Già, qua partiamo subito con i feels pesanti. Nel tramandato racconto epico sportivo del rapporto maestro-allievo, la storia di Mimmo e del Difra si incasella perfettamente come una delle più romantiche. Il ragazzo di campagna (calabrese) che viene notato e lanciato dal maestro abruzzese. E’ innegabile come il talento di Berardi si sia espresso al meglio grazie alle cure del Difra, che non gli ha mai fatto mancare l’appoggio. Persino nei momenti di grande discussione, di decisioni sul futuro, le parole per Berardi sono sembrate quasi quelle di un padre.
Sicuramente se Mimmo oggi è ancora in neroverde, lo dobbiamo anche al Difra, a cui l’ala destra non ha avuto paura ad affidare la propria crescita. E di cui oggi raccoglie i frutti. La coppia è durata 5 anni, dal primo di B fino all’ultimo di serie A con l’Europa League. Sono state 81 vittorie per il tecnico abruzzese e 59 reti per l’attaccante. Se si vuole fare la media, viene fuori un numero non certo basso.
- ACERBI e CANNAVARO

Difficile il confronto ora? La coppia di centrali che ci ha portato fino in Europa League ha forse una delle storie di riscatto più belle di cui noi tifosi possiamo vantarci. Nessuno forse se lo ricorda, ma sono entrambi arrivati al primo anno di A del Sassuolo, facendosi così tutta la gavetta dalla lotta salvezza al 6° posto. Acerbi arrivò in estate, ma fu subito colpito dalla scoperta del tumore e pochi mesi dopo della sua recidiva. Dopo il mancato “salto di categoria” al Milan, la sua carriera sembrava segnata. Paolo Cannavaro arrivò a gennaio, scaricato brutalmente dal Napoli dopo esserne stato il capitano, a causa dei rapporti con Benitez.
La prima stagione, con Acerbi subentrato dopo la terapia, non fu certo esaltante, ma la coppia si cominciò a rodare grazie alla loro presenza fissa. Pensate che, dopo una malattia non certo leggera, Acerbi ha disputato 149 partite di fila (di cui 126 di Serie A) fino all’espulsione del gennaio scorso con la Lazio: da Ottobre 2015, il Sassuolo non ha mai giocato senza lui.
Insieme a Paolo, che ha lasciato prima di lui per la proposta cinese nel 2017, Acerbi ha formato la miglior coppia difensiva sassolese che al momento conta ben 84 presenze.
- MAGNANELLI e MISSIROLI

La storicità di questa coppia non è data tanto dalla cronologia quanto forse dall’intensità di vissuto. Nel senso che dopotutto i due hanno giocato poche stagioni da titolari, fra infortuni e cambi di modulo. Dopo un anno in B in cui ci siamo saldamente aggrappati alla catena di centrocampo M&M, il primo di serie A li aveva visti entrambi perdere la loro centralità.
Non è un caso che il Sassuolo abbia ritrovato il suo equilibrio e in un certo senso la sua “anima”, solo ritrovando i due centrocampisti. E se al Puma gli si vuole un bene da “bandiera”, al Missile, che si è aggregato come primo “grande acquisto” milionario, si è sempre portato rispetto e gratitudine per aver sposato la causa. Proprio grazie a loro due, che sembravano a rischio permanenza, il Sassuolo è arrivato in Europa.
E dopo la promozione, la coppia amarcord si è legata a questo nuovo e imbattuto traguardo neroverde.
- LONGHI e GAZZOLA

Il terzino è sempre più un ruolo in discussione nel calcio italiano. Innanzitutto sono necessarie doti diverse a seconda praticamente di ogni allenatore: c’è che li tiene bloccati, chi li spinge come ali, chi li fa impostare e chi li fa crossare. E poi la maggior parte del calcio italiano non li usa proprio, preferendo la difesa a tre e l’uso di tornanti. Ma il nostro 4-3-3 ha avuto bisogno di loro.
Alessandro Longhi e Marcello Gazzola non sono stati solo i terzini della promozione, ma anche il simbolo di chi ha saputo rimboccarsi le maniche per saltare la categoria. Non sono mai stati giudicati in grado di poter essere titolari nel massimo campionato, eppure quando i sostituti hanno ceduto (si vedano i vari Ziegler, Schelotto e compagnia bella) loro si sono fatti trovare pronti. Per quanto Peluso e Vrsaljko abbiano sicuramente rappresentato la miglior forma dei terzini in un 4-3-3, il fascino provinciale del tandem Longhi-Gazzola ha quel sapore di neopromozione che forse un po’ ci manca.
- DJURICIC e DE ZERBI

Abbiamo cercato a lungo il discepolo del maestro bresciano, ma non abbiamo (ancora) trovato l’uomo. Per quanto molti giocatori come Caputo,Obiang, Boateng o Boga stiano oggettivamente esprimendo il loro meglio con lui, non possiamo ancora vedere la sua immagine riflessa su nessuna giovane promessa.
La sua storia diventa romantica se combinata con Filip Djuricic. Il serbo è arrivato in Italia come un oggetto misterioso, dal talento decantato ma faticoso nel palesarsi. Sembrava già perso, a 26 anni passati, eppure è bastato un prestito disperato per rilanciarlo.
L’incontro con De Zerbi ha più il gusto di un amore considerato perduto, poi ritrovato, piuttosto che del rapporto maestro-allievo. La metà stagione sannita è veramente pazza, perchè il Benevento gioca come se non avesse nulla da perdere e vengono fuori talenti interessanti, fra cui il suo appunto. L’anno seguente, a Sassuolo De Zerbi chiede e ottiene il serbo che si era svincolato.
La sua carriera a rischio si è ripresa nettamente e questa stagione un cambio modulo imprevisto gli ha consentito di diventare il trequartista moderno che da tempo cercava di essere.
- BOAKYE e COFIE

Entrambi ghanesi, entrambi giovani promesse del vivaio genoano, entrambi prestati al Sassuolo per poter prendere il largo definitivamente. Nella stagione 2011/2012 Isaac Cofie è stato la colonna del centrocampo neroverde, mentre Richmond ha trascinato l’attacco.
Uniti dal passato, non lo sono stati nel destino. Cofie è tornato alla casa madre dopo una sola stagione e, dopo vari prestiti fra cui uno al Carpi, si è accasato in Turchia. Boakye lo ha “tradito” con un altro conterraneo, questa volta anche coetaneo: Raman Chibsah, con cui ha formato un duo da poter apprezzare in questa intervista su Youtube.
Curiosità: grazie all’arrivo e al talento di Duncan, da quella stagione il Sassuolo ha sempre avuto almeno un giocatore del Ghana in rosa. Potete preparare i meme.
- PELLEGRINI e SENSI

Lo avreste mai detto che il potenziale centrocampo dell’Italia ad Euro 2020 sarebbe stato tirato da due giovani cresciuti al Sassuolo? Noi sì.
Lo diciamo onestamente, perchè bastava osservare quello che succedeva in campo per accorgersi del talento dei due ragazzi scuola Roma e Cesena. A soli 20 anni, Pellegrini era capace di sostituire egregiamente sia Magnanelli come mediano che Missiroli come centrocampista di raccordo con l’attacco. Il suo prezzo di riscatto è forse tuttora la più grande ingiustizia sportiva subita. Stefano Sensi ha subito la sua concorrenza, pur essendo di un anno più anziano.
La convivenza qui non è stata delle più brillanti, perchè è coincisa nel momento in cui Sensi si è adattato meglio come mezzala. Una volta “liberato” il posto con la cessione di Lorenzo alla Roma, Stefano è esploso nel suo nuovo ruolo e ora si studia il loro impiego contemporaneo in azzurro.
Unico problema: gli Europei sono rinviati di un anno. Poco male, pensiamo. I due hanno già saputo impiegare bene il loro tempo per maturare.
- BOATENG e MATRI

Da tifosi, dobbiamo essere orgogliosi. E sappiamo il perchè.