Amarcord. Sassuolo-Napoli 2-1

La storica stagione 2015/2016, che ogni occasionale ha appuntato nel cuore o con un poster, comincia una calda sera di Agosto. Di quelle che ce ne sono tante, d’estate, nel reggiano.
Il 23 comincia il campionato di Serie A, anche se per molti è ancora calcio d’agosto. Lo Stadium è mezzo vuoto nonostante lo sfidante sia storicamente uno dei più ambiti vista la tifoseria onnipresente e l’attuale rosa: il Napoli di Maurizio Sarri.
E’ il primissimo momento dell’ormai famoso “sarrismo”, anzi potremmo tranquillamente definirlo il preambolo, l’anticamera, la fase embrionale e sperimentale. La macchina quasi perfetta che il tecnico toscano metterà a punto non si vede ancora, anzi gli stessi principi verranno messi in discussione da questa prima sconfitta.
Ma già dalla formazione iniziale si può intuire qualche perplessità. Pur avendo tutti a disposizione, Sarri sceglie Chiriches al posto di Koulibaly, Valdifiori come playmaker al posto di Jorginho e David Lopez (se non ve lo ricordate, è normale) al posto di Allan. per ricalcare il gioco del suo Empoli, dispone Insigne dietro Higuain e Mertens in un 4-3-1-2 dinamico, ma un po’confuso.
Di contro non abbiamo dubbi sulle scelte del Difra con il classico 4-3-3 a difesa e centrocampo titolari (ripetiamo insieme la filastrocca: ConsigliPelusoCannavaroAcerbiVrsaljijko e MagnanelliMissiroliDuncan). In attacco sceglie una piccola sorpresa e come spesso gli capita, ci prende in pieno. Berardi a destra, Defrel al centro e Floro Flores a sinistra.
Ci si poteva aspettare l’impiego del francese, appena arrivato, come esterno e con Floro al centro. Ma Eusebio ha già capito che le qualità di Gregoire sono quelle di una punta moderna e ha già adattato Floro Flores a fascia in passato, consentendogli di inserirsi negli spazi che la punta apre arretrando. E su questo ci arriviamo fra poco.
Pronti, via. Siamo sotto.
Con una bravura tipicamente sassolese, riusciamo a prendere gol nei primi 10 minuti. Stavolta al 2’ per la precisione: il Napoli spinge in avanti, Higuain tira un potente diagonale e Cannavaro lo respinge a pochi passi, con Consigli steso a intercettare il pallone. Per Hamsik è facile insaccare. Inizio complicato per chi, come Paolo, sente questa partita e infatti anche pochi minuti dopo rischia di nuovo la frittata.
Ma la reazione del Sassuolo sbalordisce tutti, specialmente il Napoli che sbanda subito. La pressione e la velocità delle intese fra i giocatori confonde i partenopei che sembrano in colpevole ritardo di condizione.
Il Sassuolo comincia ad entrare nelle maglie del Napoli un po’ dappertutto, arrivando alla conclusione sempre più pericolosamente. E alla fine dopo mezzora ecco il pareggio.
E’ proprio Cannavaro che innesca lo schema che coglie di sorpresa gli azzurri. Lancio lungo, perfettamente calibrato nella zona rossa dietro la difesa con Defrel che preme. Albiol ci arriva prima, ma è proprio quello che si cercava, perchè Berardi e Floro Flores stanno già attaccando il centro con il centrocampo del Napoli ancora in Mediopadana.

Sembra un’azione di beach soccer. Al lancio di Cannavaro segue controllo di petto e pallonetto al volo di Mimmo per Floro che non si è mai fermato. Controllo ancora di petto e tocco preciso sul secondo palo a Reina incolpevole. L’attaccante poi non esulta per le sue origini e il suo primo passato calcistico sotto il Vesuvio.
Il Sassuolo dilaga e sfiora il vantaggio sopratutto con Defrel. Al 40’ uno scatenato Floro Flores taglia tutto il campo e butta in mezzo per Defrel con la solita mossa kansas city per cui l’avversario si accorge tardi di aver dimenticato uno dei nostri. Reina para.

La Gazzetta può dire quello che vuole, ma qui la bravura del portiere sta forse nel posizionamento e nel giusto tempo di scalata verso il secondo palo. Per il resto a prenderla con il tacco del piede d’appoggio ci vuole sol del gran culo.
L’intervallo è indigesto per Sarri che rimugina sulle sue mosse possibili, ma nonostante abbia una panchina ricca di talento, i cambi che sceglierà saranno determinanti in negativo. Al 63’ infatti toglie Higuain, provocando ondata di sconcerto nello stadio.
E’ strano pensare che quella sarà l’annata del record di 36 gol del Pipita. In quella sera al Mapei c’è grande incertezza e dubbio intorno a tutto il Napoli e il Sassuolo ne approfitta. Contemporaneamente al Pipita scende Berardi infortunato, lasciando spazio a Politano, mentre per il Napoli entra Gabbiadini. Già questo dovrebbe misurare l’utilizzo della rosa da parte dei due. Da un lato la squadra plasmata dal Difra in 3 anni, dall’altro la prima uscita del rivoluzionario sarrista.
Entreranno El Kaddouri e Callejon e l’attacco partenopeo perderà senso definitivamente. Eusebio invece butta nella mischia il suo asso nella manica, quel Nicola Sansone lasciato tatticamente in panchina. Verso i minuti finali c’è posto anche per Falcinelli, che sarà fondamentale.
Il Napoli come detto non incide se non con qualche azione singola di Mertens di quelle che ti fanno dubitare se davanti a te hai un fenomeno o uno dei giocatori più egoisti del pianeta. L’anno succesivo ci dimostrerà che il belga è entrambe le cose, ma restando alla serata no del 2015 è solo questione di tempo prima che la difesa subisca un’incursione ben organizzata.
E all’83’ la risolve proprio l’italotedesco su assist deviato di Falcinelli, con tutta la difesa del Napoli a rincorrere e a vedersi segnare di testa da uno alto 1,70. Il tutto nato da un pallonetto (ancora) di Politano, il sostituto di Berardi. La partita finisce qui nella pratica, il Napoli è distrutto.
Fischi per gli ospiti che sono agli inizi ma non hanno tempo da perdere nonostante la Juve non ingrani per un po’. Applausi scroscianti per l’undici neroverde che vince di esperienza ed intensità una partita straordinaria a leggerla col senno di poi della stagione conclusa.
E applausi per il Difra, che legge alla perfezione sia la preparazione alla partita che il corso dell’opera, sapendo rincuorare dopo l’iniziale mazzata e riuscendo a sopperire anche l’infortunio di Mimmo con 3 cambi uno più azzeccato dell’altro. Un’esecuzione perfetta per quello che in quella stagione sarà un maestro di calcio.