Amarcord. Sassuolo-Juventus 1-0

La sera del 28 Ottobre 2015 entra nella hall of fame dei tifosi neroverdi per un gesto tecnico, che più sembra semplice e più sembra perfetto: la punizione.
E’ il calcio piazzato di Nicola Sansone a regalare una storica vittoria a Reggio, forse non così inattesa come ci si aspettava, ma a posteriori decisamente importante. Quel mercoledì alle 20:45 al Mapei, in un turno infrasettimanale, si consuma una partita tesa, se non bruttina, ma con un gesto tecnico che merita il biglietto.
Le squadre arrivano allo stadio in condizioni decisamente opposte: il Sassuolo sta inanellando una serie positiva ed è a 15 punti dopo 10 giornate. Invece la Juventus si trova sorprendentemente a 3 punti IN MENO di noi, con la Roma distante 8 lunghezze già ad inizio campionato.
La partita rispecchia la straordinarietà del momento.
Il Difra sceglie il canonico 4-3-3, ma fra assenze e sorprese genera un undici inatteso. In porta c’è Pegolo a sostituire Consigli che si è fatto espellere a San Siro un po’ ingenuamente. La difesa è stabilmente affidata al quartetto Vrsaljko, Peluso, Acerbi e Cannavaro, mentre il terzetto di centrocampo vede Biondini a fare quantità assieme al Capitano e al Missile. In attacco, Berardi e Sansone sono in rampa di lancio, ma al centro il prescelto è Floccari.
Allegri invece è in una fase di evidente prova e confusione. Il modulo è un 4-4-2 che non decolla ancora, con Barzagli terzino e Pogba esterno sinistro opposto a Cuadrado. In attacco Mandzukic e Dybala lasciano in panchina l’ex tanto atteso, Simone Zaza.
Zaza è stato l’uomo mercato, dal momento che la sua cessione ha fornito linfa per il calciomercato nostrano e ha alimentato le voci sulla permanenza o meno di Berardi, il giovane che al momento rifiuta la Juve. Gli incroci non mancano insomma. La partita comincia.
Dopo varie e confuse costruzioni, al 20’ minuto c’è già il momento della svolta su cui tutto si incentra, la punizione di Nicola Sansone.
La posizione è da playstation, perfettamente angolata e distante per consentire potenza e precisione. Tutto predisposto, ma la classe bisogna mettercela. Berardi finta e sembra che la Juve creda veramente al tentativo. Nicola parte ed esegue perfettamente il giro che scavalca la barriera infilandosi nel sette con Buffon immobile a guardare. Le parole non servono per descrivere una traiettoria che verrebbe apprezzata oggettivamente da chiunque abbia mai calciato un pallone.
La Juve è in bambola, sembra un’altra serata no ma sarebbe quella decisiva, quelle che relegherebbe definitivamente la squadra a non correre per lo scudetto. Si vedono conclusioni interessanti, su cui Pegolo si fa trovare pronto, ma quasi mai pericolose e soprattutto ravvicinate. La sterilità del possesso palla bianconero è rappresentata dalla difficoltà ad entrare in area.
Magnanelli e Biondini schermano perfettamente, riuscendo a staccare completamente Pogba e Lemina dalla coppia d’attacco, tenuta a bada da Acerbi e Cannavaro. La tranquillità con cui, dopo ogni tiro spuntato della Juve, i giocatori del Sassuolo si girano verso il centro del campo è disarmante.
Sembra veramente che seppure il controllo palla sia stabilmente in maglia rosa, il Sassuolo detenga il controllo mentale. Nessuno sembra realmente spaventato, e nemmeno teso per dover difendere il risultato.
A testimonianza di ciò la Juventus è nervosissima, complice il brutto periodo. Chiellini si fa subito ammonire e anche Lemina, già ammonito, nei primi minuti calcia rabbiosamente via la palla dopo aver fatto fallo, rischiando il secondo giallo.

E alla fine arriva l’espulsione di Chiellini. Il difensore italiano entra per due volte da dietro su Berardi, provocandosi due gialli meritati. Il secondo, al ‘39, è anche dovuto al fatto che Mimmo lo ha appena scavalcato con un tacco. L’arbitro non ha dubbi che in quella stecca di sia della vendetta, scatta ed espelle. In dieci la Juve sembra quasi risvegliarsi, ma senza effetto.
I cambi non ingrano la marcia, il Sassuolo sembra tenere il tempo nelle mani, assieme alla palla e contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare dal Difra, rimane in attesa. Bisogna aspettare il 60’ per cominciare a vedere qualche pericolo, sempre rappresentato dagli inserimenti di Cuadrado. Entrano Duncan e Defrel a far rifiatare, e c’è spazio anche per Laribi. Un cambio che non può che trasmettere sicurezza nonostante un solo gol di svantaggio.
La pioggia comincia ad essere pesante verso la metà del secondo tempo e il gioco ne risente ulteriormente. Non sembra onestamente che la Juventus sia uno in meno, perchè attacca e limita il Sassuolo al contropiede. Ma non sembra nemmeno superiore, anzi.
Verso il ’70 addirittura un passaggio improvviso coglie la difesa bianconera impreparata e Berardi può scartare Buffon e segnare. Fuorigioco, ma ancora quel sentore di pericolo per i campioni d’Italia.

L’ingresso di Hernanes rende evidente come la Juventus sia scollegata in campo e come la copertura degli spazi del Sassuolo si sia perfezionata enormemente rispetto agli scorsi anni. Al fischio finale l’entusiasmo è anche contenuto: nessun neroverde si è forse sentito in pericolo reale durante la partita e il risultato non sembra un’impresa quanto una meritata vittoria.
Secondo Sun Tzu, ne “L’arte della guerra”, la vera abilità si dimostra vincendo sfide facili basate non su episodi casuali e determinanti, quanto sull’uso delle sole proprie capacità. E guardando a quella sera non si può che vedere uno scontro che sarà decisivo per la stagione dei due grandi generali.
Da un lato Max, grazie anche al famoso discorso della “figura del pellegrino” di Buffon, riuscirà a trasformare un incubo ricorrente (una sconfitta al Mapei in tempo di crisi) in un trampolino di lancio. Nelle 25 partite che seguono, la Juve ne vincerà 24 e conquisterà il 5°scudetto di fila. Un traguardo impensabile quella sera a Reggio.
Ma dall’altro Di Francesco si riscoprirà abile nell’adattare centrocampo e difesa e trascinerà la squadra alla memore qualifica in Europa League con il record di soli 40 gol subiti, uno in meno della Roma terza in classifica. E quella partita sarà un tassello fondamentale per la rincorsa all’autostima che il Sassuolo troverà mano a mano nel corso della stagione e che gli consentirà altre partite dal sapore di impresa.
In conclusione, il nostro ricordo di Sassuolo-Juve è certamente più bello dell’estetica della partita in sè e della complessità dell’incontro. Ma perchè probabilmente trasuda il fascino dell’antica sfida fra due abili manager, e come dice Sun Tzu
Così le battaglie degli esperti si risolvono senza vittorie straordinarie, senza acquistare grande fama derivante dalla propria saggezza o dal proprio coraggio. Perchè si vince chi è già sconfitto.
RE della serata rimane ovviamente Sansone, per l’occasione intervistato anche dalla BBC. Un video che vi lasciamo tutto da gustare.