La gestione esemplare del Covid da parte del Sassuolo

L’annuncio di Giovedì era sembrato uno dei peggiori Pesci d’Aprile, quando la società aveva comunicato l’esclusione dei nazionali italiani dai convocati per la Roma a scopo precauzionale.
Tutti noi tifosi abbiamo onestamente pensato “Ma perchè?”, mentre un misto di incredulità e sconforto ci sbatteva in faccia la realtà di una partita importante che si sarebbe giocata senza Berardi, Caputo, Locatelli e Ferrari: non abbiamo mai giocato una partita senza contemporaneamente questa spina dorsale.
Sui social però sono volate accuse anche più pesanti, in particolare da chi vedeva uno “scansamento” contro la Roma o un recupero dei giocatori in vista dell’impegno con l’Inter. Si è parlato del fatto che la stagione fosse ormai finita, quindi allora “si sa” che comincia il mercato del pesce delle partite in cui si vendono i risultati un tanto al chilo come se non ci fosse un controllo…come no.
Fortunatamente il risultato ha smentito tutte le persone facili a parlare e a fare dietrologie per scacciare la noia e la frustrazione, questo grazie alle nostre ottime “seconde linee” e forse anche ad una Roma che ha subito l’effetto psicologico inverso, sottovalutandoci. Ma non giriamoci intorno: il Sassuolo ha strameritato addirittura sviluppando 3.38 xG contro i 1.55 della Roma e dominando nel possesso palla.
E anche l’Inter non vale più come argomento, poichè in conferenza stampa De Zerbi ha detto con la massima naturalezza che tutti i giocatori coinvolti in focolai (c’è anche Muldur, poveretto, non scordiamolo) che erano fuori con la Roma lo saranno anche contro l’Inter.
Noi abbiamo fatto una scelta, punto e basta. Senza sapere se qualcuno si potesse accodare o allinearsi alla nostra posizione. Lo abbiamo fatto considerando tutto: non solo il calcio ma anche quello che ci sta attorno da più di un anno.
De Zerbi a SkySport
Sono parole che francamente dovrebbero far riflettere.
Sì perché sembra quasi stonare questa considerazione in un mondo, quello del calcio, che da mesi sembra ormai giocare sul filo del rasoio. C’è un presidente indagato per aver indotto degli esiti dei tamponi, ci sono squadre che si sono appellate all’ASL per non disputare gare, e ci sono squadre (a volte le stesse) che ignorano l’indicazione di un focolaio.
Forse qualcuno non ha ancora capito il Covid, o come funzionano i tamponi, all’alba dell’Aprile 2021, dopo un anno di pandemia e di lessico adeguato. Qualcuno non ha ancora capito che il tempo di un tampone ha un senso, che il tampone il giorno dopo il contatto vale quanto il due di denari a briscola coppe. O forse fa finta di non saperlo…
E magari ignora persino gli effetti del coronavirus sui giocatori. Si ignora l’effetto sul fisico di sportivi che spesso possono attraversare un lungo periodo di recupero e possono portare a catena danni a compagni e avversari. Sarebbe il caso di notare come la maggior parte dei calciatori che più stanno brillando in Serie A non ha mai preso il covid, e non è una scusa quanto piuttosto un fattore.
Il Sassuolo ha voluto evitare un nuovo caso Boga, un povero ragazzo di 23 anni costretto un mese in una camera e con un rientro atletico abbastanza complicato. Ha voluto mettere al primo posto la sicurezza di atleti, che sono anche delle persone, con una carriera davanti. Una scelta che fa strano definire “controcorrente”.
La serenità con cui De Zerbi rivendica la sua scelta è imbarazzante e deve mettere in imbarazzo tutti, specialmente gli alti gradi. Specialmente chi, nel mezzo di una pandemia con una variante nuova ogni mese, sceglie di continuare nell’inutile e procrastinabile impegno delle Nazionali, rompendo le bolle di ogni squadra, mischiando le carte, mettendo tutti in viaggio e poi facendo tornare i calciatori nelle loro squadre senza un tempo congruo.
Le positività della Nazionale sono in tutto dieci: se fosse una squadra sarebbe probabilmente (dipende da come si svegliano le autorità sanitarie) proclamato “focolaio”. Ma chissà perchè tutto tace, forse per sollevare dalle responsabilità le incoscienti federazioni. Ma non sottovalutiamo il fatto che l’Italia, se fosse un club, non potrebbe probabilmente giocare la prossima partita.
Oltre a dare poca fiducia in vista dell’Europeo (che goduria nove casi su 23 convocabili durante i gironi eh), il tutto da poca fiducia al sistema calcio, che spesso rischia e mette a rischio la salute in un gioco d’azzardo in cui in palio c’è…non si sa bene cosa in realtà.
Il Sassuolo è salvo, d’accordo, può “permettersi” di affrontare Roma e Inter senza qualche titolare. Ma nell’atteggiamento di chi rischia un giocatore in campo per poi ritrovarsene dieci coinvolti c’è la stessa miopia che vediamo nelle dirigenze sportive italiane: lo sguardo al breve termine, al tutto subito.
Ammettiamo che persino noi abbiamo pensato come il Sassuolo stesse buttando una partita, con una scelta a cui non siamo abituati fra l’opportunismo e il compromesso che aleggiano sul mondo del calcio, ma nel mondo del lavoro in generale, dove si chiude un occhio se i benefici superano i rischi.
La dirigenza non ha fatto compromessi, non ne fa in molte occasioni. Oggi passa a ritirare il premio. E chissà che magari un giorno tutto questo possa sembrare meno “controcorrente”, ma semplicemente logico o “giusto”. Il Sassuolo la sua parte l’ha fatta.