Calma, il Sassuolo non è il club più “sostenibile” d’Italia

Sta facendo discutere in questo momento un rapporto del CIES, uno degli osservatori più importanti del calcio, un ente che con le sue valutazioni è capace di dirigere le quotazioni di calciatori e società, essendo ormai il mercato calcistico molto elastico.

Nel report appunto si parla di “Squadre più sostenibili” come riportano le testate italiane, anche se il nome originale sarebbe SSM, cioè l’indice di “sustainable squad management”. La traduzione non è sbagliata, potrebbe essere più affinata con un “gestione sostenibile della rosa” dal momento che non dice quasi nulla sull’assetto societario.

Vedendolo nel dettaglio capiamo che non si tratta proprio di sostenibilità, analizziamo l’indice.

L’indice si basa su tre parametri:

  • la % di minuti giocati da giocatori “vecchi” (ogni ruolo ha la sua soglia, indicativamente dai 30 anni per gli attaccanti ai 35 per i portieri)
  • la % di minuti giocati da giocatori nuovi, cioè arrivati in questa stagione
  • la % di minuti giocati da giocatori in prestito o con contratto che scade a breve

Per il primo indice, certamente interessante, vede la Serie A a farla da padrona. Sappiamo da tempo che l’età media del campionato è alta e infatti molte squadre italiane (Sampdoria o Genoa) sono in cima nella top ten. Meglio del Sassuolo ci sono il verdissimo Milan, ma anche Atalanta, Verona, Spezia e Crotone. Non siamo quindi fra i migliori con un 17% che ci pone al sesto posto. Comunque bene eh.

Immagine presa direttamente dal report non fateci causa oh che abbiamo anche messo il link

Ma qui il discorso è: cosa c’entra l’età con la sostenibilità? Vero è che giocatori più anziani hanno meno anni su cui puoi fare affidamento, ma dall’altro lato dobbiamo dire che sono spesso i giocatori giovani ad andarsene perchè chiamati da top club o perchè provano altre esperienze. La giovane età, diciamo, non garantisce la durata, se mai può garantire un apporto economico in caso di cessione, questo sì. 

Ad esempio, nelle prime 10 squadre ci sono ben 5 club di Serie A…ma anche il Bayern Monaco, che non sembra un club poco “sostenibile”.

Il secondo indice è il più criticabile. Il Sassuolo è ultimo in Serie A per la % di minuti dei nuovi giocatori, ma oltre ad essere un anno molto anomalo (l’ultimo in Europa è il Real, ma non ha fatto mercato vista la situazione economica), possiamo dire che questo è un punto di forza?

Maxime Lopez, Ahyan e aggiungiamoci anche Oddei: pochi minuti per loro, senza tralasciare Schiappacasse. Questo non è un bene, una bassa percentuale può anche voler dire aver sbagliato il mercato. Il Sassuolo è uno dei gruppi più compatti, è vero, e possiamo dire essere l’unica squadra a non aver cambiato un titolare in Serie A dalla scorsa stagione. Ma possiamo definirlo complessivamente un bene?

Inoltre il Sassuolo è proprio il caso di un club in cui i giocatori sembrano prossimi all’addio proprio perchè a “fine ciclo”, quindi il fattore può essere interpretabile in più modi.

Concludiamo con l’ultimo parametro che compone l’indice, ovvero l’incidenza di giocatori in prestito o a scadenza. 

Questo è forse il più interessante e più giusto riferimento. In effetti un club che schiera giocatori non suoi o che a breve andranno in scadenza (verosimilmente non garantendo plusvalenze importanti) non è molto sostenibile. Qui il Sassuolo è sesto in Serie A, con il 36,5% dei minuti giocatori da questo tipo di calciatori.

Da notare come tutta la Serie A si mantenga su un livello alto mentre la Premier molto basso (7 club fra gli ultimi dieci). Il club italiano più virtuoso è il Napoli con il 30%, non molto lontano quindi.

Questi parametri sono stati combinati per i giocatori in base al loro valore e ai minuti giocati, ovvero preso ogni giocatore del club, i suoi parametri sono stati pesati per far contare di più i giocatori di maggior valore e che hanno giocato di più. Il risultato magico vede il Sassuolo al 29° ed effettivamente primo fra i club di Serie A. Quindi è il club più sostenibile?

Assolutamente no, in questo indice come vedete non c’è nemmeno un indicatore economico, un rapporto di debito o soprattutto nessun accenno a strutture sportive in cui siamo all’avanguardia. Qui si parla solo di squadra e della rosa per come viene composta. Ne consegue quindi che il Sassuolo ha un basso turnover e giocatori importanti mediamente giovani e questo non da assoluta garanzia per i prossimi anni.

In conclusione, il rapporto misura una sorta di “duration” della rosa, quanto il club prepari una rosa e investa sui giocatori e invece di contro quanto punti ad un continuo smantellamento della stessa. Il fatto che il Genoa sia all’ultimo posto non dice che il club sta per fallire, ma che per sua strategia tende tutti gli anni a rifare la squadra.

Il Sassuolo è quindi il club italiano che mantiene una rosa più solidamente, questo è il vero punto. Ha la maggior parte dei giocatori importanti sotto contratti duraturi, ed in effetti non ci viene in mente qualcuno che rischiamo di perdere “a scadenza”, da abbastanza fiducia ai giovani e per questo anno ha deciso di puntare sul gruppo coeso dello scorso anno.

Più che sostenibile, il Sassuolo dimostra di avere idee chiare che mantiene, di creare un progetto attorno a determinati giocatori di cui si prende carico per diversi anni e che sembra aver puntato sull’innesto di gioventù dello scorso mercato (Muldur, Traorè, Raspadori) senza fretta di rivendere e fare soldi.

Non si misura però il fallimento degli innesti: De Zerbi ha una lunga lista di difensori bocciati, i giovani che orbitano in prestito sono ancora tanti e il caso Schiappacasse è stato abbastanza imbarazzante. Il Sassuolo sembra scegliere nettamente i ragazzi su cui punta e investirci in maniera duratura, e su questo punto comunque non possiamo disdegnare e non apprezzare la serietà della conduzione societaria.