Il MAXISCAMBIO

Sono poche le volte in cui possiamo permetterci di usare a vuoto il suffisso “maxi”, che alla grandezza associa l’importanza. E’ il caso del maxischermo per le finali, del maxiprocesso a Cosanostra, della maxitangente Enimont. Ma a segnare la storia del calcio italiano, e perchè no anche dell’Italia, è stato il “maxiscambio”.

E’ il 22 gennaio 2014. 

Un Sassuolo sorpreso dalla Serie A e disperato decide di andare sul mercato e rivoluzionare la squadra per cercare la prima salvezza. Visti gli scarsissimi risultati i bocciati sono tantissimi, ma non tutti riescono ad andare sul mercato viste le loro pessime prestazioni in campo. Il Sassuolo però non può permettersi di aspettare le cessioni e deve comprare.

Arrivano nell’ordine Sergio Floccari, Lorenzo Ariaudo, Davide Biondini, Thomas Manfredini, Matteo Brighi, Ciro Polito, Paolo Cannavaro e dal Barcellona B tramite la Juventus arriva anche un giovanissimo Antonio Sanabria. Una sfilza di nomi che meriterebbero una puntata di un’ora de “I Signori del Calcio” su Sky. Ma noi andiamo avanti.

Perchè al Sassuolo non bastano questi nomi e sopratutto deve liberarsi di alcuni giocatori. Prende così piede l’ipotesi di uno scambio con il Parma, con cui la dirigenza ha contatti grazie alla gestione di Chibsah. Il taccuino dell’allora d.s. Nereo Bonato ha segnati i buchi della rosa e i giocatori da vendere. 

Serve di sicuro un’ala decente per il gioco del Difra, viste le poche garanzie oltre Berardi, serve un esterno qualora di passasse al 3-4-3 e un difensore centrale visto che i gol stanno piovendo. Quello che ne nasce è incredibile.

Il Parma, anche grazie ad una gestione del calciomercato a dir poco speculativa che gli costerà il fallimento, mette tutti sul piatto e il Sassuolo si appunta i tre obiettivi: sono Nicola Sansone, Aleandro Rosi e Pedro Mendes.

Su Nicola Sansone non ci dilungheremo visto che lo abbiamo conosciuto bene e ne abbiamo goduto. Diciamo chiaramente che si tratta di uno dei più forti giocatori transitati da Sassuolo, preso in un momento in cui, a soli 22 anni, si era fatto notare ma non troppo fra i crociati. Un affare senza se e senza ma.

Di Aleandro Rosi se ne parlava bene dalle giovanili e dalle esperienza in Under 21. Doveva essere il nuovo prototipo del terzino/esterno italiano e invece da anni faticava a trovare costanza e persino la Roma alla fine lo aveva mollato.

Pedro Mendes invece non ha mai avuto molto senso. Giovane promessa passata dal Real Madrid, con una presenza in Champions con la fiducia nientemeno che di Mourinho, poi arrivato abbastanza spaesato in Emilia. Un oggetto misterioso.

Come misteriosa è anche la formula dello scambio. Sansone probabilmente lo si voleva a titolo definitivo, Rosi in prestito secco e Mendes sembra arrivare in comproprietà. Una roba che forse farebbe impallidire anche i giocatori più agguerriti di Monopoly. Ma il vero capolavoro sono le cessioni!

Se possiamo giudicare come rischiosi gli investimenti in entrata, quelli in uscita erano sicuramente i peggiori visti finora. Al Parma vanno Ezequiel Schelotto (tranquilli che arriveremo anche a lui) e l’italo-svizzero Jonathan Rossini, quest’ultimo in prestito. Sul perchè il Parma abbia voluto questi giocatori è veramente un mistero, alcune fonti parlano anche di un conguaglio economico di 2/3 milioni di euro ma non vi è TUTTORA certezza dei soldi coinvolti. Col senno (e il processo) di poi, forse serviva muovere il bilancio.

La trattativa va avanti per giorni, tutti e 5 i giocatori coinvolti cominciano a non essere convocati rendendo vive le speculazioni di calciomercato. Le dirigenze sudano, i telefoni sono roventi, i bilanci vengono aggiornati ad ogni ora. Cominciano a girare anche i pareri dei tifosi, capeggiati su tutti dalla creazione della pagina tuttora esistente “NO Sansone, Rosi e Mendes al Sassuolo” sottotitolato “No al maxiscambio”. 

La pagina raccoglie in breve centinaia di seguaci e di mi piace, ma l’appello viene ignorato e Ghirardi da l’ok: il Maxiscambio si fa!

I giocatori vengono presentati in pompa magna dal Sassuolo, lontano solitamente dai riflettori. La triade viene fotografata con i numeri di maglia già assegnati e la conferenza è ricca di pathos. Ai microfoni Rosi dice che la squadra sta “diventando competitiva” nonostante fossimo ad un passo dal baratro e che lui è in grado di fare “parecchi ruoli”, Sansone rivela di aver scelto lui il trasferimento visti i pochi minuti col Parma e Mendes sfodera un italiano niente male comunque insufficiente per giustificare il suo acquisto.

Dall’altra parte del Secchia, anzi dell’Enza, i due neoacquisti crociati sono abbastanza marginalizzati. Rossini non giocherà mai una partita, mentre Schelotto arriverà a segnare 4 reti in metà campionato con quella che è tuttora la sua migliore prestazione della vita! Eh sì, di lui parleremo!

Ma finirà malino anche per due dei nostri acquisti.

Rosi collezionerà 7 presenze in neroverde senza però mai incidere, nè da esterno nè da terzino nonostante sapesse fare parecchi ruoli. Comincerà un tour della penisola fino ad arrivare al mercato estivo del 2018 da svincolato. A febbraio 2019 è riuscito a trovare un accordo in Serie B con il Perugia dove tuttora gioca.

Pedro Mendes giocò 9 partite al Sassuolo, senza mai impressionare veramente, anzi lasciando qualche dubbio. La stagione seguente è tornato al Parma ed è stato l’unico a subire direttamente le conseguenze del maxiscambio, ovvero il fallimento societario. Nel 2015 si è accasato al Rennes e ora gioca stabilmente in Ligue 1 al Montpellier.

Su Sansone invece nulla da dire. Forse per la legge dei grandi numeri, su 5 giocatori uno forte doveva esserci. Forse la dirigenza del Sassuolo ci aveva visto bene e aveva architettato questa messinscena solo per lui. Forse abbiamo solo avuto culo a cavar fuori da questo scambio una delle migliori ali neroverdi.

La leggenda del trio italico Sansone-Zaza-Berardi è cominciata proprio con il Maxiscambio.