Editoriale – Perdere contro il Parma

Nell’organizzazione della difesa c’è dell’arte quanto in quella dell’attacco. Fa male dirlo dopo che si è perso contro una squadra che si è oggettivamente arroccata in difesa per difendere un vantaggio ottenuto in contropiede, però è così.
Tenere i giusti spazi, i giusti equilibri, avere la giusta comunicazione. La difesa non è facile, non è scontata e dovrebbe capirlo soprattutto la squadra che ha perso dal momento che, per definizione, ha preso un gol in più.
Peccato perchè da questa partita il Sassuolo non ne esce male. Prestazione non certo impeccabile della fascia sinistra, la catena greco-ivoriana che è sembrata inceppata. Boga non era in forma, ha ammesso lo stesso De Zerbi, ma le soluzioni dell’ex Chelsea erano indispensabili per provare a scardinare la difesa crociata.
Kyriakopoulos è sembrato non trovare i giusti spazi e giusti tempi di inserimento, ma anche Toljan dal canto suo è rimasto abbastanza bloccato. Spesso la manovra è ricaduta su Berardi, costretto a tagliare l’intero campo avendo tutte le soluzioni bloccate.
Caputo è stato asfissiato e nonostante i suoi brillanti controlli che riescono spesso a guadagnare un tempo di gioco, i due centrali lo hanno ingabbiato. Grande assente la trequarti prima con Djuricic e poi con Defrel che non hanno trovato sostanzialmente senso andandosi a schiacciare contro l’ultima linea del Parma. Questo ha liberato la linea dei centrocampisti, almeno.
Obiang e Locatelli sono stati forse la nota più positiva, più incisiva e più pericolosa vista la traversa di Manuel. La mossa azzardata di togliere Obiang per Bourabia, per aumentare le soluzioni in attacco, non ha avuto gli effetti sperati. Contro i 3 tiri di Obiang e i 3 passaggi chiave di Locatelli, Bourabia non ha prodotto nulla di rilevante. E’ pesata l’assenza di Traorè.
In difesa non benissimo Ferrari sul gol in cui sembra fare confusione in marcatura, mentre Romagna stabile in crescita. Solito ringraziamento a Consigli che in maniera non facile evita il 2-0 su Pezzella.
Il Sassuolo ha prodotto 16 tiri e ben 14 incursioni da lancio lungo, ma solo 2 volte il tiro era rivolto alla porta. Il Parma paradossalmente ha tirato molto di più in porta, 5 volte.
Di numeri ne abbiamo detti abbastanza, il campo ha fatto vedere decisamente abbastanza. Che il Parma fosse la nemesi perfetta per il Sassuolo si sapeva, vista la scelta sostanziale di non giocare e lasciare all’avversario tutta l’iniziativa, anche scusata da molte assenze fra i ducali. La squadra di De Zerbi era chiamata ad un secondo livello di maturità.
Dopo aver dimostrato costanza e spietatezza contro la SPAL, battere il Parma avrebbe significato oltrepassare l’ultimo limite del gioco palla-a-terra, ovvero un avversario che si chiude in maniera sistematica ed organizzata.
C’è della bravura nell’organizzare la difesa. Ma se il calcio è uno sport a basso punteggio e se vediamo più partite finire 0-0 che 4-4, forse un motivo ci sarà. Difendere è complicato, ma con ogni probabilità è più facile che attaccare ed è forse il motivo per cui oggi il termine “contropiede” suona quasi come un insulto.
Se davvero, come dice il mister, abbiamo scelto chi siamo nel bene e nel male, allora questa partita deve farci capire che abbiamo scelto la strada del gioco e dell’organizzazione d’attacco. Non la migliore, non la più onorevole, non quella giusta. Semplicemente la più difficile, che forse per questo può dare più soddisfazione.