Ho visto Magnanelli

In un giorno così speciale come quello del compleanno del nostro Capitano, Francesco Magnanelli, ci siamo chiesti che impronta dare e come celebrare degnamente la storicità di quest’uomo per la squadra Sassuolo ma persino per la città.

Potevamo mettere insieme qualche numero, snocciolare statistiche da baskettari, ma oltre a non essere il nostro stile, non avremmo mai e poi mai reso l’idea di cosa rappresenti per noi il Puma.

Ecco, avendo sempre più fan che ci seguono da “fuori” Sassuolo, forse non tutti possono capire Magnanelli e quindi il suo ritratto miglior potrebbe consistere nello “spiegare” Magnanelli, nel raccontare cosa è per noi l’ormai 36enne di Umbertide.

Probabilmente alcuni non sanno che il Capitano è uno dei pochi giocatori che non ha scelto la “movida” di Modena o l’isolamento delle campagne e da sempre vive in città. Questo ha reso Francesco un personaggio quasi quotidiano, oggetto di numerosi avvistamenti.

Non capita tutti i giorni di vedere un personaggio così iconico e importante, e invece con lui sì!

Ecco i nostri racconti di “quando abbiamo visto Magnanelli”

Riccardo – 

Io ho incontrato Magnanelli più volte.

Una volta l’ho visto al mercato cittadino, lui era in bici e io a piedi. Quando l’ho riconosciuto gli ho detto “Oh grande Puma!” e lui mi ha risposto con un sorriso. Mi sembra una persona abbastanza timida, ma credo anche questa sua discrezione giochi un ruolo importante nel suo amore per Sassuolo e nel nostro amore per lui.

Poi l’ho visto più volte in macchina con il suo Range Rover, ma soprattutto ho avuto l’onore di avere a che fare con suo figlio. Io l’anno scorso ho fatto tirocinio all’asilo *** (nome oscurato per evitare anomale richieste di tirocinio) in cui c’era anche suo figlio appunto. Solo che io ho fatto solo due settimane lì e praticamente non l’ho visto mai.

Verso la fine, finalmente ho visto il Capitano che veniva a prendere suo figlio, che però non mi sembrava fosse sempre stato lì durante la mia presenza. Allora mi sono incuriosito e ho chiesto alla direttrice come mai il figlio non venisse sempre. Molto semplicemente mi ha detto che la famiglia era in vacanza, erano andati tutti a sciare, ma era pieno gennaio quindi Magnanelli era impegnato con il campionato.

Mi ha fatto sorridere pensare a questo uomo di famiglia che resta a casa a lavorare, mentre tutta la famiglia si gode la vacanza.

Stefano –

Andando allo stadio da praticamente sempre con la stampa, ho sempre visto Magnanelli allo stadio, a volte anche vicino quando per causa infortunio era in tribuna. Devo dire che di infortuni ne ha avuti tanti, ma non è mai mancato a vedere la squadra. Anche i tifosi della tribuna (i più occasionali) glielo hanno sempre riconosciuto.

Praticamente tutti i giocatori sono stati almeno una volta in tribuna, a contatto con gli spalti perchè non è che al Mapei c’è una sezione separata. Ogni volta che c’è il Capitano tutti gli chiedono la foto. Non sarà il giocatore più forte ma è quello che persino le mamme che accompagnano i figli riconoscono.

Allo stadio l’ho anche seguito nella sua carriera, quando era titolare imprescindibile e quando ha cominciato ad alternarsi. Ricordo una volta il presidente Squinzi che esce dall’ascensore e chiede “ma non gioca Magnanelli?”. Gli rispondono “No, c’è Cassata” e lui con fare imprenditoriale chiede “e chi è Cassata?”

Già, chi è Cassata? Chi è chiunque in confronto a lui?

Andrea – 

Di recente Magnanelli mi ha quasi investito! 

Stavo attraversando Piazza Grande, e ora che ci sono i lavori in corso con le transenne non c’è grande visibilità. Attraverso sulle strisce e arriva una 500 che inchioda vedendomi. Nessun grande rischio, andava piano, però d’istinto la mente corre subito alle offese verso madre, sorella e famiglia. Guardo la macchina e c’è lui alla guida.

Con quella barba inconfondibile ho tramutato il mio “fancu” in un “oooh grande Capitano!”. Non ho mai avuto uno sbalzo di umore così.

Ma l’avvistamento più grande devo dire che è stato il giorno del mio matrimonio. In un’anonima mattina di Ottobre, mi sveglio e vado verso il centro a fare colazione con gli amici un po’ come “tradizione” e per passare gli ultimi momenti da scapolo con i maschi. Parcheggio e mi avvio da via Mazzini verso il Broletto, e subito all’ingresso della ZTL (dal Banco BPM per intenderci) lo vedo in giro per commissioni.

Non ho detto nulla, sono uno abbastanza timido e di solito non dico e non chiedo foto, e avevo anche la mente logicamente al matrimonio. 

Ma vedendo lui ho avuto come un segno, una premonizione. Se lui ha fatto 16 anni al Sassuolo, minimo 16 anni di matrimonio me li posso fare dai!

BONUS – MIO SUOCERO

Mio suocero lavora all’Ospedale di Sassuolo. Non segue il calcio, anzi lo odia abbastanza in quanto fan di sport minore (il ciclismo in questo caso) che vede il calcio come un teatro in cui tizi superpagati simulano in campo.

Peraltro ha avuto a che fare con molti giocatori che hanno dovuto sostenere esami all’Ospedale, anzi praticamente tutti da Zampagna a Matri. Li ha sempre descritti come principi, un po’ troppo montati e poco umili.

Tutti tranne l’unico a cui ha chiesto una foto assieme: Magnanelli