EDITORIALE. Valere il prezzo del biglietto

Con il secondo 3-3 di fila, il Sassuolo ha rimontato e agguantato un punto che sembrava perso contro una squadra superiore in classifica. Un risultato che non possiamo non definire positivo, ma che porta con sé la solita dose di luci ed ombre.

Nel teatro vuoto post-lockdown, l’unico modo per sentirsi tornati a casa è l’inno di Nek ad inizio partita e il jingle che ad ogni gol risuona come un flashback del Vietnam: I GET KNOCKED DOWN!

Qui nella sua versione migliore

Il Verona di Juric ci precede in classifica e in favore della stampa. Per tutti, e a ragione, è la miglior sorpresa di questo campionato, con un tecnico capace di valorizzare giocatori prima anonimi come Zaccagni, sconosciuti come Kumbulla o in declino come Veloso. L’Hellas anche in questa partita si è dimostrata una macchina ben oliata.

Dicevamo dopo la sconfitta contro il Parma che il calcio è fatto di due fasi, e saper organizzare la fase difensiva è un merito pari all’organizzare quella offensiva. Il gioco dei veneti è per molti aspetti simile a quello dei crociati, basato su un pressing organizzato e un contropiede veloce. A differenza dei nostri vicini, l’Hellas ha basato l’azione non sulla velocità delle sue ali ma sulla rapidità degli scambi fra la punta e i trequartisti.

Potrebbe sembrare quasi un ibrido fra il gioco del Parma e quello dell’Atalanta, per semplificare.

E De Zerbi ha proprio riproposto lo schema usato contro la Dea, con Consigli adibito ad impostare e lanciare su Caputo, e Defrel a raccogliere lo sponda ed agire da seconda punta. A differenza di Bergamo, Boga partiva dalla panchina. Un dettaglio fondamentale.

Il primo tempo può essere archiviato in poche righe. Il Sassuolo tiene il pallino del gioco, il Verona pressa ma non riesce a mettere troppo in difficoltà la costruzione, ma davanti sbagliamo molto. Se lo schema con Consigli è ormai perfezionato e si sta dimostrando un punto in più sugli avversari, Caputo e Defrel devono ancora collegarsi alla perfezione.

Al di là dei tatticisimi, sono stati gli errori tecnici individuali ad aver fatto la differenza. E forse proprio la stanchezza dovuta all’ingresso nel secondo tempo ha sbloccato una partita ferma nella fase di studio per 45 minuti.

Il gol di Lazovic che apre le danze è frutto dell’estro del serbo, con la difesa neroverde che tiene le giuste posizioni fino ad un allungo sbagliato di Stepinski che la fascia veronese interpreta come uno schema. Nessuno pensa minimamente che la partita si chiusa.

Boga la riacciuffa subito, con un gol impressionante per il suo tasso tecnico. Il movimento con cui tocca leggermente la palla è calibrato al millimetro per concedergli di caricare una frustata di sinistro, piede debole, potente e ad incrociare. Anche in questa partita i cambi si rivelano fondamentali.

La forza di Boga era dominante negli ultimi 20 minuti dell’incontro. Ma ora con le 5 sostituzioni, il suo apporto rischia di diminuire, quindi è corretto riservarlo per il secondo tempo. La sua gestione potrebbe quasi essere l’esempio di un calcio sempre più concentrato sull’intensità degli ultimi minuti, un po’ come è stato per il ciclismo.

Il primo errore tecnico arriva sul 2-1, con un errata lettura di Muldur che lascia tutto il campo a Lazovic. Il 3-1 è poi il delirio totale fra Bourabia che va incontro a Peluso senza senso e Peluso che ignora il fatto che lui esista, sparandogli la palla in faccia. Conclude un ritardo di Rogerio, che aveva anche lasciato andare Stepinski in precedenza. Una disfatta.

Partono già le solite tiritere dalla telecronaca. Dopo il sempreverde “il Sassuolo deve stare attento sui calci d’angolo” ora possiamo finalmente sfogarci con “il Sassuolo deve difendere meglio, troppi gol subiti”. Come se una squadra i gol li prendesse volentieri.

A questo punto l’Hellas si chiude, un po’ per intelligenza, un po’ per la pressione che mettiamo. A fine partita saranno 20 i tiri del Sassuolo, di cui 9 in porta. Più del doppio di quelli effettuati contro l’Inter.

Il problema è che il Verona non concede spazi e addirittura guardando gli expected Goals, il Sassuolo ne crea meno del Verona. Tutte le conclusioni neroverdi sono o da fuoriarea o da posizione schermata dalla difesa. E dove non arriva la difesa, arriva Silvestri.

Il secondo gol di Boga è un capolavoro di costruzione, dopo che l’ingresso dell’ivoriano aveva già raddoppiato l’intensità degli scambi. Con Boga il Sassuolo attacca più velocemente, Caputo riesce ad avere qualcuno che corre alla velocità con cui lui pensa. Non è soltanto Boga ad essere fenomenale, quanto la squadra abituata a pensare a livelli che solo Boga può cogliere.

Si susseguono minuti maledetti in cui la palla sembra davvero non entrare e alla fine, in una bella sliding doors, è proprio Rogerio che si fa perdonare gli errori in difesa con un gol di destro pazzesco. Un sintomo di come nonostante l’altalena di fasi, i gol presi e le critiche, il morale dei giocatori sia alto.

Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Alla fine è ancora 3-3. Continuano imperterrite le critiche di chi non apprezza lo “spregiudicato” Sassuolo che in 3 partite ha già preso 10 gol. Va detto però che ne ha realizzati 7, di cui 3 alla terza e quarta difesa del campionato.

Non ci vuole poco per capire che il Sassuolo rischia, e che per poter segnare così e così tanto deve scoprirsi. A ciò aggiunge una buona dose di errori individuali che certamente non sono previsti nel gioco di nessun allenatore e che i giocatori devono migliorare.

E’ normale prendere critiche in un campionato difensivista, in cui il treno dell’Europa vede sopra chi ha segnato meno di 40 gol (Milan, Verona e Parma) rispetto a chi ne ha fatti di più (Sassuolo, Bologna, Cagliari). Ma noi ci teniamo questo gioco, perché in questo marasma di partite a tutte le ore è stato sempre un piacere seguire la squadra.

L’occhio vuole la sua parte, e il Sassuolo farà anche soffrire ma diverte, interessa, è molto più “televisivo” di altre squadre obbligate al risultato e ci fa venire voglia di pagare il biglietto ogni volta.

Chissà se questa fase mono-televisiva del calcio non possa servire a far crescere l’interesse verso questa squadra, in un mondo in cui la noia non deve esistere e l’intrattenimento è al primo posto. Chissà se questo Sassuolo non è già nel calcio del futuro.

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