EDITORIALE. L’ultima partita

Teniamo a mente la partita di ieri sera, perchè potrebbe essere stata l’ultima.

Fa male anche solo pensarlo per chi ama il calcio, ma con una situazione nazionale e mondiale così, non possiamo dare per scontato che Sassuolo-Brescia sia stata l’ultima partita di questa Serie A. In un futuro drastico, apocalittico e francamente distopico, potrebbe essere stata l’ultima partita del Sassuolo, del calcio italiano e chissà.

E’ stato tutto quello che di surreale poteva essere, a cominciare dagli avvisi che lunedì si erano susseguiti. Le riunioni della triade del caos, Lega FIGC e CONI, sembravano andare ormai verso la sospensione e il dubbio degli atleti poteva essere addirittura di non giocare, come successo in Parma-SPAL.

Il fischio di inizio c’è stato, ma in un teatro vuoto in cui l’unica battuta possibile era vedere finalmente parità di presenza fra tifosi ospiti e sassolesi. Ma c’era poca voglia di scherzare, alla fine ha vinto il professionismo, l’agonismo, le urla di chi alla fine era lì per fare il proprio lavoro.

Perchè è questo che dovremmo ricordarci, che alla fine i calciatori non sono supereroi, non sono figurine o avatar da playstation. Non sono soprattutto quello che vorremmo, ovvero moderni gladiatori in lotta fino alla morte per il nostro ludibrio e lo spettacolo. Non lo sono, sono persone.

Persone che come tutti hanno chiesto di non lavorare, viste le condizioni di salute precarie. Richiesta accolta, il calcio si ferma e non è poco. Non si fermano i ricchi proprietari e i calciatori milionari, non solo. Si ferma tutto il carrozzone che si porta dietro, fra fotografi, addetti, impiegati di società, professionisti medici, sportivi e giornalisti. Questo stesso sito per andare avanti dovrà inventarsi qualcosa. E tranquilli, che lo farà.

Ma arriviamo alla partita per descrivere meglio il clima. Perchè i primi minuti sono confusionari, con le squadre che faticano a entrare nel contesto sportivo. Il Sassuolo però si dimostra molto concreto, ma perde Berardi dopo mezzora. Il capitano si ferma, prova a rientrare ma poi preferisce non rischiare. Tutti in fondo pensano “tanto da domani non si gioca”.

Brutto stop anche per Romagna, sembra, mentre Toljan si fa sostituire per precauzione. In un’altra partita sarebbero potuti essere ostacoli, ma forse ci siamo dimenticati di quanto il Sassuolo stia diventando superiore.

Nel momento migliore del Brescia, il Sassuolo colpisce. Chancellor sbaglia clamorosamente un rinvio su cross di Rogerio (ottimo rientro con una prestazione attivissima), Defrel è lucido e serve Caputo che nonostante sia sul destro, riesce a ingannare Joronen per il vantaggio.

La sua esultanza, su cui abbiamo scherzato, è l’apice della partita, della giornata e forse dello stesso Campionato. Quel cartello, che lui cerca subito dopo il gol, che è il suo primo pensiero, dice tutto sulla situazione. Rassicura subito con quell “andrà tutto bene” che forse non ci diciamo abbastanza fra amici, parenti e colleghi. E poi quel “Restate a casa”: un calciatore che chiede al proprio pubblico di non venire forse fa capire che non sono tempi normali.

Il secondo gol ci conferma che il calcio ha bisogno di tifosi. Perchè la palla di Bourabia è un gioiello, che lui ha nella sua collana di doti tecniche e che De Zerbi è bravo a tirare fuori. Ma la coordinazione di Ciccio è fuori dal comune, fra smarcamento e tiro al volo, forte e inesorabile a fare la barba alla traversa.

E’ un gol che avrebbe fatto esplodere lo stadio, parlare i giornali di come questo giocatore si stia guadagnando la Nazionale senza che nessuno non possa prenderlo sul serio. E invece tutto tace.

L’assolo finale di Boga dimostra la sua superiorità atletica in tutto. Dopo essere stato ingabbiato per il primo tempo da Sabelli e tutta la catena di sinistra bresciana, gli è bastato semplicemente aspettare il passare del tempo e il diminuire le forze dell’avversario. Letale firma il “gol alla Boga”, sulla riga di Del Piero con l’aggiunta di dribbling funambolico.

Proprio Alex sembrava destinato a pagare la famosa cena a Ciccio, promessa in caso di 20 gol e con il bomber di Altamura che in serata arriva a 13. Ma forse il campionato è finito qui. E non capiamo se sia più un peccato essersi visti questa partita con questa malinconia o se sia più un vantaggio.

Dopotutto è un Sassuolo solido, che non prende gol. Che para tutto. Che costruisce e protegge palla. Che prova, che rischia, che costruisce una delle più belle azioni di sempre annullate per fuorigioco. Che segna, che è compatto, che è squadra e che fa brillare gli occhi di tutti.

Forse va bene così. Forse questo Sassuolo è davvero la fine del mondo.

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