EDITORIALE. Cooling Break?

Potremmo definirla così, Cagliari-Sassuolo. Un grande cooling break durato circa 90 minuti in cui le squadre hanno giocato a ritmi molto più blandi del solito, fra chi era preoccupato del prossimo incontro con il Milan e chi a prenotare il posto a Cala Brandinchi.
E’ un pareggio che fa arrabbiare, non nascondiamolo ma quantomeno proviamo a capire cosa è successo nella partita che più di tutte pregiudica il nostro sogno Europa League.
Nonostante De Zerbi non accenni minimamente né nel pre nè nel post partita alla questione, questo Sassuolo è sceso in campo decimato. Oltre agli infortuni di Defrel e Obiang ormai quasi cronici e da far temere la stagione finita, c’erano le squalifiche cumulate di Magnanelli, Bourabia e Berardi.
Praticamente l’unico ruolo in cui il ricambio è garantito è quello di difensore centrale…e di portiere dopo che abbiamo visto di nuovo Pegolo. Tutti gli altri cominciano ad essere in affanno, conseguentemente anche al grande sforzo delle ultime due partite.
La formazione titolare presentava qualche problema a centrocampo, con Traorè in un ruolo ormai vecchio per lui e un Djuricic incerto se guidare l’azione in avanti o restare in copertura. Si ondeggiava da un 4-3-3 difensivo ad un 4-1-4-1 con le due mezzali in avanti a fare oggettivamente un po’ troppa mischia, rendendo facile la marcatura.
I numeri per il Cagliari sono impietosi, ha tenuto il 20% circa di possesso palla, senza guadagnare alcun angolo e facendo due soli tiri in tutta la partita. Peccato che abbia portato a casa un punto.
Perché di contro il Sassuolo con l’80% di possesso e ben 9 angoli (da cui è scaturito il gol) è riuscito a tirare in porta solo 2 volte peraltro giocando con un uomo in più per tutto il secondo tempo. Ci sono stati oggettivamente problemi.
Riportiamo dal numero degli angoli (9) e aggiungiamoci quello dei tiri fuori dallo specchio (10). L’impostazione difensiva di Zenga si è rivelata efficiente, con una difesa sostanzialmente a 5 che riusciva a schermare i numerosi cross di Rogerio o subito o facendogli attraversare l’area impunemente. Nonostante il gol da calcio piazzato, il Cagliari è sempre stato padrone dell’aria sopra la sua area.
Perso Carboni per doppio giallo (a prova della violenza che i giocatori hanno dovuto usare per fermare i triangoli sulle fasce), i sardi si sono chiusi ancora di più e hanno beneficiato delle risalite di Rog, bravo e fisico nel ruolo da Nainggolan. E alla fine sono riusciti a pareggiare approfittando di un Muldur stremato.
Da lì in poi non c’è stato calcio. La tecnica dell’attirare le linee difensive fuori posizione con il palleggio a centrocampo non ha funzionato. Non ha funzionato perchè semplicemente il Cagliari non poteva farlo, essendo uno in meno e con tutta la volontà di strappare un pareggio.
De Zerbi ha provato a cambiare le combinazioni spostando addirittura Boga a destra, ma la lacuna di creatività è stata disarmante. A questa si sono aggiunti numerosi errori tecnici fra stop e palle lunghe, sintomo dei troppi impegni.
Il Sassuolo ha frenato, ma era una frenata che prevedevamo dopo le imprese e le squalifiche. Il problema è che non sembra aver giovato da questa pausa, anzi, si è messo nella peggior situazione possibile in cui ha faticato fino all’ultimo senza portare a casa i tre punti e addossando a Muldur, Locatelli e Caputo ulteriori 90 minuti.

Martedì sarà scontro diretto contro il Milan, la partita che ci dirà dove potrà finire questa stagione. Ma se a questo scontro potevamo presentarci più spavaldi qualche settimana fa, ora i rossoneri sono un rullo compressore. Forse proprio la loro sicurezza potrà essere il fattore in cui il Sassuolo potrà incunearsi.
Ad ogni modo, dopo questo maldestro cooling break, servirà un capolavoro.