EDITORIALE. Ad un passo…

E’ mancato davvero poco al Sassuolo per battere la Juventus, otto volte campione d’Italia e lanciata verso il nono titolo. Siamo stati veramente ad un passo dall’impresa, per qualche minuto persino fra le mani e poi addirittura insperata negli ultimi concitati minuti.
Non ha senso descrivere una partita che hanno probabilmente visto tutti in città e non solo, il ritorno al Mapei del giocatore con più palloni d’oro della storia della Serie A e l’arrembaggio spregiudicato della banda De Zerbi.
A differenza della partita con la Lazio, stavolta il Deze ha scelto i titolarissimi, riproponendo il tridente BBC supportato da Djuricic, anche date le grandi indisponibilità. La maggior forza del Sassuolo, i cambi in corsa, sono diventati l’insidia del match dal momento che non c’erano terzini di ricambio e mancavano Defrel ed Obiang.
Di fronte c’era chi poteva inserire Dybala, Douglas Costa e altri. Stavolta è sembrato che il tempo fosse dalla parte dell’avversario.
In realtà dopo un inizio choc, il Sassuolo non si è perso d’animo e ha continuato a giocare come se niente fosse. Ennesima prova di grande maturità forse coadiuvata dall’assenza di pubblico e dallo strappo eccessivo della Juve. Non solo abbiamo rimontato uno svantaggio di 2-0, ma abbiamo anche condotto per 3-2 per qualche minuto e rischiato più volte il 4-3.

Ma al di là del tifo e dell’orgoglio che ci hanno fatto seguire questa partita con il cuore in gola e ci hanno fatto esultare per tutte le gravidanze neroverdi, bisogna fare un attento esame nell’ottica del miglioramento.
Il Sassuolo ha tirato in porta 12 volte (secondo Sky Sport, altre fonti dicono 11). Sono tante, tantissime. Eravamo arrivati a 10 nella partita contro la Roma vinta per 4-2. Abbiamo raggiunto il record contro la miglior squadra degli ultimi nove anni, che non ne aveva mai subiti tanti in questo campionato!
A ciò aggiungiamo che 16 tiri totali sono arrivati nel primo tempo, la Juve non ne subiva così tanti nel primo tempo dal 2005, riporta saggio OptaPaolo.
Possiamo tranquillamente dire che dopo Gollini e Silvestri, per la terza volta da dopo il Covid il migliore in campo è il portiere avversario. Dei 12 tiri in porta molti sono stati neutralizzati da uno Szczesny stellare, ma ad essere onesti dovremmo ammettere di aver creato quantità, ma non qualità.
A livello di errori, la Juventus ha creato altrettanto e sbagliato di più, fra l’incornata di Rabiot e la ciccata di Ronaldo imboccato da Dybala. Le azioni neroverdi invece sono state maggiormente elaborate, certamente più estetiche e raffinate, ma forse poco pratiche.
Ricorderemo a lungo l’azione che ha portato al tiro di Traorè, tuttavia appunto parato.
Vero che non puoi certo sperare di attaccare al centro e che la Juve ti lasci passare, ma c’è certo un tema se ancora una volta (dopo l’Atalanta) creiamo molto e finalizziamo poco. Serve maggior concentrazione, ma forse le partite ravvicinate non aiutano.
Come non aiutano la difesa, che anche stavolta si fa uccellare due volte su due calci d’angolo. Non perfetti in marcatura, ma certamente zelanti in possesso e impostazione. Più volte abbiamo sfidato ad una corrida l’attacco bianconero e più volte abbiamo infilzato la zebra riuscendo a liberare i terzini per le loro risalite. Terzini che però erano contati.
E arriviamo al tema finale. Perché se da un lato c’è tanto rimpianto per una partita a tratti anche meritata contro la Juve, dall’altro c’è il prezzo da pagare per questo punto, inaspettato ma pur sempre solitario.
Le facce di Muldur e Kyriakopoulos descrivono il concetto di fatica, il giallo a Berardi costerà il prossimo match. Le energie spese cominciano a presentare il conto in questa fase finale della Serie A che sembra una royal rumble in cui vediamo chi molla prima.
Abbiamo speso tanto, forse troppo per questo punto. Rischiamo di pagarla cara già dalla prossima contro un Cagliari rilassato ma insidioso e con l’arrivo dei match clou contro Napoli e Milan. Inoltre lo status di forma del Napoli potrebbe essere un’arma a doppio taglio, dal momento che se i partenopei non arrivano 6°, tolgono uno slot per l’Europa.
Nessuno esulta al triplice fischio, perchè questo punto è paradossalmente costato caro e ha il sapore di non essere abbastanza. Perchè c’è la sensazione di aver perso un’occasione e di non aver ricevuto quanto meritato. Con questo ennesimo 3-3 che ancora inchioda al pareggio.
E forse il rammarico con cui accogliamo questo punto contro la Juventus è il miglior indice di come sia arrivato in alto il Sassuolo.