E alla fine arriva Frattesi

Come nel titolo della popolare sitcom statunitense, Davide Frattesi l’ha presa molto lunga ma sembra infine aver colto l’appuntamento con il destino.
Il ragazzo romano classe ‘99 (decisamente un giovane, nonostante non venga spesso incasellato in questa tipologia) poteva essere uno dei tanti talenti promettenti che si spengono nel lungo ed eterno purgatorio dei prestiti in giro per l’Italia. E invece la sua storia sembra essere arrivata ad un punto di svolta.
Partito dalle giovanili della Roma, si è inserito in un percorso già intrapreso da Lorenzo Pellegrini e Matteo Politano, ovvero quello che passa per la fiducia che il Sassuolo calcio conferisce ai giovani. Anche se stavolta non in maniera subitanea, dal momento che ha tardato parecchio l’arrivo in prima squadra.
Il suo arrivo in neroverde è avvenuto in sordina, come contropartita nell’operazione che ha portato Gregoire Defrel alla Roma, una delle operazioni più convenienti forse della storia del club. Il francese infatti era andato nella capitale con un prestito di 5 milioni e un obbligo di riscatto di 15, più ulteriori 3 di bonus forse non realizzati.
Nel complesso comunque 20 milioni incassati dal Sassuolo per un giocatore che poi è tornato a meno in stile “Griezmann-Atletico”. E oltre a quello, come spesso avviene in queste trattative, sono state infilate due giovani promesse che hanno aiutato la Roma dal punto di vista delle plusvalenze: Riccardo Marchizza e appunto Davide Frattesi.

Esordisce in neroverde appena diciottenne in Coppa Italia contro l’Atalanta, ma non viene mai buttato nella mischia in campionato: l’anno seguente comincia il giro dei prestiti, e già qui i numeri non sono da poco.
Su tre stagioni in giro per l’Italia, da Ascoli ad Empoli per finire con Monza, praticamente Frattesi gioca sempre titolare, con oltre 30 presenze con ogni maglia. Inoltre comincia a non disdegnare il gol, segnandone 5 con l’Empoli e ben 8 con il Monza, risultando il capocannoniere della squadra!
Inoltre sia con i toscani che con i brianzoli trascina la squadra ai playoff, senza centrare però la promozione. Insomma, stagioni da protagonista in squadre protagoniste della serie cadetta. Ed è per questi motivi che più volte ci si chiede quanto il giovane, entrato anche nel giro delle giovanili azzurre dalla U17 fino alla U21 continuativamente, sia pronto per il grande salto.
L’estate del 2021 è il banco di prova perfetto, con l’addio di De Zerbi e l’ipotesi di ricambio generazionale nella rosa del Sassuolo: Frattesi come altri viene aggregato al ritiro in attesa di valutarne la duttilità. Inizialmente Dionisi sembra un po’ titubante sul suo utilizzo e si comincia a vociferare di un suo ennesimo trasferimento. Ma poi una serie di ottime coincidenze.
Locatelli è dichiaratamente sul mercato e in attesa di trovare accordo con la Juve, il suo rimpiazzo Matheus Henrique è a disputare le Olimpiadi e arriverà tardi in gruppo. Infine uno sfortunato infortunio tiene Obiang fuori dal ritiro e da tutta la prima parte della stagione. Frattesi si ritrova titolare forzato.
L’attenzione di Dionisi sul suo sviluppo è maniacale, il ragazzo romano è spesso destinatario di urla e rimproveri da parte del mister, ma come si dice nei film con morale paterna “se qualcuno ti rimprovera è perchè tiene a te”. E in effetti Dionisi sembra convincersi sempre più di lui, e alla fine è Bourabia a perdere il ballottaggio e a partire in prestito.
Rimane solo un altro problema per il classe ‘99, ovvero il ruolo. Nonostante il numero scelto in neroverde sia un omaggio ad uno dei mediani più iconici a Roma e in Italia, ovvero Daniele De Rossi, Frattesi è tutto fuorché un mediano e anche i numeri lo hanno dimostrato. Eppure il Sassuolo gioca con il mediano, anzi con il doppio mediano.
In continuazione con l’opera di De Zerbi, che aveva portato Obiang a scudo di Locatelli e aveva ripulito la rosa dalle mezzali non funzionali, anche il tecnico toscano parte con un modulo che non prevede il centrocampista incursore e anzichè avanzare Frattesi come fatto da De Zerbi con Traorè, lo tiene a fianco di Maxime Lopez.
Nelle prime uscite stagionali si vede molta quantità da parte di Frattesi in mezzo al campo, ma poca copertura. Il Sassuolo con lui e con Lopez, di caratteristiche tecniche molto simili a Locatelli ma diametralmente opposto dal punto di vista fisico, viene spesso sopraffatto nelle zone centrali e Dionisi tiene bloccato lui in difesa per consentire a Lopez di allacciare il gioco.
La svolta arriva a Genova, quando per forza di rosa la squadra si mette a 4-3-3.
In questo assetto Traorè torna alla sua origine di mezzala, ma anche Frattesi riprende il ruolo che lo aveva da sempre accompagnato. E il suo impatto comincia a diventare evidente, pur tornando spesso al 4-2-3-1 di partenza. Anche qui una serie di fortunate coincidenze? Forse non più, forse veramente il talento alla fine vince sempre.
Il tocco di palla di Frattesi ha i tempi giusti, anche se non si prende gli spazi che ci potremmo immaginare in un centrocampista centrale. Non lo si vede fare aperture a tutto campo o cercare il passaggio impossibile fra due avversari, ma lo vediamo “limitarsi” a scambi brevilinei, uno-due fulminanti e non sembra concorrere ad una manovra orchestrata che più compete a Lopez.

La cosa su cui sembra davvero portato è la conduzione della palla, grazie anche ad un baricentro equilibrato di 1.84 cm con il quale lanciato in velocità diventa un corpo difficile da contenere. Se prende campo, e lo sa prendere, il giovane è molto bravo nel caricare a testa bassa lo spazio. Nelle azioni decisive che lo hanno portato al gol lo si vede spesso infilato fra due uomini con forza e velocità superiori alla norma.
Quello che non abbiamo ancora visto, e che si è visto nelle sue partite in B, è il colpo di testa (3 degli 8 gol con il Monza) e il tiro da fuori, su cui non è stato ancora fortunato, ma di cui abbiamo avuto assaggi. Sono caratteristiche che possono scontare il passaggio in Serie A, causa difensori più fisici e difese abituate a schermare.
Nelle ultime quattro partite ha segnato tre gol, Venezia, Juventus ed Udinese, avvicinandosi molto di più alla porta con tiri e tocchi in fase offensiva in aumento. I suoi numeri cominciano a mostrare bene le sue doti e le sue mancanze.
Con 0,14 xG ogni ‘90 e 0,2 gol effettivi ogni partita (cioè un gol ogni 5 partite) è oltre il 90° percentile fra i centrocampisti dei 5 maggiori campionati europei, ovvero nel 10% dei migliori. Ed è molto bravo anche nei tocchi nell’area avversaria, quasi 3 a partita che per un centrocampista è decisamente un numero elevato.
Non è però altrettanto brillante se si parla di passaggi (solo l’82% di precisione in quelli corti e solo 3 a partita capaci di far avanzare la squadra), se si parla di pressioni (15 a partita) e contrasti (in media 1,11 ogni ‘90 che è un dato comprensibilmente basso).
In breve Davide Frattesi è attualmente un centrocampista incursore in maniera abbastanza palese, e non a caso quando schierato in una funzione difensiva il Sassuolo non eccelle né davanti né dietro. Ma allo stesso tempo, senza mediani di quantità, quando il gioco libera Frattesi per l’inserimento, rimane un varco spesso pericoloso fra le maglie difensive.
Qui sta la difficile scelta per Dionisi, quella che potrebbe essere un punto di svolta della stagione neroverde e che di sicuro lo sarebbe per il giovane centrocampista.
Frattesi val bene un cambio di modulo?