Cosa pensare dell’addio di Locatelli

Si è conclusa, e finalmente, la telenovela di mercato che ha tenuto tutti incollati alle app di Di Marzio e compagnia varia praticamente dalla fine dell’Europeo: Manuel Locatelli è un giocatore della Juventus.

L’interesse dei bianconeri si era già manifestato lo scorso anno, ma la dirigenza neroverde aveva fatto muro mantenendo il giovane per un terzo anno. Ora, dopo 99 presenze con il Sassuolo e dopo essere stato l’acquisto più costoso di sempre, Locatelli è stato ceduto alla principale squadra italiana, tanto vincente quanto amata ed odiata.

Questo addio suscita molti sentimenti, alcuni persino contrastanti fra loro, e che possono variare da tifoso a tifoso. Ci siamo preparati per tutta l’estate a questo trasferimento e ora cosa dobbiamo pensare di come si è svolta la faccenda? Chi ci perde e chi ci guadagna? Chi sono i vincitori e i vinti di quello che, cifre alla mano, è l’acquisto più costoso della serie A di questa nuova stagione?

Prima di tutto parliamo dei soldi.

Non è un mistero che a prolungare le trattative fino allo sfinimento fosse la non disponibilità della Juve di dare quanti soldi richiesti, ovvero 40 milioni di euro. Non disponibilità che segnala la fisica insolvenza economica: la Juve non ha realmente quei soldi ora.

Inizialmente erano state proposte delle contropartite, spesso più utili a chi le cede che a chi le compra. Radu Dragusin era stato valutato all’incirca 5 milioni, per colmare la differenza fra i 35 proposti dalla Juve e i 40 chiesti. Rispedito al mittente.

Questo rifiuto da parte di Carnevali è forse il segno più tangibile della crescita di status del Sassuolo.

Fino a pochi anni fa, l’Inter prendeva Sensi e ci dava Marco Sala (anche lui valutato 5 milioni) e Andrew Gravillon, entrambi mai visti in neroverde purtroppo. Operazioni normali nei legami fra top club e piccoli/medi club che cercano opportunità dai settori giovanili. Tutto è un do ut des, il club maggiore fa plusvalenza e quello minore scommette su un giovane che un giorno può rivendere a di più.

E la ruota continua a girare.

Stavolta no, la dirigenza non ha voluto nessuno in cambio e soldi, un segnale certamente interessante perchè certifica come lo scouting neroverde consenta ormai di non dipendere dai rapporti con le big. Certamente essere un club “amico” delle big ha aiutato nei primi anni, ma ora è una fase giustamente conclusa e il Sassuolo preferisce scovare i giocatori da solo, come vorrebbe Lele Adani.

Ci sono però i dettagli dell’accordo, che hanno fatto storcere il naso soprattutto ad alcune voci “note” di Twitter.

Inutile negarlo, il Sassuolo alla fine è venuto incontro alla Juve, togliendo tutte le clausole che la Juve voleva inserire (ovvero pagare in base al raggiungimento o meno della Champions), ma inserendo una formula tortuosa che ha vantaggi per entrambi.

Locatelli rinnoverà fino al 2023 (il contratto ora scade nel 2022) e firmerà un prestito biennale con obbligo di riscatto di 25 milioni dilazionabile nel pagamento, con 12,5 milioni di bonus legati ad obiettivi sportivi. In pratica il Sassuolo vedrà i soldi fra due anni, un lasso di tempo decisamente lungo, ma potrebbe incassare 37,5 milioni (una perfetta via di mezzo fra le due cifre) e realizzare una perfetta plusvalenza.

Il giocatore, infatti, era stato pagato a peso d’oro 3 anni fa, ma fra 2 anni saranno passati 5 anni in tutto e il Sassuolo avrà finito l’ammortamento del cartellino, avendo un giocatore con un valore a bilancio prossimo allo zero. In questo modo i 25 milioni incassati (e tutti i bonus) saranno una totale plusvalenza sul bilancio.

Ad ogni modo la vicenda con la Juve può far irrigidire anche i fan sassolesi, perchè è una formula abbastanza nuova in cui un club palesa la sua difficoltà con “non ho i soldi ora, e forse nemmeno l’anno prossimo” e la dirigenza viene incontro. In particolar modo per il fatto che offerte maggiori e più “pulite” erano arrivate dall’estero.

Questi commentatori social, probabilmente irritati dal non avere ancora una professione decente e ben definita se non quella appunto di utenti dell’unico social che non ti fa fare i soldi, hanno accusato il Sassuolo di servilismo rispetto alla Vecchia Signora, ignorando uno degli aspetti fondamentali del calciomercato di oggi: la volontà del giocatore.

Locatelli voleva solo la Juve, per motivi suoi anche personali non voleva provare l’avventura all’estero (e come biasimarlo vedendo a come è andata alla maggior parte dei giovani italiani) e il brutto passato a Milano lo ha sicuramente spinto verso Torino.

Nell’estate in cui Messi si sposta free agent, Cristiano Ronaldo sembra possa fare quello che vuole anche il 31 agosto, Lukaku abbandona l’Inter campione d’Italia senza grandi problemi, dovremmo aver capito che siamo entrati in una nuova era in cui la volontà del calciatore fa tanto se non tutto.

Locatelli aveva ancora un anno di contratto, sarebbe potuto restare ancora ma poi il Sassuolo lo avrebbe avuto in scadenza e a gennaio si sarebbe probabilmente accordato con qualche club, fra cui la Juve, per passare a zero a Giugno 2022. Doveva essere venduto questo anno per avere potere contrattuale, questa cosa su Twitter ancora non passa.

La volontà del giocatore è quindi la principale cosa di cui dovremmo discutere, essendo la principale cosa che ha portato al trasferimento.

Locatelli non ha mai brillato per umiltà, né per rispetto dei colori sassolesi, ma di questo non ne possiamo fare un dramma. Parliamo di un ragazzo di 23 anni, arrivato in provincia dopo aver assaporato un San Siro che esulta con lui e aver vissuto 2 anni su 3 senza tifosi. Che già a Sassuolo non sono molti, il covid poi avrà fatto la sua parte.

Certamente Locatelli non si è affezionato al contesto, raramente ha speso parole di miele come capitato per altri giocatori durante le interviste, parole a volte eccessivamente dolci ma che comunque testimoniano l’attenzione. Manuel è sempre stato focalizzato su se stesso, sulla sua carriera che doveva riprendersi, sull’essere pronto per il salto verso una grande squadra.

Non ha mai considerato di poter diventare grande al Sassuolo, eppure grazie al Sassuolo ha vinto un trofeo come l’Europeo che intere generazioni di fenomeni non riescono a vincere. Ha sempre creduto molto nelle sue doti, che non sono mai mancate, è stato “curato” dal punto di vista tecnico e mentale da De Zerbi ed è diventato a tutti gli effetti un giocatore di caratura internazionale.

Il giovane lecchese lascia un vuoto a centrocampo che il Sassuolo ha tutti i mezzi per colmare, dal momento che come testimoniato non siamo più un piccolo club. Lo stesso Locatelli è un ottimo biglietto da visita per chi vuole provare l’avventura sassolese e vedere che si può arrivare lontano. Mancherà certamente dal punto di vista tecnico, anche se da quello affettivo un po’ meno. A livello economico, incassare poi i soldi non sarà un grosso problema in un mercato che dilaziona già da diversi anni i pagamenti.

In sostanza, non possiamo biasimare Locatelli per il suo “sentirsi forte”, perchè lo è e probabilmente a 23 anni la penseremmo così anche noi al suo posto se ce lo dicessero tutti e se la Gazzetta dello Sport passasse un’estate intera a far dire ad ospiti illustri “quanto ci starebbe bene Locatelli alla Juventus”. E il grazie che gli porgiamo per quanto dato è veramente sincero.

Dal punto di vista professionale non è mai mancato in campo, per questo non possiamo che augurare il meglio a lui per quello che è e per quello che rappresenta, come detto. Di sicuro, per questo suo atteggiamento totalmente legittimo e perfettamente comprensibile le sue gesta resteranno negli occhi di noi tifosi, anche se forse non nel nostro cuore.