ANALISI. Cagliari-Sassuolo

Come in Groundhog Day (Ricomincio da Capo) film del 1993, nel quale il protagonista, il grande Bill Murray, rivive all’infinito il giorno della Marmotta (che cade il 2 Febbraio), così il Sassuolo rivive lo stesso spauracchio con il Cagliari, dopo una partita per larghi tratti dominata.
E non solo per essere andato in svantaggio dopo una serie di errori e clamorose parate di Cragno, come successo un girone fa al Mapei Stadium, ma anche perché con il Cagliari è finita in pareggio 6 delle ultime 7 partite.
Il Sassuolo ha attuato il medesimo piano gara di tutta la stagione, mentre DiFra, reduce da 6 sconfitte consecutive, ha optato per un atteggiamento più attendista, non pressando alto come fatto in altre occasioni, ma aspettando il Sassuolo 10-15 metri davanti al centrocampo, cercando di riempire la zona centrale con giocatori disposti a piramide dietro a Simeone (1-4-3-2-1).
Il Sassuolo ha cercato di dominare l’avversario attraverso il possesso palla (71% a fine partita), mediante la costruzione manovrata e la ricerca dell’uomo libero alle spalle della linea di pressing.
Se nel primo tempo il Cagliari ha provato a stare più alto con Di Francesco che chiamava spesso la sua difesa ad alzarsi, nel 2° tempo il Sassuolo ha schiacciato i sardi (come si vede dai baricentri delle due squadre), obbligandoli di fatto a limitarsi alla fase di contrattacco.

Possiamo trovare alcuni aspetti di miglioramento per gli emiliani rispetto alle ultime partite, sia a livello di collettivo, che nelle prestazioni dei singoli. Da sottolineare la prova dei tre uomini dietro Caputo, che hanno creato tanto (le 15 azioni terminate con una conclusione, i 4 passaggi chiave di Traore o gli 0,88 di Expected Goals del solo Djuricic: lo stesso risultato ottenuto da tutto il Cagliari, per intenderci.
Inoltre, Jeremie Boga è apparso (finalmente!) in un buono stato di forma; domenica pomeriggio, grazie anche al lavoro di tutta la catena di sinistra con Rogerio e il supporto di Locatelli e Djuricic, è riuscito più volte a trovarsi isolato in 1vs1, la sua condizione ideale per mettere in mostra tutto il suo potenziale; per lui i numeri ci parlano della migliore prestazione offensiva con il maggior numero stagionale di palloni toccati e portati nella trequarti e nell’area avversaria, 3 dribbling su 5 riusciti, tra cui quello spettacolare su Zappa sulla linea di fondo, e la maggiore distanza progressiva (nella direzione della porta avversaria) di conduzione palla dopo gli irraggiungibili Marlon e Ferrari. Il tutto coronato dal gol del pareggio.
Resta ancora migliorabile la difesa a zona del Sassuolo, ancora una volta (e sono varie in stagione, Simeone all’andata tanto per citarne una) perforata da un colpo di testa su inserimento avversario tra i due centrali di difesa. Centrali che fino a quel momento erano riusciti egregiamente a contenere gli attaccanti sardi e a costruire dal basso; inoltre, Marlon si è fatto notare per un paio di anticipi aggressivi nei pressi del centrocampo.

Risulta poi quasi superfluo sottolineare come per il Sassuolo sia vitale recuperare sia il miglior Caputo (ieri 0 tiri, un buon assist per Djuricic) per poter finalizzare le comunque numerose occasioni che gli uomini di De Zerbi riescono a creare, che capitan Berardi, senza il quale nelle ultime 5 partite in stagione abbiamo collezionato solo 2 punti e segnato 4 gol.
La partita di Cagliari rappresenta indubbiamente un passo avanti, soprattutto rispetto allo svolgimento del piano gara, alle occasione create (ma sprecate!) e al recupero di un buono stato di forma da parte di alcuni giocatori chiave per questa squadra. D’altra parte, è necessario iniziare a raccogliere più punti possibili, specialmente in questo periodo in cui il calendario è più agevole, perché se l’obiettivo che si vuole perseguire è un posto in Europa, è necessario un girone di ritorno da record.
