Quella volta che un uomo è planato sul MAPEI

E’ successo. E se non lo ricordate ci sono due spiegazioni: o siete senza cuore per questa squadra, o avete visto la partita in tv da bravi Occasionali. Perchè quello che è successo non è mai stato ripreso dalle telecamere.

Sono le 13:13 del 20 Ottobre 2019, una data e un orario destinati a restare nella storia di questo posto chiamato Mapei Stadium fu Stadio Città del Tricolore fu Stadio Giglio fu tutta campagna.

Nel rettangolo verde si sta giocando Sassuolo-Inter, partita importante perchè l’Inter di Conte è in testa a testa con la Juve di Sarri e il Sassuolo di De Zerbi prova a stupire. E’ anche una partita dal forte significato emotivo, perchè è la prima a disputarsi dopo la scomparsa del nostro patron Giorgio Squinzi, per la quale abbiamo rinviato il match con il Brescia.

Un giorno la mia squadra batterà l’Inter a San Siro”, disse in tempi non sospetti il Dottore, e non a caso forse il primo avversario dopo la scomparsa è proprio il biscione nerazzurro. Una partita tesa e attesa.

Siamo appunto al minuto 43 e siamo sul 2-1 per l’Inter con Lukaku e Lautaro Martinez scatenati, ma un Berardi determinato ha dedicato un bel gol di destro al Presidente e prova a pareggiare. E’ appena stato fischiato un rigore per l’Inter, un raddoppio troppo violento di Duncan è un invito a Lautaro che si lascia andare e guadagna il tiro dagli undici metri. Il Sassuolo protesta in maniera flebile, ma passano pochi secondi e le persone sono subito distratte.

Ma cos’è? E’ un uccello? E’ un aereo? No ma non è nemmeno Superman! Ai tifosi in curva appare evidente che un tizio che sta facendo paracadutismo (dopotutto affianco al campo c’è il Campovolo che non viene utilizzato solo per Ligabue) sta puntando al campo.

Sono attimi di concitazione, perchè tutti se ne accorgono, i tifosi sopratutto che si scaldano in un mezzogiorno di Ottobre e cominciano a incitare l’atterraggio. L’arbitro e i giocatori se ne accorgono e cercano di ignorare il tutto. Ma sono a sorpresa le telecamere di DAZN, e in generale della Lega Calcio, a ignorare il fatto. 

Non che ci siano preoccupazioni di terrorismo o simili, appare subito evidente che si tratta di una falla che la sicurezza poteva evitare solo installando un cannone antiaereo in zona stampa. Tuttavia non si capisce se questo soggetto lo stia facendo apposta o no, cioè se sia un invasore volontario o involontario.

Al momento del suo atterraggio, sembra che sia quasi sorpreso di trovarsi lì. Non estrae cartelli, striscioni e non sfoggia particolari divise, se non per il fatto che sembra spesso in mutande. E’ evidente che non lo ha fatto apposta, ma la sicurezza accorre come può, scortando lui e il paracadute fuori dal campo e consentendo di riprendere il rigore.

Da questo video (Youtube è l’unica fonte vista la censura televisiva) si coglie ancora di più l’essenza. Molti estraggono il telefono troppo tardi, è la curva che si accorge subito del pericolo dall’alto. Qualcuno gli urla “Bravo”, altri gli urlano “Coglione!” segno indelebile che gli uomini devono irrimediabilmente schierarsi senza necessariamente sapere di che si tratta, basta avere una sentenza. Qualcuno più imparzialmente urla “Ma che deficiente, bravo!”.

Le signore sono più moderate, con termini del tipo “ma questa poi” o “io non ho parole”. Nulla a che vedere con il condimento di bestemmie e il mix di applausi e fischi: non si capisce se questo figuro esca da eroe o da nemico del pubblico.

A sera, nella Domenica Sportiva, qualcuno ne parla e da una prima ricostruzione dell’accaduto. Le regole della Serie A sono rigide e prevedono di non dare attenzione a chi invade il campo per evitare l’emulazione dei gesti di questo tipo. Certo che emulare un paracadutista forse meriterebbe un premio invece che una penalità. Bonus del video: Magnanelli che mentre protesta per il rigore, dice all’arbitro “Guarda là oh!”.

La ricostruzione aiuta a capire meglio le immagini viste. Il paracadutista si chiama Antonio Marino, ha 36 anni e centinaia di lanci alle spalle, ma questo era il primo con la tuta alare. All’improvviso si è trovato in difficoltà, a causa di un avvitamento che lo ha portato fuori posizione e lontano dal punto previsto di atterraggio e a quel punto ha dovuto pensare alla sua incolumità.

Dall’alto ha visto un rettangolo verde evidente e non ha pensato ad uno stadio, ma a dei campi arati (non è di Reggio e anche se avesse chiesto indicazioni un reggiano avrebbe risposto KUELLO NON E’ IL MAPEI STADIUM, E’ IL GIGLIO!!!11!1). Visto che ovunque intorno c’era asfalto o peggio autostrada, ha virato lì e solo all’ ultimo si è reso conto di essere in uno stadio. Questo spiega il suo stupore e il suo sguardo spaesato.

In un’intervista al Carlino, confessa di aver vissuto momenti agitati, con la testa che girava per l’emozione e lo spavento, e che il personale dello stadio ha capito la situazione e lo ha aiutato. Come i poliziotti che lo hanno portato in questura.

Ma ATTENZIONE, perchè dopo poco più di un mese il questore di Reggio Emilia ribalta tutto, peggio di un voto di Alessandro Borghese!

Sentiti i dovuti esperti ed esaminate le immagini (che non si sa come la questura ha sempre ventisette immagini di ogni misfatto) si stabilisce che non solo il giovane parà aveva già effettuato molti lanci con la tuta alare ma detiene anche il record italiano di caduta libera stabilito proprio a Reggio 3 anni prima!

Determinanti nell’incastrarlo le telecamere del MAPEI e il parere degli esperti, oltre che la videocamera che lui aveva sul casco che di sicuro ha palesato la sua manovra intenzionale per atterrare sullo stadio. Insomma, il giovane ci ha provato e ha provato anche a farla franca in tutti i modi per evitare la multa. Che invece è arrivata: DASPO per 2 anni dagli eventi sportivi e denuncia in stato di libertà, cioè niente gattabuia ma fedina sporca.

Così si conclude l’epica vicenda del parà invasore, che ora ha un nome e un cognome, di cui ora sappiamo le reali intenzioni, che probabilmente ha sborsato un po’ di soldi per questa bravata e che mannaggia la miseria non è bastato per far perdere la concentrazione a Lukaku.

Che ha segnato il rigore.