EDITORIALE. Ventidue Titolari

La vittoria contro la Fiorentina è la prima dalla ripresa del campionato, con 3 gol che stavolta portano i tanto agognati 3 punti. Il numero ritorna, ma la partita contro la viola torna meno, per l’impreparazione con cui gli avversari sono giunti allo scontro.
Partiamo però con i complimenti al Sassuolo. De Zerbi cambia ancora la formazione, mantenendo fisso il modulo ma con interpreti molto diversi, alcuni mai visti, che forse hanno mandato in confusione la Fiorentina.
In difesa è tornata la coppia vista contro l’Inter, con Rogerio al posto di Kyria e Muldur titolare forzato a destra. Inedito invece l’abbinamento Magnanelli-Locatelli. Ma la vera sorpresa è stata Hamed Traorè sull’esterno destro, ruolo mai visto e nel quale effettivamente siamo in carenza.
Infine finalmente riposo per Ciccio Caputo, dopo 3 partite giocate senza riposo per tutti i minuti. Defrel si è riappropriato del suo ruolo originario di punta e ha dimostrato di saperci ancora fare.
La chiave dell’incontro però è stata maggiormente in Djuricic, un giocatore che se in forma è in grado di trascinare il gioco ad un palleggio superiore.
L’azione che porta al rigore, se esaminata, è semplicemente un triangolo che percorre tutto il campo. Il serbo intercetta l’angolo, si trova inspiegabilmente smarcato (Pulgar sembrerà abbandonato a sè stesso per tutta la partita) e avanza, si stoppa, scarica a Traorè largo e si tuffa nello spazio.
Il passaggio di Traorè è perfetto, mentre l’intervento di Castrovilli abbastanza ingenuo. Viene trasformato il rigore da Defrel e sono 3 (ancora) i rigori realizzati in questa stagione, tutti e tre da marcatori diversi.
Il secondo gol parte ancora da un angolo viola regalato a Djuricic, tanto da farci venire il sospetto che fosse tutto preparato. Stavolta lo scarico è a Boga e quando l’ivoriano taglia al centro si vede perfettamente che tutte le linee della Fiorentina sono nel caos, con centrocampisti che rischiano di sbattere contro difensori. In tutto questo nessuno marca ancora Djuricic. E’ 2-0.
Non che la Fiorentina non ci sia, anzi, arriva anche un palo a dimostrare che siamo troppo morbidi sulle palle che attraversano l’area. Solo che l’atteggiamento è vistosamente sbagliato. Tuttavia Iachini cambia modulo solo al 50’ inserendo Cutrone e trasformando la squadra con un 4-3-3 a specchio, inoltre lascia Castrovilli in evidente serata no.
Iachini sembra fin troppo parsimonioso con i cambi, e al 60’ arriva la pietra tombale con Muldur (che per tutta la partita fa penare la fascia sinistra toscana) prima in cross e poi in pressing su Castrovilli. Anche qui la difesa viola è su un altro pianeta, basta vedere il colpo “di petto” in area verso un compagno girato. Un invito per il 3-0.

Il gol della bandiera ha lo zampino dell’ex Alfred Duncan, che pennella per Cutrone (guarda un po’ di testa). Forse rimpianti per lui, ma perchè non anche per Lirola e Boateng in quella che è ormai una colonia neroverde. Peccato per loro, perchè ora la Fiorentina rischia di doversi giocare la salvezza. Non certo rimpianti per il Deze, a lungo cercato dai fiorentini.
Vediamo Europa noi invece, con rinnovato entusiasmo e con il gap verso il Milan 7° ridotto da 8 a 6 punti. Oltre ai numerosi scontri diretti che provocano del fitto. Il Sassuolo c’è ancora.
Si va verso Lecce con più sicurezza e finalmente con una grande confidenza nel turnover di De Zerbi. L’anno scorso fu spesso criticato per la gestione delle formazioni, con rotazioni eccessive e mancanza di sicurezza nel modulo e nei titolari. Oggi, con questo calcio e queste nuove regole, la rotazione sembra un vestito cucito su di lui che muove le pedine un po’ per forma fisica, un po’ per necessità tattica.
Ad oggi il Sassuolo è la squadra che ha schierato titolari più giocatori di tutti, ben 22 mentre Lazio e Juve ne hanno usati solo 13 in tutti i primi undici. Fiducioso dei suoi giocatori, il mister ha proposto in pratica due formazioni intere, alternando persino il portiere. Possiamo permettercelo con Gianluca Pegolo.
I ritmi serrati cominciano a giocare in nostro favore, chissà che questo non possa essere un fattore decisivo nelle gare a venire proprio contro le prime due in classifica.