EDITORIALE. Dezerbiball

Nonostante sia stata una partita con “pochi” gol, sempre 3 per i 3 punti (numero che ritorna sempre), Bologna-Sassuolo è una partita che dimostra molto nella giornata della caduta dei giganti.

Dopo 31 partite, Lazio e Juventus sono stremate. L’Inter è già in flessione. Pochi cambi, poco turnover, ma forse soprattutto una proposta di gioco eccessivamente sforzante per i giocatori che non reggono più questi ritmi. Si parla sempre di intensità, ma il Sassuolo dimostra come ci sia intensità e intensità.

Il ritmo di una partita può essere imposto o con un grande atletismo, o con una rapidità di esecuzione, che è proprio la cosa che sta dimostrando l’Atalanta ancora invitta dalla ripresa e che sabato rischia di aprire un impensabile discorso scudetto andando a -6 dalla Juve in caso di vittoria.

In parole povere, ci sono squadre che corrono e squadre che fanno correre la palla. Il valore dei giocatori ha un impatto notevole in questa scelta, perchè non tutti riescono a correre per 90 minuti e non tutti sanno far correre la palla. Vedendo di persona Milan-Juventus e Bologna-Sassuolo, il paragone fra le zebre e i neroverdi salta subito all’occhio.

Parliamo di due allenatori diversi, due squadre diverse di categorie forse quasi diverse. Eppure sfido chiunque a non essersi annoiato nel primo tempo della sfida di San Siro, con i giocatori juventini completamente bloccati, lenti e impegnati a toccare la palla mille volte, non si sa se più per necessità o piacere (è un vizio di chi ha i piedi buoni).

Il Milan ha accettato il confronto e ha reagito da judoka, assorbendo il colpo juventino e ribaltando poi il risultato approfittando del calo dell’avversario. Ne sono nati 6 gol, tutti frutto di errori o sviste difensive.

Di tutt’altra pasta il ritmo tenuto sia da Sassuolo che da Bologna, segno di come il gioco sia influenzato anche dal livello dell’avversario. Per tutto il primo tempo le squadre emiliane si sono fronteggiate impostando azioni e affondando nel giusto momento. E’ emersa soprattutto la qualità di palleggio dei neroverdi, ma anche qualche spunto rossoblu.

Il Bologna sembra soffrire molto il gioco di De Zerbi e anche questa volta non era sufficientemente preparato ad affrontarci. Dopo aver lasciato Barrow da solo a pressare su i due centrali e Consigli, Mihajlovic si è reso conto di dover passare alla doppia punta. Ma molto tardi, concedendo oltre un tempo di libertà, sufficiente per segnare il vantaggio.

Il Sassuolo ha gestito 85 minuti della partita, calando solo nel finale. Gli episodi nel calcio contano molto, ed è il suo bello, quindi forse staremmo qui a parlare di un altro spartito senza l’intervento di Chiriches o la traversa di Palacio. Ma io credo di no.

Il Sassuolo ha fatto vedere ancora una volta come sia immune agli episodi, e come continui a giocare il suo calcio nel bene e nel male, in vantaggio o in svantaggio. Una trama appassionante con interpreti finalmente in forma come Locatelli o Berardi, capaci di tenere incollati al televisore.

Dicevamo che il Sassuolo forse gioca il calcio del futuro, televisivo e spettacolare. Ma forse De Zerbi sta già traendo il massimo da questo calcio del “presente”, fatto di cambi, sostituzioni e palloni ad alta velocità. Un cammino che forse ora dovremmo rivedere se l’unica sconfitta è stata contro un’Atalanta in stato di gloria e fra le prime 3 squadre in Italia.

Un cammino che ora vede Lazio e Juve aspettare al varco il loro destino. Il Sassuolo va ad arbitrare la sfida scudetto, ma ci arriva con una sensazione diversa, che forse non avremmo immaginato.

Chi avrà paura sabato? Noi o la Lazio

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