Che fine ha fatto GIANLUCA SANSONE

Se qualcuno segue il Sassuolo da quando era in Serie B, ma da buon occasionale, e non come quei dementi che andavano 3 volte in curva e lo rinfacciavano a vita, allora non può che ricordarsi tre cose:

  • il fatto che ad ogni girone di ritorno cominciasse a girare la voce “secondo me non ci vogliono andare in A”
  • il fatto che tutte le estati cominciasse a girare la voce “secondo me Squinzi vende
  • le bombe di Gianluca Sansone

Prima del funambolo italotedesco che purgò la Juve al Mapei e ci portò in Europa con la 10 sulle spalle, il cognome biblico era associato al nome Gianluca e ad una figura che rimandava maggiormente all’eroe israelitico.

La forza celebre di Sansone sembrava riversarsi nel piede sinistro dell’attaccante lucano, arrivato come un fulmine a ciel sereno nella rosa neroverde per una breve ma intensa esperienza di una sola stagione.

Nell’estate del 2011, il Sassuolo ingaggia un 24enne Sansone prendendolo in comproprietà dal Siena. L’attaccante si è messo in mostra nel suo primo anno di B con il Frosinone segnando ben 10 gol. Un percorso strano per un calciatore che dopo varie esperienze in salita: complice un infortunio, non ha mai esordito in A con il Siena e si è fatto per 5 anni gavetta nelle serie minori.

E’ strano arrivare in Serie B a 24 anni ed impattare così, ma Sansone è un giocatore particolare, forse il miglior simbolo del fatto che se su 5 anni di serie B siamo arrivati 3 volte ai playoff/promozione, qualcuno in dirigenza sapeva di calcio. E aveva visto giocare Sansone.

Al suo arrivo in neroverde, la squadra è nelle mani di Fulvio Pea e viene da un’annata in cui ha rischiato di retrocedere. Ma la cura Pea funziona eccome e il Sassuolo cavalcherà fino al 3°posto, fermandosi nella vociferata sfida contro la Samp. Il tridente d’acciaio è formato da tre giocatori veramente atipici.

Sansone parte in posizione arretrata, quasi da trequartista, ma può sostanzialmente spaziare dove vuole. Le due punte sono Boakye e Masucci (alternato a Noselli) ma sono due attaccanti molto dinamici che spesso si allargano e creano il presupposto all’inserimento di Sansone.

Questo schema da calcetto permetterà a Gianluca di essere il capocannoniere della squadra in quell’anno con 20 reti segnate: nessun giocatore neroverde ha mai segnato così tanto in una stagione! E’ tuttora un record.

Di lui si ricordano le caratteristiche fisiche: la potenza delle gambe lo rende resistente ma non agilissimo. La sua altezza (1,70 circa) lo poteva far sembrare un ala dribblomane agli occhi dei difensori che poi lo vedevano sfondare in potenza, o con furbizia usando con tagli alle spalle. Ma sicuramente ricordiamo il suo mancino micidiale.

L’1 Novembre 2011 è una sua punizione a dare il via allo stratosferico 2-5 sul Modena nel derby, complice anche il fatto di avere di fronte probabilmente Paolo Noise e non un portiere. Poi si procura un rigore, che trasforma, e infine serve l’assist per Boakye. Un trionfo.

Di lui si dice semplicemente una cosa : è un giocatore di un’altra categoria, pronto al salto. E quindi si capisce che o il Sassuolo va in A, o ci andrà Sansone. Il doppio confronto con la Samp sancisce la seconda ipotesi, in estate le strade di Sansone si separano dalle nostre e il giocatore arriva in A con un anno di anticipo rispetto a noi, venendo ceduto a metà per 1.6 milioni.

Ma al Torino la stagione è piuttosto amara, pochi minuti sparsi qua e là e un solo gol contro il Napoli. Il poco spazio nelle rotazioni lo costringe a cambiare aria, proprio alla Sampdoria che preleva la metà del suo cartellino dal Torino e in estate riscatta anche la nostra metà: Sansone non è più del Sassuolo, manco a metà (che favola il periodo delle comproprietà).

Nella stagione 2013/2014 arriviamo in A anche noi e indovinate un po’? Sansone ci purga al Mapei, in uno scambio con il centrocampo doriano in cui fa fare una figura piuttosto barbina a tutta la difesa sassolese. A gol realizzato, Magnanelli apre le braccia sconsolato chiedendo ai suoi compagni come abbiano fatto, mentre Sansone non esulta in modo decisamente apprezzabile.

Ma anche con la Samp non scocca la scintilla, nonostante le punizioni ormai marchio di fabbrica, come quella che uccella Stekelenburg. Nel gennaio del 2014 passa in prestito al Bologna in Seria B con cui esordisce e segna…con punizione! La Serie B sembra ritrovarlo a suo agio, come un predatore nel giusto habitat.

Segnerà in rossoblu 5 gol nella seconda metà del campionato, ma soprattutto due pesantissimi gol nei playoff che vedono coinvolto il Bologna quarto. E’ un’annata pazzesca che vede il Carpi primo e il Modena quasi retrocesso nonostante il capocannoniere Granoche. Sansone segna un gol nella semifinale contro l’Avellino e un gol, decisivo, in finale contro il Pescara di Politano e Lucas Torreira.

Un cross teso di Acquafresca viene intercettato corto in area proprio da Torreira e sul pallone vagante e smorzato si avventa rapidissimo Gianluca. La conclusione è brutale, di una cattiveria inaudita e immotivata che sprigiona proprio tutta la forza biblica a cui accennavamo. Il replay da dietro la porta fa quasi apprezzare il fatto che il pallone non abbia centrato Fiorillo, provocandogli potenzialmente il distacco del collo. Sansone si prende la gloria della curva del Dall’Ara.

Ma a sorpresa i felsinei non lo riscattano. Torna quindi alla Samp che lo rigira al Bari, sempre in B, e anche qui compie una buona stagione (con un’altra punizione al Modena) portando i pugliesi ai playoff, questa volta però senza riuscire nella seconda promozione consecutiva. Vengono sconfitti ai supplementari dal Novara e sarà proprio il Novara a notare e voler rilanciare Gianluca.

Nell’estate 2016 la squadra piemontesi “investe” comprando a titolo definitivo il giocatore dalla Samp, senza però sborsare un euro. Sansone ha ormai 29 anni ma non rinuncia al sogno di tornare in Serie A, come svela lui stesso.

I capelli ora sono corti, non più lunghi, quasi come avesse realmente incontrato una Dalila che a tradimento gli ha sottratto la forza mentre dormiva. Ma l’unica donna che Sansone avrebbe dovuto temere era la dea della Tattica.

Nella conferenza stampa di presentazione al Novara, Gianluca esamina molto seriamente non tanto cosa è successo a lui, quanto al suo ruolo. Quello che lui definisce “Questo passaggio delle difese a 3” è un tatticismo italico che negli anni Dieci diventa predominante con l’affermarsi della Juve di Conte e degli altri esempi virtuosi come Mazzarri o Guidolin. Il ruolo di attaccante esterno è quello che ne subisce di più.

In questa grande cesoia occupazionale, che sembra quasi un passaggio di competenze lavorative in cui ad un certo punto ogni squadra ha bisogno di un tornante come le aziende di un programmatore, l’ala diventa superflua e disoccupata. E’ anche il motivo per cui il passaggio di Berardi salta spesso, visto che poche squadre ormai garantiscono il tridente.

Sansone si è dovuto adattare per forza a seconda punta o trequartista dietro il bomber, ma non era questo il calcio nel suo DNA. Come esterno gli è sempre mancato davvero poco alla perfezione, fra fisico robusto ma agile e un piede sinistro veramente educato e potente per un eventuale rientro a giro sul secondo palo. Solo che non sono gli anni giusti. 

Non so che giocatore sono” dice in una conferenza molto sincera in cui svela la sua ambizione di tornare in A, ma ricorda che l’obiettivo della squadra è restare in B. Alle domande sui gol ricorda che non è il suo compito principale, tracciando un altro piccolo parallelo con il nostro Mimmo, scambiato per goleador dopo un’annata prolifica.

A Novara non andrà malissimo, Sansone giocherà, segnerà e porterà la squadra al 9°posto, appena un gradino e 4 punti sotto la zona playoff. Ma la stagione successiva qualcosa sembra rompersi, perchè la squadra va a picco e retrocede in Serie C senza passare dai playoff. Per Gianluca è un colpo duro che comprensibilmente non accetta.

Nonostante due presenze nella terza divisione, appena arriva l’offerta, Sansone accetta, e va incontro ad una follia: l’Azerbajan

Cosa spinga un calciatore via dalla Serie C possiamo immaginarlo, cosa lo spinga al Neftchi Baku molto meno. La squadra azera è la “più titolata” del suo paese certo, e forse l’avrete presente perchè ha sfidato l’Inter in Europa League nel 2012. Eppure la squadra in ascesa è nettamente il Qarabag, che vince da 7 anni di fila ed è arrivata persino in Champions. 

L’acquisto di Sansone a metà campionato (siamo nel febbraio 2019) non si rivelerà quindi decisivo. L’attaccante si piazzerà punta ma segnerà soltanto due gol nelle sue 11 apparizioni. L’idea del “Giovinco armeno” che cambia campionato e fa sfacelo non emerge e dopo solo mezzo campionato, il lucano capisce che forse forse non è il caso di ostinarsi.

Se volete sapere che fine abbia fatto Gianluca Sansone dovete farvi un po’ di pullman, anzi forse conviene l’aereo ai bassi prezzi di oggi. Arrivate in Puglia, anzi nel foggiano, e andate a Cerignola, ridente comune del Meridione con oltre 50mila abitanti e la terza estensione comunale per territorio. Una metropoli.

Non sappiamo anche qui cosa sia successo, possiamo capire che c’entri l’energico presidente Grieco che ha convinto personalmente il giocatore ad accettare l’ingaggio nonostante poche settimane prima avesse presentato allo stadio un giocatore argentino poi mai tesserato. Peccato che sappiamo tutti come questa stagione 2019-2020 stia finendo.

A causa del Covid è la Serie D non riprenderà più e che quindi Gianluca non abbia la possibilità di una storica scalata. La squadra 4° in classifica non disputerà nemmeno i playoff a meno di sconvolgimenti.

Una parabola strana, rapidissima per un giocatore che ha ancora 33 anni e che ha fatto vedere grandi cose fin quasi ai massimi livelli italiani. Un giocatore dal carattere apparentemente schivo e di una timidezza che ben cela lo spietato sinistro che abbiamo visto vibrare come una scure. Un attaccante rovinato sicuramente dall’evoluzione tattica del momento e dal pregiudizio di chi forse si aspettava gol da chi non li prometteva.

Un ex neroverde che ricorderemo con piacere nonostante una sola annata per una grande icona rappresentata dalle sue “bombe su punizione”. Quelle non le scorderemo mai.