Un affare perfetto

Sembrava una cessione sicura e già definita, ci è voluto un po’, siamo dovuti arrivare oggettivamente a fine Luglio, ma alla fine è successo: il Sassuolo ha venduto Gianluca Scamacca.
Su di lui c’erano gli interessi un po’ di tutti, se ne parlò per l’Inter ma poi il ritorno di Lukaku ha cambiato tutto. Se ne è parlato per il Milan che ha scelto di puntare su Divock Origi e molto probabilmente se ne pentirà. E infine se ne è parlato per il Paris Saint Germain.
Alla fine Scamacca non andrà alla corte dei principi, ma quasi al suo antipode calcistico ovvero la squadra famosa per il tifo hooligans, il West Ham United.
Ci sono tante cose su cui riflettere, il trasferimento, il Sassuolo, Scamacca, le cifre, il contesto. Proviamo ad affrontare uno a uno questi aspetti andando ad esaminare un trasferimento che sicuramente farà storia, per quanto riguarda il Sassuolo.
E in base a queste cose capiremo perché si è trattato di un affare praticamente perfetto.
LE CIFRE
Scamacca è la cessione più remunerativa del club. Con gli ipotetici 42 milioni (confermati anche indirettamente da Carnevali al CDS) sfonda il record che apparteneva a Locatelli, di cui non c’è ancora un valore certo e definito ma che è sicuramente sopra i 30 milioni. Ma non è tutto qui, dal momento che si tratta anche della più grande plusvalenza mai realizzata.
Forse non tutti sono avvezzi alle plusvalenze, anzi magari provano pure un po’ di fastidio a parlarne, ma in ottica economica sono fondamentali per garantire al club il giusto equilibrio di bilancio e dopotutto sono anche un modo corretto di contabilizzare una gestione particolare come quella dei calciatori.
Per farla breve quella di Scamacca è tutta plusvalenza. Essendo arrivato per circa 500mila euro e non avendo avuto un rinnovo di contratto prima della chiusura dello scorso esercizio, Scamacca aveva un valore contabile pari circa a zero. Significa che potenzialmente il Sassuolo potrà spendere tutti i 42 milioni incassati come meglio crede.
Ora non giriamoci intorno, si era parlato però di cifre più alte, intorno ai 50 milioni, ma di questo ne parliamo allora a parte, perchè Scamacca è una cessione quasi perfetta nonostante quello che si dica sui social.

LA TRATTATIVA
Della cessione di Scamacca si è parlato tanto, e forse troppo.
Dal mese di Aprile in pratica Carnevali aveva palesato l’intenzione di vendere il giocatore e in maniera accurata lo si è selezionato come “sacrificabile”. Questo perché innanzitutto era un giocatore con molto mercato (Inter e Milan come detto, ma con richieste anche dall’estero) e poi perché il suo sostituto era già arrivato.
L’acquisto di Luca Moro aveva già palesato la volontà di andare “oltre” l’attaccante romano, con una copertura lungimirante dei ruoli. Una volta giudicato non del tutto pronto poi l’attaccante classe 2001, si è deciso di investire anche sul Canario Alvarez.
In pratica il Sassuolo ha in casa già da un mese non uno, ma due sostituti. Senza contare Raspadori, provato nuovamente punta a Vipiteno.
Questa non è una cosa da poco, perché si è già visto come le squadre tendano a far “strapagare” gli acquisti di ricambio alle cessioni. Detta in altre parole, se un club sa che un altro club ha appena incassato 42 milioni, difficilmente non chiederà un prezzo più alto, perché sa che la disponibilità del club acquirente è aumentata.
Non si sono raggiunti i 50 milioni, è vero, ma questo significa allora non aver capito nulla della strategia molto commerciale di Carnevali.
L’amministratore neroverde ha fissato un prezzo per palesare la possibilità di un’asta e attirare quanti più interessati. L’annuncio del prezzo (che ai tifosi non ha fatto certo piacere, ma più per i tempi con cui è stato fatto) ha certamente richiamato l’attenzione di tutti i club che erano alla ricerca di una punta e che potevano valutare l’opzione del “poi se vogliamo a 50 milioni c’è Scamacca”.
Certamente dopo il passo indietro di Inter e Milan questo elemento può aver attirato l’attenzione di altri club esteri che hanno avuto tempi maggiormente lunghi, ma comunque congrui con la preparazione. Se ci pensiamo, è da oltre un mese che parliamo di Scamacca in uscita, ma questa tiritera non ha avuto impatti sulla prima squadra e sulle tempistiche di campionato, visto che mancano 2 settimane all’inizio della Serie A e Dionisi ha lavorato fin da subito ad un Sassuolo senza di lui.
Il Sassuolo è stato soprattutto criticato per il suo modo di “sparare i prezzi”, ma questa è una cosa contestabile solo da chi non capisce come funzionano le trattative oggi, non solo nel calcio.

COME HA FATTO IL SASSUOLO A FARSELO PAGARE COSì TANTO
“Ogni giorno sento parlare dei giocatori del Sassuolo che valgono 50-100 milioni, ma noi siamo 3 punti sopra di loro, io vedo questa cosa qua”
Con questa frase Igor Tudor accendeva la polemica, mai spenta nel corso dell’estate, sui prezzi che il Sassuolo chiede per i suoi giocatori. Una frase che forse, con qualche dietrologia, potrebbe persino essergli costata cara.
Fatto sta che il Sassuolo basa la sua strategia su alcuni punti molto importanti. In primis la “non necessità” di vendere giocatori.
Questo lo ha detto più volte Carnevali nel corso delle interviste in cui sbrodolava il listino prezzi di ogni giocatore. Noi tifosi forse lo abbiamo considerato poco ma più passa il tempo più capiamo la sua sincerità nell’affermare che “il Sassuolo ha la forza economica per tenere tutti”.
Il contratto di Scamacca è stato rinnovato nell’Aprile 2022, passando da 400mila euro annui a circa 800mila. Un bel salto che legava il giocatore al club per altri 4 anni. Sono tantissimi 4 anni per un giocatore 23enne e con molto mercato. Ma questo non tutti lo capiscono.
Il Sassuolo compra spesso con contratti lunghi, si vedano anche Alvarez e Thorstvedt arrivati entrambi con orizzonte quinquennale fino al 2027.
Questo è un rischio nel caso di giocatori con ingaggi pesanti che possono bloccarsi in rosa a lungo (la serie A ne è piena), ma lo è decisamente meno se il giocatore è giovane e con un ingaggio contenuto. Già questo significa preparare la plusvalenza.
Poi il Sassuolo spara alto, ma questo contribuisce ad alzare il prezzo medio a cui si andrà a chiudere la trattativa. Qualcuno la può giudicare una cosa gretta, da mercato del pesce, ma nella sostanza poi ad avere qualche milione in più sono contenti tutti. Anche i gentiluomini delle trattative.
Per Locatelli si disse “40 milioni sono pochi”, per Sensi e Politano si chiedevano 30/35 milioni. In realtà non si è mai arrivati a queste cifre, come sappiamo dai bilanci, ma qualcosa sotto con trattative condite a volte di bonus e contropartite. Così anche per Scamacca non si è arrivati a 50, ma la domanda che in pochi si fanno è “si sarebbe arrivati a 42 milioni se non se ne fossero chiesti 50?”.
Il mercato dei calciatori oggi funziona così. Potere economico del club acquirente, potere di quello cedente, volontà del giocatore, bisogno del club, peso dell’ingaggio e concorrenza. Questi sono gli unici parametri su cui si fa il prezzo, il resto sono chiacchiere da bar di “ai miei tempi costava così Ronaldo il fenomeno”.
Vero, ma i tempi sono cambiati.
I club interessati (PSG e West Ham) avevano una grande disponibilità economica, il Sassuolo non aveva bisogno di vendere, il giocatore aveva appena visto il suo stipendio raddoppiare quindi poteva restare tranquillamente un anno in più, la concorrenza sul mercato c’era. E ricordiamo il fattore ingaggio.
Il Sassuolo non ha stipendi elevatissimi, e anche questo è un “lavoro” che le altre squadre devono riconoscere. Se la Juventus deve dare 5 milioni a Bremer è perché il Torino gliene dava già 1,8. Mentre il club che si compra Scamacca può permettersi di concedere solo 3 milioni, che per lui sono comunque una ottima crescita.
Ecco la formula magica per cui, con buona pace dei leoni da Transfermarkt, Scamacca è stato venduto ad un prezzo di poco inferiore a quello di Lewandowski.

LA SCELTA DELLA PREMIER
Proprio in questi giorni Carnevali ha affermato che la Superlega è da pensare con la UEFA dal momento che c’è già una NBA e si chiama Premier League.
Il West Ham da alcuni anni gioca le coppe, è arrivato in semifinale di Europa League e si è qualificato questo anno per la Conference. Non è un club da Champions, quindi, ma ha un potere di acquisto superiore a tutti i club medi europei.
Scamacca non è il suo acquisto più costoso dal momento che tre anni fa ha pagato Sébastien Haller 45 milioni di sterline (quindi 48 milioni di euro circa). Eppure gli affari fra club italiani e inglesi sembrano cominciare a decollare solo oggi.
Una cessione al PSG avrebbe proiettato questa storia nell’Olimpo del calciomercato, e forse avrebbe sciolto Scamacca stesso che si sarebbe allenato con Messi, Neymar e Mbappe: una cosa che puoi raccontare tipo per tutta la vita.
Ma a livello economico, affinare i contatti con la Premier League è molto importante per il club dal momento che il giro di affari del campionato inglese consente prezzi oggettivamente inarrivabili persino a qualche top in Italia.
Più preoccupante può essere la scelta per il giocatore.
Da anni ci rompono i timpani dicendo che “i ragazzi devono andare all’estero” come se un calciatore fosse un neolaureato qualsiasi che deve farsi le ossa. Ma così come per i neolaureati l’unico scopo è lasciare i vecchi al lavoro, così anche per i calciatori l’unico scopo del trasferimento all’estero è fare ricchi gli agenti con le commissioni.
Gabbiadini, Borini, Darmian, Immobile, Balotelli, Zaza…l’elenco dei giovani giocatori (quasi tutti attaccanti) che sono andati in cerca di fortuna e ne hanno trovata ben poca è lungo eppure non viene mai snocciolato ogni volta che ritorna il discorso sulle pagine dei giornali.
È statistico che siano molto pochi gli attaccanti italiani ad aver avuto fortuna all’estero, anche se uno lo ha fatto proprio al West Ham, ovvero Paolo Di Canio che con Scamacca condivide la cittadinanza e persino un legame con la Lazio.
Forse le vibes aquiline hanno convinto il management degli Hammers a puntare su Gianluca, ma va detto che il rischio di uscire dal giro del calcio “che conta” (non abbiamo citato anche lui?) c’è ed è reale, oltre che una generica supervalutazione della Premier come campionato “di lancio”.
Al contrario di Italia e Germania, e in minor parte anche Spagna, in Inghilterra i club hanno la tendenza a fare acquisti fuori dal campionato e lo faranno sempre di più dal momento che i costi dei trasferimenti tra club ricchi sono quelli che abbiamo visto con Van Dijk, McGuire o Grealish. È raro vedere un top club inglese fare un acquisto importante da uno inferiore della Premier.
Quindi è vero che il campionato ingelse è un bellissimo biglietto da visita, ma è anche vero che non è il giusto trampolino come può esserlo ad esempio la Fiorentina per un calciatore che vuole andare alla Juventus. Oltre al fatto che lontano da qui rischia di uscire dal giro della Nazionale.
A proposito.

CARO MANCIO…
Abbiamo visto tutte le parti in causa, il Sassuolo contento come una Pasqua, il PSG che se ne farà una ragione e West Ham e Scamacca pronti a scommettere sul loro futuro. Manca la Nazionale.
Sì perché nonostante da anni si parli dell’assenza di un centravanti di peso nella Nazionale italiana, non è che si sia fatto proprio il capello in quattro per svilupparne uno. Anzi nei momenti di sconforto sembra ancora tornare fuori il fantasma dei Balotelli passati, per bocca dello stesso CT.
Ecco, un club estero non di prima fascia ma comunque coinvolto nelle coppe europee, ha appena pagato oltre 40 milioni per una punta di 23 anni.
Qualcuno evidentemente vede del potenziale in Scamacca, ma lo avevamo scritto che per Gianluca la forbice è sempre stata molto ampia, andando dal fenomeno generazionale all’indifferenza totale. Dopo 16 gol alla prima stagione da titolare possiamo tranquillamente dire che stiamo nel mezzo.
Scamacca è un giocatore forte, con un buon potenziale soprattutto per le sue doti attuali e per la sua “gioventù” nei campionati maggiori. Scommettere su di lui è ancora una scommessa appunto, ma nell’ottica di un investimento in cui il rendimento è proporzionalmente legato al tempo concesso.
ll ragazzo ha ripagato chi ha creduto in lui, ora anche economicamente, pertanto continuare ad ignorare questo attestato internazionale sarebbe semplicemente stupido, così come persistere nel convocare una punta svincolata dal Torino.
Piano piano stiamo viaggiando verso il ridimensionamento del blasone del club, verso una meritocrazia che strizza l’occhio anche ad altri club, Sassuolo in primis, che potranno vedere i loro giocatori valorizzati dalla Nazionale.
QUINDI
Possiamo dire che per come è stata preparata, condotta e conclusa la trattativa, questo è stato un colpo da manuale e che Carnevali può giocarsi nei suoi speech alla SDA Bocconi sullo Sports Management.
L’unica cosa è mancata, è stato il mancato approdo al PSG. Perché avevamo già la pic pronta.
