Sul caos biglietti la colpa non può andare agli abbonati

Domenica 22 Maggio non andrà in scena solo una partita, ma un vero e proprio evento: la squadra con la maggiore affluenza media si giocherà lo scudetto in casa di una di quelle con l’affluenza più bassa.
Sì perché dati Transfermrkt dicono che i 6.800 spettatori medi del MAPEI Stadium sono comunque di più di quelli del Castellani, del Picco e del Penzo. Peccato che il numero medio di tifosi milanisti in questa stagione sia di 44 mila persone: il doppio della capienza dell’ex Giglio.
Una “tragedia” annunciata, che offre tanti eventi e tanti risvolti: la vendita online partita martedì alle ore 10 contava fin da subito 47 mila persone in attesa, al Sassuolo Store sono stati venduti si e no 20 biglietti e poi tutto si è esaurito nel giro di un’ora.
Tutto allora si è riflesso sull’ultima chance rimasta aperta: i biglietti degli abbonati.
Sì perché il Sassuolo per arginare la presenza massiva di tifosi rossoneri in Curva e nello stadio ha scelto di dare prelazione agli abbonati per acquistare fino a 4 biglietti in curva, una mossa che non ha precedenti qui ma che è già stata vista in altre situazioni calcistiche.
Questo però ha trasformato molti abbonati in veri e propri bagarini involontari, scatenando la “caccia all’abbonato” con scene prevedibili da mercato del pesce. Commenti sui social di chi vende e chi compra, prezzi alle stelle (si vociferano biglietti oltre i mille euro) e un prevedibile afflusso rossonero.
Qualcuno parla anche di invasione di campo in caso di vittoria dal gran tifo milanisti che ci si immagina.
Restiamo però al punto fondamentale di questo articolo: cosa pensare degli abbonati che vendono il loro biglietto?
È una domanda non banale, soprattutto per un episodio appena accaduto in questa stagione e che ha attirato molta attenzione, ovvero l’invasione dei tifosi dell’Eintracht al Camp Nou.
Il 14 Aprile al ritorno dei quarti di Europa League, i giocatori del Barcellona hanno visto gli spalti invasi di bianco, il colore dei neo campioni d’Europa League. Era successa una cosa molto semplice: molti abbonati del Barca avevano rivenduto il loro biglietto ai tifosi tedeschi.
I blaugrana non hanno mai ammesso la cosa, hanno detto di voler fare chiarezza, ma poi più di un amministratore ha puntato il dito contro gli abbonati in maniera netta sui social.
Un precedente importante, che qui abbiamo visto come un episodio ironico, ma che forse valeva la pena studiare visto quanto succederà domenica al Mapei Stadium.
Il clima è caldo, la curva neroverde ha già diramato un duro comunicato nei confronti di chi, contravvenendo alle regole, andrà in curva Sud a tifare Milan. E anche nei confronti degli abbonati che hanno fatto da “bagarini” rivendendo al miglior offerente.
Se la prima questione può essere condivisa, anche completamente peraltro, la seconda no, e trasporta con sé un moralismo abbastanza stucchevole.
Che colpa ne hanno gli abbonati di questa situazione?
Ricordiamoci un attimo chi sono gli abbonati. L’abbonato è il tifoso per eccellenza, quello che ad inizio anno sulla fiducia si compra un posto per tutta la stagione, che potrebbe essere fallimentare, e che a volte si va a vedere partite a dir poco indegne.
E mai come in questa stagione la società e la squadra devono essere grati agli abbonati. Dopo un anno in cui gli abbonamenti non sono stati ripagati dopo essere stati interrotti a metà (prassi comune a tutte le squadre eh), e un anno in cui non si è fatta nessuna campagna, i compratori dei mini-abbonamenti del girone di ritorno sono stati una boccata d’ossigeno.
Non tanto per le casse della società, quanto per l’immagine e il clima dello stadio. Per l’obiettivo di riportare persone in uno stadio scomodo già prima della pandemia.
Gli abbonati hanno fatto una scelta intelligente e ora ne colgono i frutti. E dovremmo soltanto ringraziarli per aver scelto di farlo. Poi arriva la questione rivendita.
Il Sassuolo per evitare l’afflusso di tifosi rossoneri in curva, ha dato questa opzione agli abbonati per tutelare il tifo, ma (e forse involontariamente) anche addossando la responsabilità agli abbonati su chi sarà in curva: non sarà colpa della società se la curva sarà rossonera, ma degli abbonati.
Non dobbiamo cedere a questa ricostruzione di comodo. Se la curva sarà rossonera è semplicemente perchè non ci saranno così tanti tifosi neroverdi che vorranno vedere questa partita.
E questo è il tema.
Uno stadio da oltre 20mila posti in una città ben servita, ma lontana 40 minuti, non sarà MAI pieno di tifosi sassolesi nei big match. Un grande afflusso potrà portare sui 10mila spettatori (un quarto della popolazione ricordiamo) ma resterebbe poi fuori META’ stadio per gli altri tifosi.
La sintesi è che ogni volta che c’è un sold out allo stadio non è per i tifosi neroverdi, e questo lo sappiamo tutti. Quindi o si rinuncia a dei posti, oppure si rinuncia a dei soldi. La scelta della società è abbastanza ovvia.
L’ultimo tassello è la motivazione: perché un tifoso neroverde dovrebbe voler vedere questa partita?
La stagione è finita, da mesi si parla solo di mercato, l’Europa è andata e non sono stati comunicati addii ufficiali di giocatori che hanno piacere di salutare il pubblico in stile Chiellini o Dybala. L’ufficialità dell’addio di Magnanelli è arrivata a sold out già effettuato. Niente a che vedere con le motivazioni dei tifosi meneghini.
Se si fosse lottato per qualcosa, forse ne avremmo viste delle belle. Ma così non è troppo. Così stiamo pretendendo che un tifoso che ha pagato per vedere Bologna-Sassuolo 0-3 o l’ennesimo pareggio contro l’Udinese, si comporti da poliziotto del tifo?
Inoltre, è così scontato che ogni abbonato abbia 4 amici non abbonati intenzionati a venire? E se avesse amici milanisti? Dovrebbe lasciarli a casa in una delle loro partite potenzialmente storiche perchè “non si fa”?
Si potevano attuare altre soluzioni, come un divieto di accesso in base alla residenza o la prelazione a chi aveva già comprato un biglietto durante la stagione e quindi prevedibilmente neroverde.
Si potrebbero anche pensare soluzioni di lungo periodo, qualcosa che vada oltre all’abbonamento, ma che introduca magari la Membership come già avviene in altre squadre. Ma con queste politiche e queste decisioni si è andati verso questo scenario e domenica accadrà quello che accadrà-
Nessuna apologia di reato sia chiaro, solo valutazione razionale di quanto accaduto ed era prevedibile accadesse forse fin da quando era stata calendarizzata Sassuolo-Milan all’ultima giornata.
Tutto il resto è moralismo.