POTM Febbraio 2022 – Hamed Junior Traorè

Qualcuno dubita ancora che Febbraio sia stato il mese di Traorè?

Già qualche settimana fa ne avevamo parlato in maniera lusinghiera, di come il giocatore sembrasse quasi nuovo rispetto a quello che avevamo conosciuto in questi anni e di come forse anche le sue vicende personali possano aver influito.

Le parole di Dionisi nel prepartita contro il Venezia dimostrano proprio questo, ovvero:

E’ cambiato nella testa perché a livello tecnico è indiscutibile. Deve continuare così ad essere continuo anche in allenamento e ne va della sua carriera. Non ci metto la firma sul cambiamento perché è ancora giovane

In questo mese infatti abbiamo anche avuto l’occasione di sentire Traorè ai microfoni del postpartita più volte, avendo realizzato un gol o un assist in tutte le gare di Febbraio ad eccezione del 4-0 contro la Samp. Anche il ragazzo, stuzzicato dalle domande, ha replicato praticamente alla lettera le parole di Dionisi.

Devo migliorare in molte cose. A partire dalla continuità, non devo spegnermi in partita. Capita che mi accendo e mi spengo, devo essere più continuo.

Per la continuità serve tempo nel calcio, le stagioni durano quasi sempre 40 partite e le quattro di questo mese sono quindi un decimo di tutto quello che un ragazzo come lui può dimostrare e sono un giusto indice di come sia giusto attendere per la conferma.

Ma intanto è giusto godersi questo mese magico che, come detto, lo ha visto al centro di ogni partita quasi.

È partito tutto il Coppa Italia contro la Juve, con quel gol a giro sul secondo palo che ha da subito riportato i tifosi sugli spalti a rivivere i migliori momenti passati di Jeremie Boga. Poi contro la Roma è arrivata la quasi doppietta, con un Rui Patricio determinante sul primo gol. L’assist per Scamacca per il decisivo 2-0 contro l’Inter e infine il primo gol contro la Fiorentina.

E merito va dato certamente anche a Dionisi, che ha gestito magistralmente il ragazzo dopo la sostituzione di Torino: in quella serata tutto si poteva incrinare, e invece tutto si è rilanciato, certamente con grande merito delle doti umane di Dionisi (che abbiamo criticato per i cambi e che alla fine, va detto, ha avuto ragione).

Quattro gol e un assist nelle ultime 4 partite non sono cosa da poco, se ci aggiungiamo poi lo scempio della Samp possiamo dire che il ragazzo ha tenuto una media di un gol o assist a partita. E che gol.

Perchè la chiave sta proprio nel modo con cui Traorè ha segnato tutti i suoi gol, ovvero l’inserimento!

L’inserimento è una caratteristica comune di molti centrocampisti che per questo vengono spesso nominati “incursori”. Questa dote è particolarmente apprezzata in mezzo al campo perchè la capacità di sgusciare fra le marcature avversarie si rivela determinante ogniqualvolta porta un giocatore ad essere libero e al centro del campo. Traorè ha portato questa dote anche all’esterno.

In molti dei suoi gol e delle sue azioni pericolose si vede il giocatore ricevere palla alle spalle del terzino e questa è una cosa di norma complicatissima: basta infatti che l’esterno basso avversario sia allineato al centrale per mandare in fuorigioco l’attaccante. La scelta del tempismo, lo scatto e anche la preparazione degli schemi da parte di Dionisi, porta spesso Traorè a ricevere palla dietro le linee e lanciato in fascia come una fionda. Senza dover fare sempre e per forza paragoni, questa è una cosa che a Boga non riusciva particolarmente bene.

Margini ce ne sono, nel primo controllo ad esempio potrebbe migliorare per diventare letale, ma intanto ci si porta a casa un risultato “storico”.

È stato votato dal 64% degli Occasionali e persino dalla giuria di redazione ha ricevuto 4 voti su 5.

Il quinto va a premiare Gianluca Pegolo, un po’ per esulare il premio dal puro rendimento in una società che vede la supremazia della performance su qualsivoglia aspetto romantico o anche solo relativo.

La partita di Pegolo contro la Juventus è stata a dir poco epica, preceduta da qualche polemica sul solito Scansuolo che metteva un portiere 40enne ai quarti di Coppa Italia contro la Juve e seguita dai complimenti al secondo portiere 40enne che ha parato anche l’aria. Solo una fortuita deviazione di un tiro di Vlahovic diretto in tribuna d’onore ha piegato i guanti di Pegolo.

Di lui si è parlato tanto e bene, iconizzando giustamente la capacità di un giocatore in età avanzata di farsi trovare pronto nelle poche partite a sua disposizione. Poco si è detto forse anche dell’altezza di Pegolo: per un portiere non è un parametro banale e mentre sembra ormai superato il discorso sugli attaccanti non dotati di spalle da armadio (principalmente grazie a Lionel Messi), sui portieri questo discorso non si è mai focalizzato ma andrebbe considerato.

Con il suo metro e ottantatre, Pegolo è il portiere più basso in Serie A assieme ad Ospina del Napoli e ha dovuto soppesare questa caratteristica più volte con la sua esplosività. Lo abbiamo visto in particolare nella parata all’indietro sul colpo di testa di Rabiot dove sembra lì lì per non arrivarci e poi si sloga la spalla per mettere la palla in angolo.

Un plauso anche agli altri partecipanti, ovvero Berardi che è sempre Berardi e Consigli che, se è davanti a Pegolo nelle gerarchie, un motivo ce l’ha e anche più di uno. Il rigore contro il Venezia lo proietta già forse nel premio del mese di Marzo.

Ma concludiamo con Junior, calciatore del mese che è stato in grado di risollevare un Sassuolo a pezzi dopo la debacle di Genova. A lui la squadra deve tanto.