La brutta figura di una squadra troppo esaltata

Alla fine è arrivata, mancava da tempo, molto tempo, eppure ecco tornata una grande figuraccia del Sassuolo in Serie A.

Il Sassuolo non prendeva 6 gol in serie A dal 29 Dicembre 2018, dalla sconfitta a Bergamo contro l’Atalanta. Ma al di là dei precedenti, è l’atteggiamento visto in campo che rende questa partita particolarmente amara, per non dire grave.

È corretto parlare di gravità, infatti, quando nel mondo del professionismo alcuni giocatori scendono in campo in un certo modo, quando si compiono certe disattenzioni e non si mostra il benché minimo segno di voler rimediare.

Piccola parentesi: il Napoli ha giocato molto bene.

Non togliamo importanza alla trappola tattica che Spalletti ha preparato per i neroverdi, per la grinta mostrata dal centrocampo in pressione e dalla difesa in preventiva. Tutto ben preparato, tutto perfetto con giocatori di livello. Perchè questo è quello che fanno i giocatori di livello.

Giocatori che il Sassuolo non ha, nonostante tutto quello che si è detto in questi giorni e in queste settimane, nonostante tutto questo parlare di cifre, giovani “gioielli” e “talenti”. Il Sassuolo di campioni ne ha uno, tutti gli altri sono qualcosa in prospettiva, in potenziale, ma con ancora tanto da lavorare.

Con lo stesso margine di errore che si può fare nel descrivere un uovo come una gallina, le interviste plurime rilasciate da dirigenza e calciatori non possono che aver portato a questa tragedia sportiva che per prosieguo di metafora non possiamo che definire “frittata”.

Tutti galli del pollaio quando si parla di cifre e mercati, ma poche creste sollevate quando l’avversario in campo picchia. Comprendendo le scarse motivazioni che accompagnavano la trasferta di Napoli, comprendendo la condizione e la poca pressione che si poteva avvertire alla vigilia. Si potrebbe dire in tema Western che “quando una squadra preparata incontra una squadra senza motivazioni, quella è una squadra morta”.

A questo punto le parole di Tudor riprendono particolarmente adito. Le avevamo sentite, le aveva ignorate e ora non possiamo dire che avesse ragione, perchè non ce l’ha sul piano logico, ma può tremendamente permettersele.

Nella stessa giornata in cui il Verona batte un Cagliari che lotta per la salvezza, noi perdiamo da un Napoli che non ha obiettivi reali. Segnano Barak e Caprari, nessuno dei nostri. Da tre anni il duello con il Verona si rinnova per capire chi è “l’ottava regina”. E oggi dobbiamo ammettere il sorpasso.

Senza cessioni milionarie, senza proclami o grande attenzione, il Verona gioca bene e solido e con tanti giocatori interessanti e di esperienza oggi come collettivo ci è nettamente superiore.

A questo punto, senza fare nomi perchè i tabellini dicono già tutto, bisogna chiedersi: come è stato possibile arrivare a questa partita con così poca attenzione?

Urge capire le reali motivazioni di questi calciatori. Mancano ancora 3 partite, il Sassuolo ha dei giovani interessanti in Primavera (Paz e Flamingo su tutti) e qualche prospetto che ancora non abbiamo visto con il giusto impegno. Ad esempio Ceide e Ciervo, ma anche i due brasiliani Ruan ed Henrique, fra panchine e infortuni.

Ebbene, chi sa già che il prossimo anno non sarà più in neroverde, può cominciare a stare a casa.

Fa un favore a tutti, ai tifosi, a chi siede in panchina e alla sua coerenza. Ma forse può già capire da solo che non è con questo atteggiamento che si arriva lontano.

Molti si sentono pronti per il salto, molti vedono il Sassuolo come un trampolino di lancio. Possono già accordarsi, possono già andare. Tanto il mercato non manca vero?

A detta della dirigenza, che non manca di sottolinearlo, tutti vogliono questi campioni no? E allora fare le valigie. Il Sassuolo, isola felice dove non ci sono pressioni, non vuole però neanche perdere tempo. 

E sia chiaro che sarebbe eccessivo addossare le colpe ai giocatori, perchè quando di un ragazzo giovane sotto i 25 anni non si fa che parlarne come un talento, come uno ricercato da mezza Europa, è abbastanza inevitabile finire in questa situazione. Perchè di giovani parliamo, non di campioni affermati.

Il talento in questa squadra c’è, forse come mai prima. Serve però l’umiltà di capire che tutto va guadagnato, e se si vuole giocare in Europa si può in primis provare ad arrivare settimi e poi vedere. E serve anche la lucidità di capire che dopo due partite “no” il Sassuolo ti aspetta, mentre una grande squadra va sul mercato e ti lascia a piedi.

Sentiremo le dichiarazioni post partita, vedremo se il tono cambierà e se arriveranno anche scuse.

Niente cancellerà la brutta figura, la tempesta perfetta abbattutasi fra fine campionato e voci di mercato. Tutti potranno imparare a calibrare meglio parole e fatti.

Del resto siamo giovani no? Abbiamo ancora da imparare tutti.