Guida al Sassuolo 22/23

Il decimo anno di Serie A, consecutivo e complessivo della storia del club, sembrava doversi aprire nella “continuità”, parola chiave utilizzata da mister Dionisi. E invece un po’ il mercato e un po’ le ultime uscite stanno segnando il passo verso un anno di forte imprevedibilità.
Il Sassuolo ricomincia con Dionisi, appunto, per il secondo anno consecutivo, affiancato nello staff dall’ingresso di Magnanelli, ultimo numero 4 della storia neroverde. Un’estate di trattative e ritiro ha contribuito a smuovere non poco le carte e pertanto provare ad immaginare la stagione del Sassuolo sarà non poco difficile.
Ci proviamo analizzando punto per punto, con la premessa logica di fermarci ad oggi, prima giornata di campionato.
IL MERCATO

Croce e delizia del tifo neroverde, il Sassuolo ha venduto bene in questa sessione, ma ha comunque venduto giocatori importanti.
Partiamo da chi se ne è andato. Innanzitutto Magnanelli e Peluso, rappresentanti di una buona fetta della vecchia guardia. Poi Chiriches, per una cifra imprecisata ma probabilmente attorno i 3 milioni, alla Cremonese. Infine Djuricic a parametro zero, ora accasatosi alla Sampdoria. Da non sottovalutare i 4 milioni che il Sassuolo è riuscito a ricavare da Jens Odegaard, ora all’AZ dopo anni di prestiti.
Soldi in più sono arrivati dai riscatti, già predisposti, di Caputo, Haraslin e Bourabia.
Poi la grossa cessione che finora ha tenuto banco, ovvero i 36 milioni più bonus per Scamacca al West Ham, di cui abbiamo già detto qui. Entrate complessivamente di oltre 45 milioni, escludendo futuri bonus.
In entrata Martin Erlic è tornato dallo strano prestito con lo Spezia, mentre sono stati riscattati tutti i “pendenti” ovvero Henrique, Ceide, Ciervo e Harroui. Per loro l’esborso è stato nel complesso di 16 milioni.
I due primi acquisti sono stati Agustin Alvarez detto il Canario e Kristian Thorstvedt dal Genk. L’attaccante del Penarol è arrivato per un esborso di circa 12 milioni, mentre il norvegese è costato 10 milioni.
Non sono cifre basse per il Sassuolo, ma sono stati al momento tutti colpi “di rimpiazzo”. Alvarez è destinato a sostituire Scamacca, mentre Thorstvedt quello di Djuricic, potendo però contare su una maggiore versatilità da mezzala.
Forse un po’ a sorpresa è arrivato Pinamonti, prima dell’addio di Raspadori. Il nuovo numero 9 è stato pagato circa 20 milioni, ma tutti ascrivibili al prossimo bilancio visto che si tratta di un prestito attualmente.
In sostanza il Sassuolo di tutti i milioni incassati in questa sessione (comprendendo Boga) se ne è tenuti un po’ di riserva, ma ne ha spesi non pochi. Probabilmente i restanti verranno utilizzati per alzare il monte ingaggi e comunque in previsione dell’esborso futuro per Pinamonti.
Al momento, numeri alla mano, il Sassuolo non avrebbe bisogno di vendere Raspadori e sulla trattativa che sembrava già conclusa si sono addensate delle nubi. Ma tutto potrebbe sbloccarsi a qualsiasi ora.
LO SCHEMA

Su questo ci sono pochi dubbi, dal momento che Dionisi stesso nella conferenza prima del Modena ha affermato di voler passare ad un centrocampo a 3. Un passaggio dal 4-2-3-1 di dezerbiana eredità ad un 4-3-3 da sempre più congeniale al toscano.
La rosa sembra adatta a metà se dobbiamo essere sinceri, ma questo lo esamineremo reparto per reparto. La certezza la rappresenta la difesa a 4 (e quindi a 2 centrali) con l’impostazione di gioco in grado di partire dallo stesso Consigli.
Il centrocampo è ovviamente il luogo di maggior cambiamento, con un giocatore designato ai compiti di impostazione e due con il compito di fare quantità, schermare e allo stesso tempo inserirsi. Non è previsto un giocatore di raccordo, ovvero il trequartista, nonostante stia tornando come trend nel campionato. Inoltre in caso di addio di Raspadori, non ci sarebbe fisicamente più nessuno in grado.
Poco cambia nell’attacco, dove sempre si parla di tridente. Tuttavia nella prima uscita ufficiale con il Modena si è visto qualcosa di leggermente diverso. L’intenzione del mister sembra quella di rendere le ali una sorta di seconda punta, con i terzini incaricati di spingere sulla fascia in maniera alternata.
Un 4-3-3 che a difese chiuse e in fase di impostazione sembra configurarsi a volte come un 4-3-2-1. Anche qui la differenza la fa Raspadori: con lui esterno, il gioco si accentra maggiormente.
Come impostazione, è ancora basso il coinvolgimento dei terzini. Al momento Consigli rappresenta uno scarico sicuro, mentre i due centrali devono trovare o il mediano o il terzino. In caso di pressione, è il mediano stesso che scende (nella classica “salida lavolpiana”) e comincia ad impostare.
Analizziamo ora i reparti.
LA DIFESA

Partendo dalla porta, Andrea Consigli è più di una certezza: è un tassello fondamentale. Le sue capacità di impostazione e i suoi riflessi lo hanno reso ormai uno dei migliori portieri italiani nonché una salvezza nelle indecisioni difensive viste nelle amichevoli.
L’intento dichiarato di Dionisi è ridurre il numero di gol presi, che non sembrerebbe nemmeno un obiettivo difficile visto che si parte da 66 gol subiti in 38 partite. Eppure nelle ultime tre uscite, il Sassuolo ha incassato esattamente 6 gol: 2 contro il Reims, uno contro il Vis Pesaro e 3 contro il Modena.
Preoccupano molto le modalità con cui sono stati incassati. Sono oggettivamente tutte sviste difensive importanti, che possiamo attribuire anche a stanchezza fisica che si riflette sulla concentrazione, ma sempre di “papere” si tratta. E non sempre la difesa è sembrata coralmente schierata nelle giuste posizioni.
A livello numerico, al posto di Chiriches è arrivato Erlic, i terzini sono sempre i soliti 4 da 3 anni ormai, e non è stato pensato un sostituto di Peluso. Forse si punta sul recupero di Romagna. Inoltre al momento non si è ancora capito se il mister punti su Marchizza o meno, forse al momento trattenuto viste le poche garanzie fisiche sull’altra fascia con Toljan.
Numeri alla mano i centrali sono 4, con Ferrari e Ahyan in cima alle gerarchie. Se infatti Erlic sembra arrivato per presidiare il centrale destro, i suoi problemi fisici, leggeri ma ricorrenti, lo hanno finora tenuto in moderata disparte. Poi c’è Ruan, arrivato a gennaio e in crescita. Non diamolo per scontato nelle gerarchie.
Il reparto centrale sembrerebbe ora coperto a livello numerico, così come i terzini (in tutto parliamo di 9 giocatori per 4 posizioni), ma a livello qualitativo c’è qualche dubbio. Non è ancora chiaro quali siano i compiti di impostazione dei centrali per le quali Erlic non ha le capacità di Chiriches. Allo stesso modo non è noto il ruolo dei terzini, quasi mai lanciati a tutto campo.
La nota di rischio è proprio Consigli. Pegolo è in forma, ma è pur sempre il giocatore più anziano della serie A. Fra i giovani non sembrano esserci sostituti pronti. Il portiere milanese deve assolutamente tenere a livello fisico e disciplinare.
IL CENTROCAMPO

Il reparto potenzialmente più cambiato.
Dalla scorsa stagione rimangono Lopez, Harroui, Henrique e Frattesi, mentre ha salutato Magnanelli. Un nuovo acquisto potrebbe essere Obiang, oltre al norvegese Thorstvedt. In caso di mancata cessione di Frattesi, si parla quindi di 6 giocatori per 3 posti, quindi anche qui a numeri ci siamo.
In un canonico centrocampo a 3, ci si divide fra un regista e due mezzali con compiti alternati. Come regista unico il designato dovrebbe essere Maxime, l’anno scorso miglior regista del campionato dopo Brozovic. Tuttavia Dionisi non sembra aver molto feeling con il giocatore, e più volte ha scelto Henrique nei blocchi di partenza.
Il brasiliano, seppure nel suo ruolo naturale, non è sembrato molto adatto alla regia. Nelle sue corde ha un’indole al rischio già visibile al Gremio, dove amava dribblare e spingersi in avanti. In un calcio più conservativo come quello italiano, seppure di buona qualità sembrerebbe più a suo agio come mezzala.
Ai lati del regista si giocano il posto Frattesi, Thorstvedt, Obiang e Harroui. Al momento Pedro non ha ancora minuti nelle gambe tali da poter sperare l’avvio, ma è solo questione di tempo. Ad Harroui sono stati dati molti minuti, ma i titolari sembrano essere gli altri due.
Il centrocampo a tre è il luogo naturale per Frattesi, che non ha mostrato progressi nell’impostazione del gioco, mentre rimane una certezza nella potenza degli inserimenti. Imprevedibilmente il più solido tra tutti sembra Thorstvedt.
Il norvegese è il più duttile per caratteristiche, dal momento che possiede i tempi e le giocate di un trequartista. Acquistato forse per coprire una potenziale partenza di Frattesi, sembrerebbe quasi il vice di Djuricic, o comunque un giocatore in grado di dare verticalità al 4-3-3 ricoprendo il ruolo di “falso 10”.
In particolare sembrerebbe fatto apposta per giocare con Raspadori, per dare centimetri ai lanci lunghi di Consigli e per garantire potenza al possesso palla. Sembra solo un po’ indietro nella velocità e nel recupero palla.
L’ATTACCO

Orfani di Gianluca Scamacca, i suoi rimpiazzi potrebbero essere potenzialmente tre. Ad aprile era arrivato Luca Moro, apparentemente bocciato, poi nei primi giorni di mercato è stata la volta del Canario e ora è il momento di Pinamonti.
L’arciere di Cles era stato indicato fin da subito come l’alter di Scamacca (coetaneo e italiano), ma sembrava che il Sassuolo volesse puntare su altri profili. Ora che anche Alvarez ha subito una mezza bocciatura (“è ancora giovane” si è limitato a dire Dionisi), la maglia numero 9 ha trovato un nuovo proprietario sia come metafora in campo che letteralmente.
Momentaneamente è stato impiegato Raspadori come punta titolare, in ripresa dell’era De Zerbi in cui il classe 2000 era sfruttato come vice Caputo. Poteva essere una soluzione, ma già la partita con il Modena ha evidenziato i limiti del poco “peso” del numero 18 in attacco.
La vera qualità di Raspa è la sua duttilità come esterno. E qui arriva il tasto dolente.
Berardi è una certezza, ora ancora di più con la numero 10 e con il rinnovo alle porte. Ma la fascia sinistra è senza padrone: Traoré si è infortunato in malo modo e sarà indisponibile probabilmente fino alla fine dell’anno, Ceide ha messo in mostra doti simil-Boga senza però convincere (come forse del resto faceva anche Jeremie) e a parte il jolly Defrel non ci sono altri.
Considerando Ciervo al pari di Moro, ora l’attacco conta: Berardi, Defrel, Ceide, Raspadori,Alvarez e Pinamonti. Forse pochi per 3 posti, specie per le ali.
La rosa è un po’fitta di “mezzi” giocatori di ruolo come Defrel e Raspadori, che sull’esterno sembrano piuttosto adattati. L’arrivo di Pinamonti porta a due punte certe l’attacco e sposterebbe Raspadori sull’esterno…non nel suo ruolo, come detto.
Non si capisce bene perchè la società non abbia puntato ad un esterno, si è fatto il nome di Cancellieri ma la Lazio ha beffato all’ultimo. Al momento, per quanto paradossale sia, è forse l’attacco il reparto meno attrezzato nonostante gli oltre 60 gol dello scorso campionato.
LE PARTITE

Il Sassuolo ha affrontato Real Vicenza, Jablonec, Sudtirol, Reims, Vis Pesaro e infine ha disputato la Coppa Italia contro il Modena. La prima cosa che balza agli occhi è che solo contro il Sudtirol non si è preso gol.
Persino contro il Real Vicenza, squadra dilettantistica giovanile, si è vinto 10 a 1. Il gol subito non è stato per una svista, ma per una buona costruzione del Real Vicenza, forse lasciato troppo indisturbato nell’occupazione degli spazi.
Jablonec, Sudtirol e Reims sono invece squadre di medio blasone, oltre che europee. I tirolesi hanno vinto la Lega Pro da miglior difesa in Italia, i cechi disputano le coppe europee mentre i francesi faticano a raggiungere le parti alte della loro classifica. E anche qui sembra che meno palleggi l’avversario, peggio giochi il Sassuolo.
Contro lo Jablonec si è vista una prima formazione interessante titolare, con Erlic e Matheus come mezzala. Davanti Raspadori punta affiancato da Berardi e Ceide. Contro il Reims invece non è partito Lopez titolare e Berardi non è stato schierato: il 2-2 è stato strappato in 5 minuti nel secondo tempo.
L’amichevole contro il Vis Pesaro sarebbe materiale su cui riflettere più per il calendario che per il risultato. Dionisi ha schierato praticamente tutte le seconde linee, facendo turnover per la Coppa Italia, ma la squadra è apparsa comunque abbastanza stanca considerando anche il ritorno dal volo di Reims.
La prima partita ufficiale è stata il disastro contro il Modena. Non analizziamo l’aspetto da tifosi della sconfitta, restiamo al livello tattico. Dionisi ha anche qui scelto un 4-3-3 con la coppia Ferrari-Ahyan e Henrique davanti alla difesa. Raspadori punta anche in questa occasione.
La squadra è sembrata lenta e confusa, tramortita dall’esuberanza fisica e tattica dei ragazzi di Tesser. Il Modena ha basato molto del suo gioco con le ripartenze verticali, con Falcinelli e Mosti che hanno avuto praterie per far salire il pallone e persino poi per concludere. Per non parlare di Azzi e dello sfacelo che ha portato sulla fascia.
La prestazione della difesa ha fatto invocare Erlic da tutti, Muldur è stato distrutto da Azzi, mettendo in discussione il ruolo stesso dei terzini nel gioco della squadra. Henrique è crollato sia come diga difensiva che come metronomo, mentre Frattesi è sembrato molto fuori dal gioco.
L’ingresso di Lopez ha evidenziato lacune di gioco gravi, con il francese che si è liberato facilmente in ricezione e poi ha dovuto risalire da solo il campo senza trovare sbocchi di passaggio. Le mezzali si appiattivano contro la prima linea di difesa, le ali non trovavano tempi di inserimento e alla fine tutto quello che si poteva fare arrivati a trequarti era sbolognare il pallone in fascia.
L’intento di Dionisi è portare più uomini in area e al momento la tattica europea ne consente un massimo di 5. Considerando la punta e i due esterni, il modulo suggerisce di buttare dentro una mezzale e il terzino opposto allo sviluppo dell’azione. In questo modo due centrocampisti e due difensori rimangono a formare due linee di interdizione.
Il problema che prima abbiamo derubricato come “le squadre che giocano peggio” ha in realtà un nome molto più antico: le squadre che si chiudono, scoglio pluriennali di questa squadra.
Contro questo assetto, sembra che non ci sia ancora una risposta ma solo tanta fatica e botte sulle gambe dei poveri Raspadori e Berardi, playmaker spalle alla porta.
IL CONTESTO
Va infine considerato il calendario particolare e la condizione delle altre squadre.
Da qui alla fine del mercato ci saranno 4 partite e prima della prima sosta nazionali le partite saranno ben 6. Inoltre a dicembre ci sarà un vero e proprio stop del campionato, che sarà da considerare attentamente nella preparazione fisica dei calciatori. Questo effetto punta verso due direzioni.
Il mercato aperto sfavorirà le piccole squadre, come già sta facendo con il Sassuolo e come ha testimoniato Carnevali. Avere la possibilità di perdere un pezzo importante in queste quattro giornate condizionerà molto. Aggiungiamo inoltre che spesso le big sono meno attente nelle prime uscite della stagione.
Invece il Mondiale potrebbe essere una grande chance per i piccoli club e/o per quelli pieni di italiani come il Sassuolo, perchè non ce l’avranno.
Verosimilmente i giocatori internazionali punteranno a raggiungere il picco della condizione per Novembre-Gennaio e arriveranno sfiniti a fine stagione. Questo si rifletterà irrimediabilmente sulle squadre con alti profili.
Il Sassuolo invece potrà puntare su una solida base di giocatori non convocati o non convocabili, a meno che Deschamps non apra gli occhi su Lopez. Avrà quindi un mese di lavoro a mercato chiuso che potrà sfruttare come una seconda preparazione.
Infine ci sono le contendenti.
Le sette sorelle si sono rafforzate, eccezion fatta per Milan e Atalanta. La classe media al momento però sembra tutt’altro che in forma: il Torino ha perso Bremer e Brekalo e mostra segnali di tensione, il Bologna non ha attuato alcuna mossa rilevante, il Verona ha ceduto Caprari e forse Simeone, Spezia ed Empoli ci hanno dato giocatori importanti e la Sampdoria è una grossa incognita per rosa, società e allenatore. L’Udinese ha venduto Molina e potrebbe cedere anche Deulofeu.
Questo per dire che generalmente le contendenti sulla carta si sono oggettivamente indebolite, e il Sassuolo potrebbe rientrare in questa condizione qualora cedesse Raspadori.
QUINDI…
In sintesi il giudizio della squadra ai box di partenza dipenderà molto dalla trattativa Raspadori e dalle prime due uscite contro Juve e Lecce in cui si saggerà la reale preparazione atletica.
Se la dirigenza riuscirà a prendere l’attaccante senza cedere il canterano, allora la rosa del Sassuolo sarà sufficientemente ampia e bilanciata rispetto allo scorso anno. Al contrario, una cessione del campioncino d’Europa potrebbe dare la mazzata decisiva e lasciare vuoti in alcune parti del campo.
Qualche rinforzino numerico servirebbe, come detto in porta e sugli esterni, e non farebbe male un po’ di ricambio fra i terzini.
Tatticamente e fisicamente la squadra desta qualche perplessità e preoccupazione. Dionisi sembra trovarsi in un vero e proprio anno di transizione, con una rosa ancora piena di “dezerbiani” e un approccio tattico diverso da far digerire.
In sostanza, l’anno che sta per cominciare, condito anche dal contesto particolare, sembra uno dei più difficili per il tecnico, visto che in aggiunta non è più nemmeno il primo da esordiente in serie A.
Molto di quello che sarà il Sassuolo 22/23 dipenderà dal suo allenatore e dalla tenuta fisica dei soliti giocatori chiave.