Cosa ci dice il bilancio del Sassuolo

Puntuale come sempre è uscito il bilancio del Sassuolo Calcio relativo all’anno solare 2021, ovvero quello conclusosi il 31 Dicembre 2021. Si tratta dell’ultimo pubblicato, ovviamente, e per questo ci consente un ragionamento sullo stato attuale delle economie neroverdi.

Proviamo quindi ad andare a fondo dei numeri, analizzando i vari temi che emergono.

L’EFFETTO COVID

La pandemia non è finita, anzi giustamente fra i rischi individuati nella relazione di bilancio viene inserito proprio il ripresentarsi dell’emergenza sanitaria fra i fattori che potrebbero influenzare negativamente il futuro. Tuttavia essendoci lasciati alle spalle due anni completi, possiamo farci un’idea dell’impatto sui conti.

Guardando lo stato patrimoniale, il volume d’affari che il Sassuolo aveva al 31/12/19 ovvero prima dello scoppio del Covid-19 si è ridotto del 13%. Una diminuzione elevata, ma tutto sommato contenuta rispetto alla magnitudo che emerge dai discorsi sul settore.

dati in migliaia di euro

Invece secondo il conto economico, e quindi il fatturato duro e puro, gli incassi della squadra si sono ridotti solo del 3%. Pochissimo, ma ovviamente c’è un motivo e per questo dobbiamo approfondire per capire.

IL FATTURATO

Il Sassuolo è arrivato in serie A con un fatturato di circa 30 milioni, nel quale il peso di MAPEI come sponsor principale (tramite lo sponsor di maglia) era pressoché totale. Oggi la situazione è cambiata sotto vari aspetti.

Dopo l’exploit del 2016 dove grazie all’Europa si arrivò a 99 milioni, il Sassuolo ha tagliato il traguardo dei 100 milioni di fatturato nel 2018 ed è arrivato a 127 nel 2019. Ad oggi è regresso solo a 123 milioni, e questo a causa della sua composizione.

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I ricavi da gare, infatti, non sono mai stati un asset principale. Il massimo dell’introito si raggiunse nel 2017 con 3.7 milioni entrati in cassa, ma non ci si è mai discostati più di tanto dai 3 milioni. Nel 2020 questi si sono praticamente azzerati e nel 2021 sono risultati la metà. Ma appunto una cifra mai elevata.

Il grosso come si potrà immaginare sono i diritti tv, la principale fonte di guadagno per il Sassuolo e per praticamente tutti i club di Serie A. Per il nostro club si sono sempre aggirati sopra al 30% rispetto al fatturato complessivo, ma nel 2021 hanno toccato il 38% con la cifra record di 47 milioni. Questo sia grazie al nuovo contratto di Lega, sia grazie ai due piazzamenti consecutivi all’ottavo posto che hanno alzato il ranking della squadra e di conseguenza la percentuale spettante.

% sul Fatturato Totale

Per quanto riguarda le sponsorizzazioni possiamo annotare, dopo un anno finalmente completo con la partnership di Puma, che l’ammontare versato dai tedeschi è pari a circa 800 mila euro annui. Poco più rispetto ai 600 mila versati da Kappa.

Ma attenzione ad un fattore di grande interesse.

LE PLUSVALENZE

Il Sassuolo è al centro di molte voci di mercato per i suoi talenti, ma quello che forse non è noto ai più è che l’apporto economico delle plusvalenze è ormai diventato sistematico.

Dal 2018, infatti, grazie a pezzi pregiati e mosse oculate di mercato (Politano e Sensi non possiamo certo che definirli affari) il lavoro di Carnevali ha portato oltre 30 milioni di plusvalenze annuali. E non parliamo di cessioni sulla base del valore puro, ma di vere e proprie plusvalenze ovvero delle cessioni scontate del loro valore attuale.

Una nota nella relazione specifica inoltre che l’obiettivo già dichiarato della società è di realizzare importanti plusvalenze nell’esercizio 2022, quindi aggiungere a quella già realizzata di Boga un’altra pesante in estate come abbiamo potuto intuire dalle interviste dell’amministratore delegato.

Da qui possiamo solo arrivare ad una conclusione, ovvero che le plusvalenze sono diventate una prassi, una metodologia per creare valore all’interno della squadra come già era successo in passato con club tipo il Palermo o l’Udinese. Con la postilla però che le plusvalenze non sono così controllabili, visto che banalmente dipendono dall’acquirente.

Ma il Sassuolo ha preso qualche accorgimento, e lo vediamo proprio in questo bilancio.

L’AFFARE LOCATELLI

Dalle indiscrezioni trapelate dopo la conclusione delle trattative fra Sassuolo e Juventus, si parlava di un prestito biennale di Locatelli e un suo acquisto alla fine del biennio. Questo doveva sia venire incontro all’esigenza bianconera di posticipare il pagamento che a quella neroverde di massimizzare la plusvalenza vendendo un giocatore in scadenza di contratto.

Dai bilanci di entrambe le squadre però non è così, perchè sia in quello della Juventus che in quello del Sassuolo sono già contabilizzati i 30 milioni di Locatelli. La sua plusvalenza è di circa 25 milioni, la più alta della storia del Sassuolo. Ma non così alta come si diceva.

Probabile che dando per certo il riscatto del giocatore (si vocifera che la clausola di obbligo di riscatto si attivi se la Juventus farà un punto in serie A) il Sassuolo lo abbia già considerato come a bilancio, ma in questo modo non godrà della plusvalenza in futuro.

Questo può essere stato fatto nell’ottica di spalmare meglio le plusvalenze. Locatelli doveva essere un cuscinetto, ma con la cessione di Boga che porterà 16 milioni di plusvalenza nel 2022 e con la probabile cessione di un altro giocatore in estate, il Sassuolo non dovrebbe necessitare di altro per arrivare a quella soglia dei 30 milioni di plusvalenze che curiosamente (o forse no) è anche il numero indicato da Carnevali come base d’asta per ogni giocatore del Sassuolo.

Meglio un uovo oggi che una gallina domani, per sintetizzare in maniera contadinesca la decisione di inserire Locatelli in questo esercizio e non nei prossimi anni, nei quali comunque dovrebbero arrivare dei premi legati al rendimento.

MA ALLORA IL ROSSO IN BILANCIO?

Ed è una giusta domanda visto che effettivamente i ricavi sono diminuiti di poco, giusto 4 milioni in tutto. E anche i costi “normali” fra le materie prime e i servizi sono rimasti attorno ai 30 milioni senza aumenti paurosi.

Il vero elefante nella stanza è il costo del lavoro, che è balzato da 56 milioni a 70 nel giro di un anno. Un aumento del 24% non è uno scherzo e in parte è inaspettato dal momento che non si sono rilevati grossi scostamento nel monte ingaggi della squadra.

La nota della società spiega che una parte dell’aumento è dovuta al fatto che causa covid la stagione 20/21 si è “spostata” più sul 2021 (il campionato cominciato un mese dopo il solito anche se forse non lo ricordiamo) e che sono stati conferiti maggiori premi individuali ai calciatori, probabilmente per la posizione raggiunta in campionato.

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Quel che è certo è che questa mazzata si rifletta in maniera diretta e proporzionale sull’EBITDA che non è mai stato così basso dal 2016. Costi aumentati in maniera più che proporzionale dei ricavi non possono che significare perdita. Ed è la seconda perdita maggiore della storia economica della squadra in serie A.

Bicchiere mezzo pieno: sembra che il Sassuolo stia cercando di camminare maggiormente con le sue gambe, sempre però sotto l’egida di Mapei

IL RUOLO DI MAPEI

Il gigante della chimica edilizia è a tutti gli effetti la capogruppo di una multinazionale in cui il Sassuolo è una vera e propria azienda a se stante. Sono sempre più numerosi gli interscambi economici fra Sassuolo e Mapei, ma anche con altre aziende del gruppo.

Mapei garantisce quasi tutti i debiti del Sassuolo, mette a disposizione strutture e personale che va dal comparto medico sportivo a quello amministrativo e intrattiene crediti e debiti con la società calcistica. 

I crediti che il Sassuolo vanta nei confronti della capogruppo sono pari a 4 milioni, ma sono i debiti ad essere la parte maggiore: al 31 dicembre 2021 ammontano a 92 milioni complessivi!

In confronto a quelli con le banche, circa 15 milioni, sono sei volte tanto! Il motivo è molto semplice, ovvero che la vera banca del Sassuolo è Mapei stessa come da prassi nei gruppi societari. La metà del debito è dovuta al cash pooling, cioè alla gestione della liquidità che Mapei svolge per conto del Sassuolo. È un rapporto di mutuo soccorso, quando il Sassuolo ha capitale da gestire e investire lo dà a Mapei, mentre quando ne ha bisogno lo prende a prestito.

Rimane inoltre costante nel tempo l’apporto economico della sponsorizzazione Mapei: 23 milioni in tutto divisi fra 18 per la maglia e 5 per pubblicità. È una quota da cui non ci si è mai schiodati dal 2013.

Che il Sassuolo però stia cercando progressivamente di camminare sulle sue gambe lo si vede dalla progressiva rischedulazione del debito.

LA GESTIONE DEL DEBITO

Questa dovrebbe essere la voce più preoccupante post pandemia, ed è effettivamente quella che preoccupa i grandi club come Juventus e Barcellona. Se infatti la quota di fatturato diminuisce ma rimane su livelli mostruosi (sempre intorno al mezzo miliardo) è la quota di debito che rischia di far saltare tutto.

Non a caso la Serie A ha appena rivisto il famoso “indice di liquidità” che, se non rispettato, può comportare il blocco del mercato. Nonostante la richiesta della Lega fosse quella di avere un rapporto fra attività correnti e passività correnti di 0,4 (ovvero per ogni euro di debito a breve termine, la società ha 0,4 euro di crediti a breve) la FIGC lo ha tenuto a 0,5.

In pratica ogni club deve avere almeno la metà dei debiti a breve coperti dai crediti. E il Sassuolo è ampiamente coperto con un rapporto di 0,9.

Merito di un progressivo riallineamento dei debiti e dei crediti, sia con MAPEI che con banche. Il debito a medio lungo termine si è praticamente dimezzato, mentre quello a breve che nel 2018 poteva quasi preoccupare, ora è sotto controllo grazie alla liquidità.

Il Sassuolo possiede oggi 132 milioni in liquidità differite, mentre nel 2017 erani circa 55: in cinque anni è stato capace quasi di triplicare.

I TRASFERIMENTI

Dopo la parte più noiosa, arriviamo a quella che vi interessa davvero: i trasferimenti!

È infatti con il bilancio che vengono resi noti i valori reali e gli eventuali aggiustamenti, e con non poche sorprese. Fu proprio grazie al bilancio 2020 che si scoprì l’effettivo acquisto di Traorè per 16 milioni, cifra che si pensava più bassa. E abbiamo già visto Locatelli.

Arriviamo al saldo, considerando che sono qui compresi il mercato estivo e il mercato invernale del 2021 e non l’ultimo concluso.

Il Sassuolo ha incassato 49 milioni, di cui 32 di plusvalenza (il 65%), e ne ha spesi 15 per acquisti e 4,5 per prestiti temporanei. Un totale di meno di 20 milioni per un saldo positivo di 30 milioni netti.

Sappiamo che il grosso delle entrate è Locatelli (30 dei 49 milioni) poi seguito da Marlon (12 milioni secchi dall’Ucraina), Caputo valutato 4 milioni e ceduto definitivamente per poi arrivare a Bourabia ed Haraslin entrambi a 1,5 milioni.

La minusvalenza maggiore è stata quella di Federico Ricci, ceduto gratis alla Reggina con un controvalore di circa mezzo milione.

La spesa maggiore è stata….Ruan! Con poco più di 5 milioni, è stato il costo maggiore visto che Henrique al momento ha pesato solo per 4 milioni. Ma sappiamo essere previsto un premio successivo.

I premi sono un bel pacchetto e ce ne sono alcuni di impensabili: Maxime Lopez è costato 1,5 milioni complessivi di cui 500k€ in premio rendimento. Il Chelsea ha preso un altro mezzo milione per Boga dopo i 10 scuciti nel 2020, Toljan ha dato mezzo milione al Borussia e Muldur 300 mila al Rapid. Obiang è costato altri 250mila € di premi dal West Ham e Chiriches un altro milione dal Napoli.

Il totale fa 3 milioni dei 15 totali, quindi un quinto in premi.

ALTRE CHICCHE

Avrete visto qualche cifra e qualche nome strano, ed ecco la spiegazione.

Il valore di Caputo è stato giudicato sui 4 milioni, che non sono pochi considerata l’età. E infatti è entrato in un giro di contropartite, ovvero due giovani della Sampdoria dai nomi semanticamente collegati (Leone e Foresta) sono stati valutati 1 milione e mezzo milione.

È ormai la prassi delle società agire con questi scambi, lo sappiamo e chi vi vede uno scandalo è forse più moralista che realista.

Poi c’è anche la storia di Martin Erlic, ora chiarita. Il croato classe ‘98 era del vivaio neroverde, ma è stato venduto allo Spezia per mille (MILLE) euro nel 2019. Il Sassuolo, tenendosi aperta l’opzione probabilmente, lo ha ricomprato per 3 milioni in questa estate e lo ha prestato ai liguri per mezzo milione.

Diciamo che l’impatto negativo dell’operazione si riduce a 2,5 milioni di “perdita” in una gestione non eccelsa di un giovane che però, stante al bilancio, l’anno prossimo dovrebbe tornare neroverde.

Tutti vogliamo sapere di Boga, giustamente, ma la verità è rimandata al prossimo bilancio. Quello attuale segna ufficiale il prezzo di 22 milioni versati dall’Atalanta aggiungendo però in nota una plusvalenza di 16,5 milioni. Sembrerebbe quindi che non sia dovuta una percentuale al Chelsea, ma come detto meglio aspettare il prossimo esercizio.

 Poi ci sono state due novità.

Una è la Puma e abbiamo visto quanto ha versato nelle casse neroverdi. Ma l’altro è lo store ufficiale del Sassuolo, aperto in Piazza Garibaldi (o Piazza Piccola per gli autoctoni) alla fine del 2020 e ora valutabile per un anno intero.

Nel suo primo anno completo di vita il negozio ha fatturato 211 mila € che non è una cifra per niente bassa. Sono però comprensivi anche delle vendite online. 

E infine un tema che oggi, il giorno della presunta morte di Mino Nazionale, non può che essere importante: i compensi agli agenti.

Sono stati scuciti 6 milioni per gli agenti, contro i 5,5 dello scorso anno. Il peso degli intermediari è quindi rilevante se rapportato ad un costo complessivo degli stipendi di 70 milioni, come detto. Si tratta di un 8% a rapporto, ovvero che per ogni 100 euro che la società paga ai calciatori, ne vengono versati anche 8 agli agenti.

Un peso che però può anche essere visto in maniera positiva, segno dell’importanza crescente degli elementi in rosa. In parte è anche naturale visto il crescente impiego di giocatori stranieri.

E QUINDI IN CONCLUSIONE?

Il bilancio è buono, il Sassuolo è una realtà piccola a livello economico, subordinata alla capogruppo MAPEI ma con dei conti decisamente in ordine.

I ricavi sono costanti, i costi anche e i debiti sono ben bilanciati. Gli unici problemi che abbiamo individuato sono attribuibili alla straordinarietà della pandemia che si è fatta sentire anche nello scorso anno e che speriamo non si ripresenti più in questa maniera.

Questo bilancio è il segno di una società che pensa molto prima di muovere i soldi, ed è un ottimo biglietto da visita soprattutto per i calciatori, che sanno di poter contare su una regolarità societaria e finanziaria oltre che a crescenti strutture sportive.